Posts written by KevinIMP

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    Beh, diciamo che sui 13 anni sentivo che qualcosa non andava, poi però poco alla volta ho capito che era normale, quindi più che accettarmi, semplicemente non mi sono mai rifiutato :asd:
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    Darko: aggiungo che le prostitute romane erano economiche, mentre i prostituti romani erano ben pagati :asd:
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    Lieto che il mio intervento ti sia piaciuto ^^
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    Si sapeva da mo' che quelli di destra sono tutti ipocriti.
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    La religione non si può cambiare come invece si cambia ad esempio un partito politico se questo ci sfiducia. La religione è qualcosa che ci viene insegnata dalla nascita ed è collegata al luogo e alla situazione d'origine. Francamente credo che la religione è un qualcosa da evitare:
    1) La religione fissa regole date da un'entità superiore. Se così fosse, perché cercare di convertire il clero?
    2) La religione si basa su dogmi. Se cercassimo di spiegare i dogmi attraverso la scienza, che è l'unica certezza universale (es. tutti gli uomini sanno che l'acqua a più di 100 gradi bolle per il calore e non per magia) alla a cosa serve la religione?
    3) Il mondo è regolato dalla volontà dell'uomo. L'uomo per inclinazione naturale è portato ad evolversi. In questo caso a cosa serve una visione immodificabile come la religione?
    4) La scienza risponde al come; la religione risponde al perché. In un'ottica in cui l'intero universo è basato su leggi immodificabili, certe, e di fenomeni determinabili in maniera assoluta (anche se non siamo ancora in grado di prevederle), ha senso credere in un'entità superiore visto che non è detentore di nessun potere modificatore?
    Sarebbe interessante approfondire meglio la questione. i fisici teorici considerano il nostro universo come l'insieme di spazio che è dipendente dall'avere un "prima" e un "dopo" (il tempo) perché come è possibile immaginare, uno spazio senza una forza che lo alimenta e senza un motivo della sua creazione da un eventuale "nulla assoluto" non ha significato (è come nelle frazioni. Un numero diviso zero è impossibile come uno spazio diviso un tempo che non esiste). Già dal numero delle virgolette che ho messo è notabile che tutto ciò è difficile da spiegare da chi non è un esperto, quindi consiglio una letta a questo link, approfondimento 9 (ho dovuto rileggermi più volte alcune parti, quindi se lo trovate complesso non preoccupatevi, è normale :asd: ). Da questo punto di vista, anche il termine "volontà" non ha significato... Immaginiamo che io voglia dire:"ciao!". Se lo faccio è perché il mio cervello ha mosso i miei muscoli, che l'input è dato da uno stimolo neuronale, che i neuroni hanno agito perché i miei pensieri erano determinati da delle condizioni, che gli enzimi sono composti da materia, che la materia ha viaggiato per miliardi di anni, che miliardi di anni fa, gli atomi originali si sono formati in maniera tutt'ora inspiegabile (singolarità, per essere precisi). In questa lettura, l'intera storia di un pianeta, di un filo d'erba, di un sistema solare o di un umano è stata forgiata dalla direzione di un singolo atomo all'inizio del tempo (proprio perché la parola "direzione" implica uno spazio e appunto un tempo). Dopo questa riflessione assolutistica, che spiega come sia impossibile sfuggire alle leggi della fisica e che ogni cosa in quanto finita e prefissata riduce la volontà umana a un mero gioco di forze, che senso ha sperare che qualcosa si avveri se anche lo sperare è un fatto determinato?


    Dopo aver preso coscienza di ciò, arriviamo alla questione contenuti e quindi omosessualità, ché vi ho già annoiati abbastanza. :asd:
    Cosa insegna la religione? Beh, la religione insegna un modo di comportarsi, una sorta di etica civile (rispetto al prossimo) e di timore riverenziale verso l'entità preposta a regolare l'ordine delle cose (rispetto a "Dio").
    Ecco le analogie e le differenze:
    Analogie: in entrambi i casi la scelta o meno di seguire la dottrina dipende dalla volontà dell'individuo (o degli atomi, per gli avesse letto l'approfondimento ;) ).
    Differenze: - Il primo caso è quello più dibattuto. Se da una parte la morale di uguaglianza, solidarietà e socialità sono sopravvissuti fino ad oggi, dall'altra temi attuali come appunto omosessualità, fine vita, aborto, sfera sessuale, educazione sono al centro di molte polemiche (ovviamente, visto che il mondo cambia). Il secondo invece è quello che bene o male tutti i praticanti religiosi seguono, o coattivamente (vedi Stati teocratici) o per volontà propria (Stati laici).

