Il suicidio del samurai

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    Parliamo di seppuku, del suo significato, del suo perchè, un'interpretazione culturale di un percorso spirituale complicato e difficile da comprendere.

    Un pezzo tratto dall' Hagakure di Yamamoto Tsunetomo:


    Ho scoperto che la via del samurai è la morte. Quando sopraggiunge una crisi, davanti
    al dilemma tra vita o morte, è necessario scegliere subito la seconda. Non è difficile: basta
    semplicemente armarsi di coraggio e agire. Alcuni dicono che morire senza aver portato a
    termine la propria missione equivale a morire invano. Questa è la logica dei mercanti gonfi
    d’orgoglio che tiranneggiano Osaka ed è solo un calcolo fallace, un’imitazione grottesca
    dell’etica dei samurai.
    E’ quasi impossibile compiere una scelta ponderata in una situazione in cui le possibilità
    di vita e di morte si equivalgono. Noi tutti amiamo la vita ed è naturale che troviamo
    sempre delle buone ragioni per continuare a vivere. Colui che decide di farlo, pur avendo
    fallito nel suo scopo, incorre nel disprezzo ed è al tempo stesso un vigliacco e un
    perdente. Chi muore senza portare a termine la sua missione muore da fanatico, in modo
    vano, ma non disonorevole. Questa è infatti la Via del samurai.
    L’essenza del Bushido è prepararsi alla morte, mattina e sera, in ogni momento della
    giornata.
    Quando un samurai è sempre pronto a morire, padroneggia la Via.


    Cose ne pensate? Come lo comprendete a livello occidentale?

    DISCUTIAMONE! ^^
     
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    Dunque, per buona parte della cultura orientale la morte del corpo non rappresenta la morte dell'uomo, anzi.. è un atto di vita, l'ascesi verso un nuovo piano di realtà. Detto ciò, non condivido comunque il suicidio, lo reputo un facile modo di evadere.
     
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    io ho letto tutto l'hagakure xD D: però comunque ho capito solo 20 pagine su 778493 .-.
     
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    Dunque, per buona parte della cultura orientale la morte del corpo non rappresenta la morte dell'uomo, anzi.. è un atto di vita, l'ascesi verso un nuovo piano di realtà. Detto ciò, non condivido comunque il suicidio, lo reputo un facile modo di evadere.

    In realtà nemmeno la concezione buddhista lo condivide, infatti il suicidio del samurai è un processo in cui l'uomo fallisce in vita e ricerca la vittoria e la gloria nella morte. Il suicidio in sé decontestualizzato non ha motivo di esistere, il seppuku credo sia un rituale diverso, dettato da motivazioni culturali e spirituali diverso da come si intenderebbe all'occidentale.

    CITAZIONE
    io ho letto tutto l'hagakure xD D: però comunque ho capito solo 20 pagine su 778493 .-.

    Questo non è che ti faccia onore eh ^^''
     
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    CITAZIONE (Felix @ 1/8/2013, 19:06) 
    Dunque, per buona parte della cultura orientale la morte del corpo non rappresenta la morte dell'uomo, anzi.. è un atto di vita, l'ascesi verso un nuovo piano di realtà. Detto ciò, non condivido comunque il suicidio, lo reputo un facile modo di evadere.

    Se ti riferisci alle religioni e i suoi culti, in parte hai ragione, ma in realtà anche loro per quanto "sempliciotti/bigotti", comprendono che la morte fisica è reale, l'unica cosa che rimane è lo spirito, che passa in un'altra dimensione. Ed esempio: il Paradiso.

    Poi nelle sacre scritture viene "predetto" che i "buoni" e quindi i puri verranno resuscitati e i "cattivi" cioè gli impuri subiranno l'armageddon e periranno a prescindere. Quindi per loro in realtà è una "morte temporanea". Se si parla del cristianesimo ovviamente. Per le altre religioni è un pò diverso.


    Riguardo a come la penso io sul suicidio, beh io adoro questa citazione di Guy de Maupassant:
    CODICE
    Il suicidio è la forza di quelli che non hanno più forza, è la speranza di quelli che non credono più, è il sublime coraggio dei vinti,
    Già: in questa vita c'è almeno una porta che possiamo sempre aprire per passare dall'altra parte! La natura ha avuto un moto di pietà: non ci ha imprigionati.
     
