Gabriele e Alessandro. [Young][Romantico]

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    È il mio primo racconto,fatemi sapere se vi piace, se dovete fare qualche critica fate pure, in modo che possa migliorare ><



    Capitolo 1: Sogno. Sono Gabriele, un ragazzo di 15 anni, frequento il secondo anno presso il liceo artistico. Ho i capelli biondo scuro, gli occhi marroni, sono alto circa 1.75 e ho un fisico tonico, grazie ai duri allenamenti che effettuo ogni giorno. Mi sono reso conto di essere bisessuale, a dir la verità l'ho sempre saputo, fin da piccolo provavo attrazione e curiosità nei confronti del mio stesso sesso. Nessuno sa di questa mia tendenza, agli occhi di tutti sono un normalissimo ragazzo eterosessuale. Sono stato con varie ragazze, ma non mi sono mai innamorato davvero. Se devo essere sincero, non credo molto nell'amore, credo che sia una convenzione creata dalla società, che vede l'amore come una semplice attrazione fisica e psicologica fino ad un certo punto. Infatti mi pongo sempre la stessa domanda "come fa ad essere amore se dopo un po' finisce?". È lunedì, sono le sette, dovevo alzarmi altrimenti avrei perso l'autobus! Saltai giù dal letto, mi vestii rapidamente e scesi di corsa le scale. "Gabri non mangi nulla?" chiese preoccupata mia mia madre: "no mà, non mi và nulla. Prenderò un cappuccino al bar fuori scuola." le risposi mentre mi accingevo ad uscire. Ecco il pulman, come al solito non trovai posto, quindi fui costretto a stare in piedi per tutto il tragitto. Ero ancora scombussolato dal sogno che avevo fatto questa notte: avevo sognato un ragazzino, sui 12-13 anni, capelli castani, pelle bronzea, tratti tipici del sud, magrolino e alto circa 1.55. Nel sogno il ragazzino era il mio fidanzato, mi baciava sul collo e sulla guancia, facendomi venire la pelle d'oca ogni volta che le sue piccole labbra toccavano il mio corpo. Ero davvero scosso, sapevo di essere bisex, ma non avrei mai immaginato di provare attrazione per un ragazzino. "È solo un sogno" pensai, scesi dal pullman e mi diressi verso l'entrata. Le ore passarono velocemente, ci pensai in continuazione, perché? Non era da me. Eppure nel sogno provavo emozioni nuove, diverse da tutte quelle provate con le ragazze, era come se fossi "innamorato" di quel ragazzino.. Suonò finalmente la campanella dell'ultima ora, uscii e vidi un sacco di ragazzi che si lamentavano, mi diressi vicino e chiesi loro cosa fosse successo. "il pullman è rotto, siamo tutti a piedi!" "cazzo" pensai "ora sarò costretto a farmi tutta quella strada a piedi, sarà meglio avviarsi subito", salutai i miei compagni e mi incamminai. Il tragitto da scuola a casa è abbastanza lungo, almeno una mezz'ora a piedi. Passai davanti la scuola media, ripensai subito al ragazzino del sogno, mi fermai per circa 5 minuti davanti la scuola a pensare, poi avvertii un certo languorino e andai al bar di fronte per comprare una busta di patatine, queste mi avrebbero saziato, almeno fino a quando sarei arrivato a casa. Camminai sotto il sole cocente di mezzogiorno per altri venti minuti, finalmente a casa! Lasciai lo zaino all'ingresso e corsi in cucina (a quanto pare le patatine non erano bastate), mangiai voracemente tutto quello che aveva preparato mia mamma, dopodiché me ne andai in bagno a farmi una bella doccia. Una doccia bollente, durata circa un quarto d'ora, mi asciugai e mi distesi sul letto. Cercai di dormire sperando di non fare nessun altro strano sogno.