    Quindi come vedete il problema anche se di lunga discussione sembra essere piuttosto semplice da interpretare: l'omosessualità è uno dei tanti temi che si contrappongono all'ottica religiosa attuale. Indignarsi non ha senso, perché è normale che un'istituzione millenaria faccia fatica a modificare Credi così antichi. Giusto è invece indignarsi per tutte quelle persone che fanno del nostro Paese un Paese sotto ricatto di una morale cristiana, visto che il nostro è uno Stato laico. Se si avesse il coraggio di andare contro certe persone probabilmente la Chiesa (l'organo odiato da molti praticanti, con un 42% di fiducia) potrebbe divenire una buona cosa, fermo restando a mio avviso, la sua inutilità.
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    Ottimo il ragionamento sul tenere staccato Chiesa e Fede. Interessante invece il paragone dell'amico invisibile :asd: Quello mi sa che ce l'hanno tutto anche se per scopi diversi.

    Comunque sono agnostico. Fino alla cresima ero un diligente cristiano, poi boh... riflettendo ho capito che alla fine che esista oppure non non mi faceva molta differenza.
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    Adesso divento come Antinea e mi metto in fase "odio profondo contro l'umanità".
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    Il voto deve essere ripetuto all'inizio di ogni mese, quindi ti basterà rifare la procedura. ^^
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    Chi è il giovane maschio gay italiano omologato? È un soggetto nato nella seconda metà degli anni ’80 e prima metà dei ’90, ha quindi un’età che va dai 17 ai 27 anni. Figlio del disimpegno berlusconiano e del fallimento politico dell’associazionismo gay del nostro paese, non possiede quella carica rivoluzionaria e provocatoria dei ragazzi gay degli anni ’70 e ’80, che avevano davvero fame di cambiamento e avvertivano la possibilità di incidere sul tessuto sociale con la protesta, con la trasgressione. Poi, si sa come sono andate le cose dall’89 fino all’entrata in campo del Cavaliere…

    Oggi l’esercito di queste nuove leve gay si adagia su pose e mode organizzate da altri, dai manager dell’entertainment gayo italiano, ai facitori di tendenza che giocano a livellare stili, fogge, abiti, atteggiamenti, persino i costumi sessuali (se si può definire sesso l’offerta attuale…). Il giovane maschio gay italiano omologato non ha molto da innovare, nasce indolente, viziato, di buona famiglia, profondamente ignorante su tutto ciò che riguarda la cultura omosessuale e politicamente è qualunquista. Se non si perde per strada rischia di diventare un soggetto pericoloso, una mina vagante, un borderline ambiguo, anaffettivo. Gli appetiti sessuali di questi ragazzi non risplendono per originalità, se si facesse un’indagine scientifica sulla loro condotta erotica ne verrebbe fuori un quadro sintomatico e inquietante di quest’epoca: lontani dal fermento intellettuale che li ha preceduti, essi tendono ad essere perlopiù passivi, anche nel ruolo sessuale, a non prendere molte iniziative nella cosiddetta drague, volgarmente traducibile con il verbo “cuccare”, a lasciarsi rimorchiare, o perlomeno a godere del corteggiamento altrui. Talvolta non combinano niente, non “trombano”, però si perdono volentieri nella virtualità rassicurante delle nuove tecnologie che li protegge e li intorpidisce.

    Entrare in uno dei locali gay alla moda equivale ad incontrare i cliché che contornano questi giovani gay omologati: kitsch nell’architettura e negli arredi, Drag Queens a profusione, spettacolini di basso profilo, vezzi en travesti piuttosto grossolani, ragazzi a torso nudo che esibiscono un po’ di palestra, checche cubiste che si dimenano e se la tirano, PR reclutati secondo il dettame asfittico del manager, ossia bellapresenza, abbronzatura perenne, fisico in vista, disinvoltura affettata ed eloquio elementare. E poi, in questo ghetto postmoderno, non resta che osservare il comportamento dei veri e propri giovani gay italiani omologati. Si fotografano molto con l’Iphone, con il cellulare, per pubblicare il tutto sul proprio profilo facebook ed avere i “mi piace” con relativi commenti degli “amici”; talvolta si fanno anche irretire e trascinare in qualche sfregamento momentaneo, in qualche effusione in pubblico, convinti di aver trovato la libertà e la trasgressione che cercavano. Purtroppo, una volta usciti da quei contesti, ritrovano il mondo reale, per niente glitter,tornano a casa, dai genitori, ai quali raccontano frottole, oppure a scuola, contornati dalle solite amichette e da qualche bullo omofobo che li apostrofa con gli usuali “finocchio”, “frocio”, “checca”.