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    Se ti riferisci alle religioni e i suoi culti, in parte hai ragione, ma in realtà anche loro per quanto "sempliciotti/bigotti", comprendono che la morte fisica è reale, l'unica cosa che rimane è lo spirito, che passa in un'altra dimensione. Ed esempio: il Paradiso.

    Poi nelle sacre scritture viene "predetto" che i "buoni" e quindi i puri verranno resuscitati e i "cattivi" cioè gli impuri subiranno l'armageddon e periranno a prescindere. Quindi per loro in realtà è una "morte temporanea". Se si parla del cristianesimo ovviamente. Per le altre religioni è un pò diverso.

    Io credo si riferisca ai culti buddhisti, che sono quelli implicati nella questione del suicidio rituale.. Quello di cui parli tu è una visione materiale dell'aldilà che si condivida a culti differenza, ma per quanto riguarda i culti orientali la divisione buoni/cattivi non esiste se non nella forma di spiriti buoni o vendicativi.. Parli del cristianesimo? Perchè io mi riferivo a una questione spirituale diversa

    Per quanto riguarda il discorso suicidio, bella citazione, ma non c'entra con il seppuku.. Yukio Mishima ha detto che ciò che è più importante della vita è il Giappone, l'individuo è uno strumento per il bene superiore dello stato, ergo il suicidio non è il rifiuto della vita, ma l'amore per qualcosa di più grande che il proprio ideale.
     
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    Se ti riferisci alle religioni e i suoi culti, in parte hai ragione, ma in realtà anche loro per quanto "sempliciotti/bigotti", comprendono che la morte fisica è reale, l'unica cosa che rimane è lo spirito, che passa in un'altra dimensione. Ed esempio: il Paradiso.

    Poi nelle sacre scritture viene "predetto" che i "buoni" e quindi i puri verranno resuscitati e i "cattivi" cioè gli impuri subiranno l'armageddon e periranno a prescindere. Quindi per loro in realtà è una "morte temporanea". Se si parla del cristianesimo ovviamente. Per le altre religioni è un pò diverso.

    Guarda che la filosofia zen ha poco a che fare con le religioni rivelate e con il concetto di una vita dopo la morte. Per la cultura orientale il corpo fisico non rappresenta la realtà, ma uno dei tanti piani di realtà possibili. La figura del samurai è una figura eroica e ascetica, una figura pronta a prendere la sua vita e gettarla per sovrabbondanza, nella certezza di una esistenza eterna e dell'indistruttibilità di ciò che, non avendo avuto principio, nemmeno può avere una fine. La morte del corpo rappresenta la negazione dell'Ego e il compimento di una via di realizzazione interiore culminante nel nirvana.
     
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    Ecco un ottimo allievo di filosofia orientale XD

    Vieni a seguire i corsi con me! XD
     
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    CITAZIONE (Souji Okita @ 1/8/2013, 20:36) 
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    Se ti riferisci alle religioni e i suoi culti, in parte hai ragione, ma in realtà anche loro per quanto "sempliciotti/bigotti", comprendono che la morte fisica è reale, l'unica cosa che rimane è lo spirito, che passa in un'altra dimensione. Ed esempio: il Paradiso.

    Poi nelle sacre scritture viene "predetto" che i "buoni" e quindi i puri verranno resuscitati e i "cattivi" cioè gli impuri subiranno l'armageddon e periranno a prescindere. Quindi per loro in realtà è una "morte temporanea". Se si parla del cristianesimo ovviamente. Per le altre religioni è un pò diverso.

    Io credo si riferisca ai culti buddhisti, che sono quelli implicati nella questione del suicidio rituale.. Quello di cui parli tu è una visione materiale dell'aldilà che si condivida a culti differenza, ma per quanto riguarda i culti orientali la divisione buoni/cattivi non esiste se non nella forma di spiriti buoni o vendicativi.. Parli del cristianesimo? Perchè io mi riferivo a una questione spirituale diversa

    Per quanto riguarda il discorso suicidio, bella citazione, ma non c'entra con il seppuku.. Yukio Mishima ha detto che ciò che è più importante della vita è il Giappone, l'individuo è uno strumento per il bene superiore dello stato, ergo il suicidio non è il rifiuto della vita, ma l'amore per qualcosa di più grande che il proprio ideale.

    Sisi capisco, qui si parla di "antichi" giapponesi, infatti vengono citati i Samurai, che avevano un fortissimo patriottismo e non solo quello.
    Ma come cita Wikipedia stessa:
    CODICE
    come espiazione di una colpa commessa o come mezzo per sfuggire ad una morte disonorevole per mano dei nemici.