    Capitolo 2: nuovi vicini. Erano passati alcuni giorni dopo quel sogno, ormai era domenica, unico giorno di riposo, avevo intenzione di dormire fino a tardi, ma fui svegliato dalla lingua del mio cane che mi lavò tutta la faccia:"Ehi Max, buongiorno!" gli dissi con gli occhi ancora socchiusi "a quanto pare tu non hai mai sonno!", il cane ovviamente mi rispose con un semplice 'wof',probabilmente se avesse saputo parlare mi avrebbe mandato a quel paese. Guardai la sveglia, erano solo le nove e mezza, ma coraggiosamente decisi di alzarmi. Scesi le scale, mamma aveva preparato la solita colazione della domenica: pane caldo e nutella, cappuccino e fette biscottate, cosa si può volere di più dalla vita? Mangiai lentamente tutto, cercando di gustare il più possibile ogni singolo sapore, poi mi alzai, andai a lavarmi le mani e pensai al da farsi, visto che avevo un intera giornata libera. "Gabri gradirei che per le cinque del pomeriggio tu sia a casa,arrivano i nuovi vicini e non vorrai di certo fare una brutta figura" disse mio padre entrando in cucina:" tranquillo pa' per le cinque in punto sarò a casa" detto ciò uscii. Decisi di andare al parco, sicuramente lì avrei incontrato qualcuno. Camminai per una decina di minuti, poi incontrai Flappy, una mia cara amica, anche lei era bisex, io lo sapevo, era una cosa che aveva confidato solo a me, ma io non avevo mai avuto il coraggio di confessarle la mia "tendenza", avevo paura, non mi sentivo sicuro, nonostante il rapporto con lei fosse così forte. Andammo a prenderci un caffè, facemmo una lunga chiacchierata, mi raccontò della sua ultima esperienza sessuale, aveva fatto un threesome! Flappy era davvero una maiala, se non fosse stata una mia amica così stretta me la sarei subito portata a letto:"e tu Gabri? Quand'è che ti porti qualcuna?" mi chiese:"Flappy non rompere il cazzo" ci fu una grossa risata. Ebbene sì, ero vergine, non avevo ancora trovato la persona giusta (maschio o femmina che sia) con cui farlo, da un lato invidiavo flà, di certo lei non aspettava la persona giusta, seguiva i suoi ormoni e basta, che donna! Non tornai a casa per pranzo, mangiai una pizza al volo insieme alla mia amica, rimanemmo tutto il pomeriggio a girare per i negozi e, tra una sigaretta e l'altra, il tempo volò. "Cazzo sono già le quattro e mezza, scusami Flappy, ma devo scappare, devo conoscere i nuovi vicini" dissi con fare annoiato "spero solo che non siano rompi palle come quelli di prima" "tranquillo Gabri, vai pure, ci si vede in giro" mi diede un bacio sulla guancia e si allontanò. Mi diressi verso casa, avevo giusto dieci minuti per farmi una doccia e poi sarebbero arrivati. Fui veloce, ero pronto per le 5 in punto, mia madre mi chiamò da giù:" Gabri forza scendi, è ora!", scesi, c'era un buonissimo odore di biscotti al cioccolato appena sfornati, probabilmente mamma li aveva fatti apposta per i nuovi arrivati:"forza andiamo!" disse mio padre con un sorriso stampato sul viso, mi sembrava di essere l'unico annoiato all'idea di conoscere nuova gente. Uscimmo e ci dirigemmo verso la casa di fronte. Vi era parcheggiato un camion con la scritta verde "grandi traslochi" e intanto un uomo scaricava da questo i mobili; al nostro arrivo una signora mora sui 35 accolse molto calorosamente:" voi dovete essere i nostri vicini, io sono Rosa, prego! Entrate pure!"ci accompagnò all'ingresso "vi chiedo scusa per il disordine, ma sapete com'è, i traslochi comportano sempre questo. Alessandro vieni, ci sono i vicini" disse la donna, si sentirono dei passi provenire dal giardino del retro, mi girai e.. Il mio cuore si bloccò,era lui! "Non è possibile" pensai "non può essere, era solo un sogno" eppure gli somigliava davvero tanto, capelli scuri, pelle bronzea, l'altezza era quella e anche il fisico, assurdo! "Alessandro è la mia piccola peste, ha 13 anni" disse la madre mettendogli una mano sul capo "forza ale, presentati!" il ragazzino salutò prima mio padre e mia madre, poi si avvicinò a me, il mio cuore batteva a mille:"ehi ciao, piacere Alessandro" mi disse con un sorriso a 32 denti, il sorriso più bello che abbia mai visto, i suoi occhi brillavano di una serenità e una gioia infinite "P-piacere Gabriele", ero imbambolato, era bellissimo, ma cazzo era un ragazzino, non potevo fare pensieri del genere! "Mamma io mi