    Il giovane gay italiano omologato non ha la libertà di decidere, nemmeno in ambito sessuale, a parte i video porno che può vedere e scaricare da Internet, gli è mancata del tutto un’impostazione che lo ha reso consapevole della propria identità. Come uno zombie vaga nei locali, nei siti di incontri (gayromeo, me2, gaydar), nei social network, ignaro di un senso da dare a ciò che è, o crede di essere. Non ha un “io” e, quel che è peggio, non ha nemmeno un “noi”. Si diverte a pubblicare immagini vaghe o sognanti o anche qualche foto sconcia, tipo quelle fatte davanti allo specchio del cesso, dice di essere alla ricerca di persone “solari”, ama farsi cliccare, collezionare “visite” sul proprio profilo, promettere incontri che poi non farà mai, dando buca al malcapitato di turno, e si atteggia a stronzo credendosi “figo”. Può essere emo, parodia dei vecchi dark; clubbista, caricatura delle antiche frocie modaiole; sincretico, imitando più stili antichi rivisitati e ammucchiati alla rinfusa. Non fa comunità come gli antichi pederasti o i giovani omosessuali anni ’70 e ’80, è fondamentalmente solo, accompagnato da qualche suo simile o da fan femminili coetanee che lo hanno scambiato per una sorella un po’ eccentrica. Anche i gusti musicali del giovane gay italiano sono stereotipati, eterodiretti: Lady Gaga, l’inossidabile Madonna, le cantanti italiane o straniere, le mielose voci che inducono al torpore emotivo e all’inazione. È mediamente istruito, legge poco e quel poco lo legge male, viene ancora affascinato da The Picture of Dorian Gray, da quell’aura misteriosa che promana dalla scrittura di Wilde, però non conosce il retroterra che ha partorito quell’opera e naviga in superficie attratto dall’insolita, e non sempre ben riuscita, miscela wildiana.

    Alcuni di questi giovani gay italiani omologati possono essere persino nerd, specie gli introversi che scelgono gli studi classici e pedagogici, ma la maggior parte intasa i licei artistici, gli istituti d’arte con l’intento di diventare in seguito stilisti, ideatori di mode (che non ideeranno mai in modo originale), di accessori (il moderno bric-a-brac, Everest del nulla), ecc.. Questi ragazzi amano fare lo shopping, affezionarsi a tutto ciò che è inutile ma costoso, fermarsi davanti alle vetrine di negozi di tendenza, abbigliamento, calzature, ecc., scovare boutique specializzate in eccentricità, in stravaganza, in pacchianeria, sognando di indossare (e talvolta lo fanno) abiti femminili per sentirsi “diversi”. Non sono pochi quelli che cercano di sfondare nel mondo dello spettacolo: un tempo avrebbero cercato di diventare attori, essendo stati il cinema e il teatro italiano il luogo privilegiato per adottare i piccoli pederasti, adesso invece sperano di andare ad Amici o altri talent show come cantanti, ballerini, performer e partecipano ai provini con la benedizione delle famiglie (che fanno la stessa cosa con la figlia aspirante “velina”).

    Tornando alle preferenze sessuali, la passività di questi giovani è una corda tesa verso una terra di nessuno insidiosissima come le sabbie mobili. Le famiglie hanno fallito clamorosamente (e quando mai hanno avuto successo?), non sono mai state pronte ad affrontare il caso di un figlio adolescente che presenta queste caratteristiche, sperano di poterlo scaricare in seguito dopo averlo parcheggiato a scuola o chissà dove. Gli danno i soldi, la paghetta, e credono così di levarselo dalle palle. I genitori di questi piccoli gay italiani pensano ancora a quello che dirà la “gente”, si deprimono e si inalberano di fronte alle menzogne raccontate per coprire uscite serali “equivoche”, però non fanno niente per ascoltare e per venire incontro alle problematiche esistenziali (ammesso che vi siano) del figlio twink. Un tempo si assisteva alla decisione drastica di buttare fuori di casa il ragazzo gay, di rifiutarlo, di considerarlo defunto, oggi si preferisce tenerlo in casa e far finta che non esista. Lo si uccide con l’indifferenza e lo si prepara in modo esemplare alla futura morte sociale. Non ho dimenticato di dire che ne è del famigerato coming out. Non credo che la maggioranza di questi giovani gay si dichiarino, se lo fanno è con quelle poche persone (le note “amiche”) che considerano innocue, ininfluenti, complici. Non ce la farebbero ad affrontare una realtà a viso aperto, costerebbe loro troppa fatica e troppe rinunce. Preferiscono tacere, mentire, sollevare la questione o procrastinarla nella speranza che si risolva da sola.