    Io non ho mai letto nulla a riguardo, ma guardando vecchi film giapponesi sui Samurai, effettivamente il rito del Seppuku veniva usato spesso per le motivazioni sopracitate.
    E' abbastanza complesso per noi occidentali, di un'epoca per giunta diversa, avere una visione realistica di una situazione simile.
    Cosa spingeva realmente l'individuo a sacrificare la propria vita?
    I testi, così come i film, ci suggeriscono motivazioni collegate soprattutto all'onore, ma anche al profondo senso di colpa, che alla fine intaccava ugualmente l'onore del Samurai stesso. Molto probabilmente la parola "fallire" o "sbagliare" nel loro dizionario, aveva un significato totalmente diverso.

    Dal mio punto di vista però, forse un pò estremo, erano "schiavi" del modo di pensare di quell'epoca. Così come noi, nella nostra epoca.


    CITAZIONE (Felix @ 1/8/2013, 20:39) 
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    Se ti riferisci alle religioni e i suoi culti, in parte hai ragione, ma in realtà anche loro per quanto "sempliciotti/bigotti", comprendono che la morte fisica è reale, l'unica cosa che rimane è lo spirito, che passa in un'altra dimensione. Ed esempio: il Paradiso.

    Poi nelle sacre scritture viene "predetto" che i "buoni" e quindi i puri verranno resuscitati e i "cattivi" cioè gli impuri subiranno l'armageddon e periranno a prescindere. Quindi per loro in realtà è una "morte temporanea". Se si parla del cristianesimo ovviamente. Per le altre religioni è un pò diverso.

    Guarda che la filosofia zen ha poco a che fare con le religioni rivelate e con il concetto di una vita dopo la morte. Per la cultura orientale il corpo fisico non rappresenta la realtà, ma uno dei tanti piani di realtà possibili. La figura del samurai è una figura eroica e ascetica, una figura pronta a prendere la sua vita e gettarla per sovrabbondanza, nella certezza di una esistenza eterna e dell'indistruttibilità di ciò che, non avendo avuto principio, nemmeno può avere una fine. La morte del corpo rappresenta la negazione dell'Ego e il compimento di una via di realizzazione interiore culminante nel nirvana.

    EDIT:

    Ecco:
    CODICE
    La figura del samurai è una figura eroica e ascetica, una figura pronta a prendere la sua vita e gettarla per sovrabbondanza


    Nel 2013 abbiamo la stessa identica figura. Se io vedo i Soldati d'oggi come un branco di caproni, anche i Samurai, non erano tanto diversi.
     
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    Nel 2013 abbiamo la stessa identica figura. Se io vedo i Soldati d'oggi come un branco di caproni, anche i Samurai, non erano tanto diversi.

    Parliamo di due realtà completamente differenti, ed è difficile che un occidentale riesca a cogliere l'essenza di cosa significhi sacrificare la propria vita per un fine spirituale che ti trascende.
     
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    CITAZIONE (Felix @ 1/8/2013, 21:07) 
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    Nel 2013 abbiamo la stessa identica figura. Se io vedo i Soldati d'oggi come un branco di caproni, anche i Samurai, non erano tanto diversi.

    Parliamo di due realtà completamente differenti, ed è difficile che un occidentale riesca a cogliere l'essenza di cosa significhi sacrificare la propria vita per un fine spirituale che ti trascende.

    Quello che detto anche io:

    CITAZIONE (~Bl4ck~ @ 1/8/2013, 21:00) 
    E' abbastanza complesso per noi occidentali, di un'epoca per giunta diversa, avere una visione realistica di una situazione simile.

    Ma non sono d'accordo sul fatto dell'eroismo da parte di questi individui. Se non sono eroici i nostri soldati, perchè mai loro dovrebbero esserlo stati?
    Non c'è nulla di eroico nella guerra. Nulla.
     
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    Ma non sono d'accordo sul fatto dell'eroismo da parte di questi individui. Se non sono eroici i nostri soldati, perchè mai loro dovrebbero esserlo stati?
    Non c'è nulla di eroico nella guerra. Nulla.

    I samurai non sono mercenari, non sono soldati, il samurai difende il proprio signore e il proprio paese, non offende per sete di conquista, questo lo fa la politica . E poi non parliamo della gloria nella distruzione della guerra, ma nella gloria dell'onore di essere morti per un fine più alto della vita che è il proprio paese.
     
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