annoio qui a casa, la mia camera è vuota e l'xbox è ancora sul furgone" disse il piccolo "ehi Ale, che dici se ti porto io un po' in giro? Così magari mangiamo un bel gelato!" provai a sciogliere il ghiaccio, non dovevo dare a vedere la mia emozione"mamma posso?" chiese con aria supplichevole "certo ale, ma mi raccomando stai sempre vicino a Gabriele e dagli la mano quando attraversi la strada" "va bene mamma, graziee!". Uscimmo dalla porta principale, appena arrivati al marciapiede Alessandro mi porse la mano guardandomi con un sorrisetto, io ero lì a guardarlo, avevo i brividi nonostante ci fossero 35 gradi:"Gabriele dammi la mano per attraversare altrimenti mamma si arrabbia" ricambiai il sorriso:"certo Ale" gli presi la mano,era così morbida e liscia"oggi sarò la tua guida!" scoppiammo a ridere, poi ci incamminammo. Era un bellissimo pomeriggio, sia per il tempo metereologico, sia perché accanto a me avevo il mio sogno, letteralmente parlando:"e, dimmi Ale, quanti anni hai detto che avevi?" gli chiesi cercando di aprire un discorso:"13, compiuti da quasi un mese" la sua voce squillante aveva un qualcosa di speciale:"ah capisco.. E dimmi ce l'hai la fidanzata?" mi sembrava la domanda più superficiale da fare ad un ragazzino "no, ci sono un 5-6 ragazze che mi fanno la corte, ma a me non piace nessuna" mi disse con fare spavaldo "e tu invece? Sei grande, la ragazza ce l'hai?" io risi un po' "ahah, esser grandi non significa per forza esser fidanzati" il piccolo pensò un po' "hai dato il primo bacio?" lo guardai un po' confuso, mi sembravano domande strane da fare ad un ragazzo appena conosciuto "si, l'anno scorso.. E tu?" ero davvero curioso di sapere, la situazione diventava sempre più interessante "no, non ancora, i miei ex compagni di classe mi prendevano in giro perché ero l'unico che non aveva mai avuto nessun tipo di rapporto con una ragazza" mi disse abbassando lo sguardo "cosa intendi per rapporto?" ero un po' scioccato da questa sua affermazione "un mio compagno di classe mi raccontava che si faceva fare le seghe al cinema dalla ragazza e mi dava dello sfigato perché io non ce l'avevo ed ero costretto a farmele da solo" notai una sorta di tristezza nei suoi occhi, avvolsi il mio braccio destro intorno alla sua spalla "non dargli retta Alessandro, i ragazzi che fanno tanto i grandi alla fine sono i più timidi di tutti, alla tua età non c'è nulla di strano nel conoscere il proprio corpo, anche io lo facevo, è tutto normale" gli sorrisi, lui mi abbracciò, il tempo si fermò, è stato un attimo infinito, eppure durato poco, il mondo circostante era sparito, vedevo solo il suo corpicino attaccato a me, il mio cuore a momenti sarebbe uscito fuori dal petto, poi si staccò "Sai Gabriele mi sei davvero tanto simpatico, dobbiamo andare più spesso a prenderci un gelato insieme" sorrise "ma certo Ale, poi quando vuoi venire a casa possiamo farci una bella sfida a fifa" i suoi occhi si illuminarono "forza ora andiamo a prenderci questo benedetto gelato" conclusi, e ci incamminammo verso la gelateria. Speravo che quella serata non finisse mai, ma purtroppo in un lampo si fecero le otto, stava per farsi buio e ritenni opportuno riportare il piccolo a casa. Lo accompagnai fino alla porta d'ingresso, ci aprì la madre:"ehi, eccovi, come è andata?" "benissimo mamma, Gabriele è simpaticissimo e mi ha detto che ogni volta che voglio posso andare da lui" disse Ale, io mi limitai a sorridere "oh va bene, se non è un disturbo per lui" feci un cenno con la testa per indicare che non c'erano problemi "Gabri che ne dici se domani mi accompagni tu a scuola? Ti pregoooo" disse il ragazzino facendomi una faccia irresistibile "Alessandro lascialo stare, anche lui ha i suoi impegni" "signora non si preoccupi, tanto il tragitto per arrivare a suola passa anche vicino le medie, ti passo a prendere alle 7.30 ok?" lo guardai facendogli l'occhiolino "perfetto" disse "io allora vado, ci vediamo domani, notte!" "buonanotte!" dissero madre e figlio all'unisono. Tornai a casa, entrai e salutai i miei "Gabri come è andata?" chiese mio padre seduto sulla poltrona mentre guardava la partita "una meraviglia" risposi felice "ohoh, a quanto pare qualcuno ha trovato un nuovo amico!".. Già, un amico, eppure in quell'amico c'era qualcosa si speciale, forse era qualcosa di più..