    Perché abbiamo questo disastro, come mai il futuro di molti giovani gay italiani è così problematico e per nulla rassicurante? A questi ragazzi mancano modelli di riferimento forti, quelli che hanno durano una stagione al massimo; la società che li circonda non li considera e se lo fa cerca di rimuoverli; sono dei senza patria, dei paria a cui qualche imprenditore marpione regala un po’ di spazio per guadagnare soldi alle loro spalle, e sono i soldi dei genitori che si ingannano e vengono ingannati all’infinito (e ben gli sta!). Malauguratamente molti di questi giovani finiscono nelle mani degli sfruttatori che li usano come oggetti per poi rimpiazzarli, sono i nuovi pescecani sparsi nel mondo della moda, dei locali, del mondo dello spettacolo, ecc.. Non parliamo poi degli escort, le nuove puttane, che per permettersi le stronzate sono disposti ad andare anche con i vecchi grassi e ripugnanti, e non parliamo degli “slave” in costante aumento, che lo fanno gratis pur di farlo e sentirsi trattare per ciò che sono, un deserto masochistico di affetto e di empatia.

    Non è un bel ritratto quello che emerge dall’analisi di questo giovane maschio gay italiano omologato, si ha la sensazione che il massacro a cui vanno incontro tutti questi ragazzi non è percepito seriamente da nessuno come un’autentica tragedia nazionale. D’altronde, dopo aver distrutto le famiglie, aver demolito l’economia, aver annientato le speranze, il Regime non ha certo interesse a occuparsi di questi ragazzi, e se ne frega, come fa di solito. Per il Regime essere giovane gay o etero non ha importanza, ciò che conta è spazzare via una generazione e governare ancora per vent’anni o più…

    Fonte: link



    Che ne pensate? Secondo voi nella società d'oggi manca un modello culturale nei giovani omosessuali e più in generale nelle giovani generazioni?
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    ”Quando ho visto i bambini negli orfanotrofi di Ucraina e Venezuela che non avevano nessuna speranza di ricevere una carezza nella vita, ho capito che sarebbero stati meglio con due papa’ o con due mamme che da soli”. Cosi’ Giancarlo Galan, candidato alle primarie del Pdl questa mattina a Omnibus su La7 ribadisce il suo si’ alle adozioni da parte delle coppie omosessuali. ”Tutti hanno diritto a una speranza di felicita”’ – ha spiegato Galan. ”Per fare le primarie bisogna essere portatori di un’idea: io cerchero’ di contaminare il Pdl con il virus liberale, il che significa promuovere piu’ liberta’ civili anche per le coppie omosessuali, un tema che forse abbiamo trascurato un po’ troppo” – ha concluso.

    ”Giancarlo Galan vada pure a caccia dei voti liberali, ma per favore lasci stare i bambini visto che dimostra di essere ignorante in materia di adozioni”. Lo dichiara la deputata della Lega Nord, Carolina Lussana spiegando che ”il problema non e’ di aprire le adozioni alle coppie gay perche’ nel nostro Paese mancano coppie eterosessuali disponibili, bensi’ e’ di accelerare la procedura per le adozioni sia nazionali che internazionali”. ”Oggi – prosegue Lussana – le coppie che vogliono adottare un bimbo sono sottoposte a un calvario che dura anni e a spese economiche non sempre sostenibili. Il mio rimpianto come parlamentare e’ di non essere riuscita a far approvare nuove norme che possano veramente garantire una speranza di felicita’ ai bambini in stato di abbandono e la possibilita’ di vivere in una famiglia normale”.



    Fonte: gaynews.it



    Sto Galan l'ho già sentito... certo, oltre al liberale preferisco gente non liberista, ma il tizio qui sopra sarei felice di averlo all'opposizione :asd:
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    Ti eri già presentato :asd:
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    Che io sappia in Francia è già stato approvato parecchio tempo fa l'istituto giuridico del terzo genitore... ma può darsi che mi sbaglio.
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    Il problema non è l'attaccamento alla tradizione (che di per sé ci starebbe pure bene) ma nella sfiducia nel progresso
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    Diventerai papà

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    Sono abituato a messaggi più lunghi, tipo i miei :asd:

    Comunque guarda, io non avrei il fegato neppure di comprarlo, ma se ti posso dare un consiglio per nasconderlo io in genere faccio così con le cose hot:
    Basta avere una libreria con una folta schiera di libri, meglio se ci sono mensole sia sopra che sotto. Si posiziona il libro incriminato dietro gli altri libri della mensola, appoggiato sulla rilegatura con la copertina verso l'esterno.

    Poi non so, non mi è mai capitato di nascondere manga sinceramente...
2226 replies since 19/8/2009
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