E' stata approvata la legge anti-manga °A°

E' finita. I manga, gli anime ed i videogiochi in Giappone così come sono conosciuti oggi potrebbero non esistere più, dal momento che il famigerato "disegno di legge 156", formalmente conosciuto come una legge anti-lolita, ma poi diventato una legge "anti-tutto", è passato con successo grazie ai voti della Commissione degli Affari Generali del Governo Metropolitano di Tokyo, e, se passerà l'ultimo ostacolo, ossia il voto dell'Assemblea Generale, a circa un giorno da ora, (e quindi dovremmo sapere i risultati a breve, nd. me), diventerà ufficialmente legge.

Non sto scherzando quando dico che l'industria come tutti noi la conosciamo oggi potrebbe essere drammaticamente influenzata dall'approvazione di questa legge. In parole povere, la legge espande l'abilità del governo di Tokyo di considerare, in ogni manga, anime o videogioco (film live-action, romanzi ed opere che usano foto di vita reali esclusi), la presenza del cosiddetto "crimine del sesso virtuale" come un qualcosa di "dannoso". Se ciò dovesse accadere un organismo di regolazione nominato unilateralmente potrà decidere che la rappresentazione di tale materiale è "ingiustificatamente appesantita ed esagerata".

Sotto questa nuova legge, tutto il materiale considerato "inadatto" sarà forzatamente inserito in una sezione di vendita per soli adulti; sarà quindi praticamente vietata la vendita attraverso i canali basati via internet ed i siti online, Japan Amazon incluso (dal momento che tale canale ha già delle leggi che proibiscono il materiale inadatto). Sarebbe un commerciale "bacio della morte", simile al modo in cui vengono trattati negli Stati Uniti i videogiochi con rating AO (con forti contenuti sessuali, nd. me).

Tenete in mente che il governo di Tokyo ha già il potere di regolare il materiale in questo modo. La legge invece deve ancora espandere il proprio scopo e la propria copertura. Pensate a questo come se stesse per diventare da "anche" a "tutto" ciò che riguarda gli atti sessuali, in particolare quelle azioni che sarebbero illegali nella vita reale e che sono "ingiustificatamente appesantite ed esagerate". Non è un vero e proprio divieto totale, in teoria, ma in pratica i suo effetti lo saranno: qualsiasi rivenditore rifiuterà di vendere materiale che rischia di essere catturato da questa legge di parole vaghe e mutabili, e la maggioranza degli editori cercherà di scansare tale materiale per paura di venir pubblicamente umiliato dal governo di Toyko.

Per citare qualche esempio, manga, anime o adattamenti da videogiochi come "The Tale of Genji", "Oedipus Rex", "Lolita" di Vladimir Nabokov e "American Beauty" potrebbero potenzialmente essere affetti da questa legge, come anche anime attualmente in corso quali "Orelmo", "Yosuga no Sora", "MM!" e "Panty and Stockin", fintanto che le relazioni sessuali trattate all'interno verranno considerate come "ingiustificamente appesantite ed esagerate".

Essenzialmente, una significativa porzione dell'industria creativa di anime/manga/videogame verrà presa in ostaggo dai gusti e dal parere di un piccolo gruppo di persone nominate unilateralmente. E ad influenzare tutto questo sarà il governatore di Tokyo, che ha ammesso pubblicamente di avere un'attitudine negativa di fronte al fatto che alle persone omosessuali è permesso di apparire tramite mass media. E' ovvio chiedersi che effetti potrebbe avere questo suo parere sul popolare sottogenere "Boy's Love", che tratta di relazioni omosessuali. Penserà quindi che i manga yaoi "ingiustificatamente appesantiscono ed esagerano" il pubblico profilo di persone che egli sente come "difettose, in qualche modo"?

L'unica salvezza riguardante questa legge è che essa è, tecnicamente, ristretta soltanto all'area di Tokyo. Per gli studios e le case editrici in altre prefetture niente dovrebbe cambiare. Molte delle maggiori case editrici, infatti, si sono ritirate dall'imminente "Tokyo International Anime Fair" (un evento simile al nostro Lucca Comics, ma molto più importante, nd. me) in segno di protesta. Tuttavia, la parte più importante dell'industria di anime e manga si trova ancora a Tokyo, perciò questa luce di speranza rimane ancora decisamente debole.

A questo punto, sono senza parole. Incoraggio tutti a voi a leggere una corta (ma completa) storia della legge e delle sue clausole, grazie alla cortesia di Dan Kanemitsu, qui.

P.s.

Rispondendo a Kurenai, la legge non vieta la produzione, ma la distribuzione ai minori o la vendita in negozi anche per minori (a quanto ho capito). Io penso che questo sia in parte giusto, ma soltanto se vengono considerati adatti a maggiorenni soltanto anime e manga che effettivamente lo sono.