    Continua..

    Edited by Koh - 2/10/2017, 19:01
     
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  2. gg83
     
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    bello decisamente vale la pena di leggere la continuazione, quindi non farci aspettare!
    ps. ho notato che è scritto bene in italiano, è questo per me è un valore aggiunto, complimenti
     
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  3. Atreju
     
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    Molto bello complimenti :)
     
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    Grazie mille, il continuo ci sarà a breve :D
     
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  5. austin8
     
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    Scritto molto bene. Mi piace la costruzione delle frasi che è bella scorrevole :) Attendiamo il seguito
     
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  6. pharaons
     
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    molto interessante!!! Voglio la continuazione please.... XD
    Sei molto bravo, ma dovresti descrivere un poco di più,l'ambientazione e ciò ke pensano i protagonisti! ;)
     
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  7.  
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    Capitolo 3: primo giorno di scuola. A differenza delle altre mattine mi svegliai prima che suonasse la sveglia, erano le 6.35. Mi alzai dal letto, andai in bagno a farmi la barba, poi scelsi i vestiti e il profumo da usare, mi stavo preparando come se stessi per andare ad un appuntamento. Dopo una buona mezz'ora ero finalmente pronto, idossavo una t-shirt verde, un jeans e un paio di converse nere, non era nulla di speciale forse, ma era l'unico modo in cui potevo sentirmi a mio agio con un ragazzino di 13 anni. Le 7.20, era arrivato il momento di andarlo a prendere, non c'è bisogno di ripetervi che il mio cuore andava a mille, presi lo zaino è uscii fuori. Dovevo solo attraversare la strada, ogni passo mi faceva avvicinare al piccolo Ale. Arrivai, bussai il campanello, mi aprì il padre:"ciao, se non sbaglio tu devi essere Gabriele, un attimo, Alessandro sta scendendo." sentii i suoi leggeri passi provenire dalle scale, finalmente lo vidi, indossava una magliettina bianca, un jeans grigiastro e delle scarpe da ginnastica:" Gabri eccomi, sono pronto, possiamo andare!" mi porse ancora una volta la manina, come l'altra sera, io riuscì solo a sorridergli, come al solito andavo nel pallone "beh, ciao ragazzi, ci vediamo più tardi!" ci congedò il padre. Ci avviammo alla scuola di Ale, ci sarebbero voluti almeno un 20-25 minuti, e questo poteva solo farmi piacere. "Allora ale, in che sezione sei capitato?" "sono in terza F" alzò gli occhi per guardarmi "sono davvero agitatissimo, spero di trovarmi bene." "stai tranquillo" replicai "hai un bellissimo carattere, ti troverai sicuramente benissimo" gli poggiai una mano sui suoi morbidissimi capelli, lui mi abbracciò "Gabri sono stato davvero fortunato a conoscerti" mi gelai, non sapevo cosa rispondergli, ero così felice, eppure non mi usciva nessuna parola da bocca, poi tornai nel nostro mondo "ehi Ale, anche io sono felice di averti conosciuto." gli accarezzai la guancia, lui mi sorrise e mi abbracciò di nuovo. Non pensavo potesse affezionarsi così facilmente a me, forse anche lui provava qualcosa... Ma cosa diavolo stavo pensando?! Era solo un ragazzino appena trasferitosi, non conosceva nessuno e quindi si era appoggiato al primo ragazzo con cui aveva stretto un superficiale rapporto, sì questa idea era più plausibile, anche se speravo che la prima ipotesi fosse vera. Arrivammo fuori la sua scuola "ora devi andare, in bocca al lupo" glì diedi una pacca sulla spalla e lo invitai ad entrare, lui mi salutò e corse dentro. Aspettai che varcasse la porta d'ingresso, dopodiché andai a scuola. Passai le ore di lezione a disegnare, come mio solito, Flavia era seduta di fianco a me "sono 4 ore che disegni sempre lo stesso ragazzino, ma si può sapere chi cazzo è?" disse con tutta la sua femminilità "ma chi? Questo? No.. Nessuno, lo sai che i soggetti nei miei disegni sono astratti"ovviamente mentivo "mah,tu non me la conti giusta caro il mio Gabriele!" iniziò a darmi degli schiaffetti dietro il collo "ahah,zoccola, finiscila!" "troia finiscila tu" "ragazzi ma cos'è questo baccano? Silenzio!" intervenne il professore di italiano, la smettemmo e provammo a fingere di seguire la lezione. L'ora successiva passò altrettanto velocemente, finalmente suonò la campanella. Uscimmo da scuola "Gabri che ne dici se torniamo a casa insieme?" mi chiese flappy con un sorrisone "Flà, scusa, ma non posso proprio" "e va bene" disse un po' imbronciata, le diedi un tenero bacio sul capo e me ne andai. Dovevo andare a prendere il Ale, non volevo ci fosse nessuno, neanche la mia migliore amica. Arrivai vicino il cancello della scuola media, una marmaglia di ragazzini correva selvaggiamente per uscire spintonandosi l'uno con l'altro, dei veri animaletti! Poi lo vidi, l'avrei notato tra un milione di persone, appena sì accorse della mia presenza gli si illuminarono gli occhi e corse verso di me. "hei piccola peste" gli dissi sorridendo "ah-ah come sei simpatico" disse dandomi un pizzico sul braccio, scoppiai a ridere "dai! Lo sai che scherzo" gli avvolsi il braccio intorno al collo poggiando la mia mano sul suo esile torace e ci avviammo. Per tutto il tragitto mi parlò del suo primo giorno di scuola: le sue impressioni, le persone che aveva conosciuto e cose del genere. Il tempo volò, eravamo già fuori casa sua "grazie di tutto Gabri, sai volevo chiederti.. Ti va di passare il pomeriggio con me?"abbassò lo sguardo, era davvero in imbarazzo, si fece rosso come un pomodoro "ma certo Ale! Anzi, vieni a casa mia, ti avevo promesso una partita a fifa no?" mi guardò con una felicità indescrivibile, mi fece cenno con la testa di si, poi corse verso la porta, mi salutò con la mano sorridendomi ed entrò. Avevo un sorriso da ebete stampato in volto, non sapevo se ridere, urlare o saltare dalla gioia, ma una cosa era sicura: il rapporto tra me e Alessandro si stava fortificando ogni secondo di più. Erano le 18, lo stavo attendendo già da una decina di minuti, finalmente qualcuno bussò, mi diressi di corsa verso la porta, abbassai lo sguardo ed eccolo, quanto era bello, quel suo visino liscio e pulito, mi dava una sorta di eccitazione e felicità che non saprei descrivere, un'emozione unica, mai provata fino a prima che lo conoscessi. "Eccoti qui piccolino" lo feci entrare "forza andiamo in salone, c'è un xbox che ci aspetta" mi sorrise "i tuoi non ci sono?" "no, Ale, sono andati da mia zia, torneranno verso le dieci, infatti volevo chiederti, che ne dici di cenare da me? Ordiniamo una pizza!" speravo accettasse, volevo passare una sera con lui, da soli "ma certo! Tanto anche i miei sono usciti, e non saranno di ritorno prima di stasera.. Che casualità!" già, che casualità.. Forse era il fato che mi diceva "cazzo Gabri fai qualcosa!". Cercai di contenermi, anche se lo stavo mangiando con gli occhi. Passammo circa un'ora a giocare, poi ci stancammo e proposi un film, optammo per "paranormal activity" visto che lui diceva di essere amante di film horror. Ci posizionammo sul divano: io mi sedetti normalmente, lui invece si distese con la testa poggiata sul guanciale e i piedini vicino le mie gambe. Iniziò il film, dopo circa un quarto d'ora iniziarono le prime scene che giocavano sulla suspense "G-Gabri.. Q-questo film mi fa un po' paura.." "davvero Ale? Se vuoi lo togliamo!" gli dissi per rassicurarlo "n-no.. Però m-mi chiedevo, posso venirti vicino?" allargai le braccia per fargli capire che poteva venire da me, gattonò sul divano poggio la testa sulle mie cosce, a ridosso del mio membro, ma dovevo contenermi, non dovevo dimenticare che era un ragazzino, gli misi una mano sul petto, sentivo il suo battito, quel "bum bum" così veloce, non riuscivo a capire se la tachicardia era data dal film o dalla situazione. Iniziai a carezzargli i capelli, lui socchiuse gli occhi, a quanto pare gli piaceva, così con la mano che prima avevo sul suo petto iniziai a massaggiare il suo pancino, prima sopra la maglia, poi la alzai leggermente ed infilai la mano sotto di essa. Lui non oppose alcuna resistenza. Sentivo quei leggiadri addominali sotto la mia mano, la pelle era liscissima, nemmeno un filo di peluria, nulla. Era la perfezione. Ormai nessuno dei due pensava più al film, per me c'era solo lui e, probabilmente, per lui c'ero solo io. Il suo respiro divenne più pesante ed affannoso, ogni tanto si concedeva qualche gemito e anche qualche sobbalzo, visto che il mio massaggio gli procurava dei piccoli brividi. Ad un certo punto mi bloccai, rimasi lì, a fissarlo, in tutta la sua bellezza, era un qualcosa di indescrivibile, lui aprì lentamente gli occhi, un po' confuso"p-perchè ti sei fermato?" mi chiese con un filo di voce "a momenti ti saresti addormentato e la serata è appena cominciata!" cercai di sdrammatizzare, anche se effettivamente avevamo più di due ore ancora da passare insieme. Alle otto arrivò la pizza, in una decina di minuti la finimmo, eravamo entrambi affamati e, dopo una mezz'ora passata a vedere stupidi video su youtube, tornammo di nuovo sul divano, così, per chiacchierare un po'.. Iniziammo a parlare del più e del meno quando, per puro caso, uscì nel discorso l'argomento primo bacio "e.. Gabri.. Cosa si prova a dare il primo bacio?" lui era disteso con la testa sulle mie gambe, come in precedenza "beh, Ale, è una sensazione particolare, prima di darlo ti crei tutti i problemi del mondo, anche quelli più impensabili. Ma una volta che arriva il momento, tutto sparisce.. questa ovviamente è un'osservazione soggettiva, ognuno può viverla a modo suo" io continuavo ad accarezzargli i capelli "wow, quindi, per quanto tu dici, deve essere davvero qualcosa di fantastico, vorrei tanto provare anche io un'emozione del genere.." questa frase mi suscitava qualche dubbio, Alessandro forse non era così innocente come pensavo? O forse ero semplicemente io che mi creavo delle idee maliziose. Le mie domande ebbero risposta quando Alessandro si avvicinò al mio petto, sedendosi in braccio a me, mi guardò negli occhi, c'era un qualcosa di speciale nel suo sguardo " Gabri.. N-non so come d-dire.. Tu.. Beh.. Sei.. Una persona speciale.." non sapevo cosa fare, lui evitava i miei occhi, era un bel po' in imbarazzo "cosa vuoi dire Ale?" "G-Gabri n-non prendermi per pazzo, lo so che non ti conosco proprio.. M-ma.. Beh.. Mi.. Piaci." mi bloccai per un istante, ero sconvolto, mi sembrava impossibile.. Il mio sogno, ciò che volevo, era lì davanti a me, e aveva appena detto che gli piacevo "A-ale.." "Scusami Gabri ho sbagliato" aveva gli occhi lucidi, un po' per l'imbarazzo e probabilmente anche per la paura di essere rifiutato "no, Ale, tu non capisci... Anche tu mi piaci." mi guardò di nuovo, quei suoi occhi color nocciola mi ipnotizzavano, non sapevo cosa fare, lui lentamente si avvicinò al mio viso, chiusi gli occhi, ecco.. Le nostre labbra erano ormai unite.. Lasciai andare delicatamente la lingua, lui seppe ricambiare con abile maestria, non sembrava poi così impacciato. Il bacio durò a lungo, all'emozione si aggiunse l'eccitazione e non seppi controllare la mia erezione, non so se ne accorse o meno, ma ad un certo sentii una presenza premere sul mio addome, a quanto pare anche a lui stava piacendo. Non volli passare alla parte sessuale, nonostante anche lui fosse eccitato, non lo conoscevo ancora, e non volevo rovinare quel momento così perfetto. Poi ci staccammo, mi guardò di nuovo e sorrise, io lo abbracciai. Passammo tutto il resto della sera così, abbracciati, sentire il calore del suo corpo e il suo profumo per me era già tutto. Purtroppo si fecero le dieci, quindi dovetti accompagnare Ale a casa, lo abbracciai e gli diedi la buona notte. Ero ancora incredulo, non riuscivo a crederci, il piccolo Ale stava diventando il "mio" piccolo Ale.
     
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  8. gg83
     
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    stupendo e tenerissimo questo racconto, mi piace un sacco continualo ti prego
     
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  9. pharaons
     
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    Complimentiiiiii racconto fantastico!!! Vai migliorando! :)
     
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    Grazie millee sto cercando di seguire al massimo i vostri consigli :)
     
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  11. oldmanny
     
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    davvero bello e molto tenero, spero di leggere il seguito molto presto ;)
     
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  12. ellysofy
     
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    io concordo con gli altri..davvero bella questa storia...apetto un seguito con impazienza ma prendi il tempo che ti serve per scrivere al meglio..complimenti
     
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  13. kl-O.C.
     
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    Molto, ma molto, ma molto, ma molto carino.

    Solo se posso permettermi ti consiglierei di far perdere leggermente l'area da ragazzino quel tanto che basta per la prima volta tra i due, ora come ora è troppo un bambino, ti consiglierei di farlo crescere.
    Naturalmente non troppo lentamente e non aspettare troppo la scena della prima volta tra i due


    Ancora complimenti
     
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  14. Shadow the Hedgehog
     
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    molto bello e interessante complimenti continua così ^^
     
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    Chiedo scusa per avervi fatto attendere ma in questo periodo lo studio mi ha rubato un sacco di tempo c.c
    Ecco il seguito :)

    Capitolo 4: la zia malata. Erano passate due settimane da quel fatidico lunedì, tra me e Alessandro il rapporto andava a gonfie vele, ormai ogni scusa era buona per stare da soli. Era domenica mattina, ero ancora nel letto quando sentii bussare alla porta, mi sembrava proprio la voce della madre di Ale, poi dei passi veloci provenirono dalle scale, qualcuno entrò in camera mia, la luce era spenta ed io ero ancora mezzo addormentato, sentii una manina poggiarsi sulla mia schiena, era sicuramente lui, mi girai ed eccolo, era in ginocchio di fianco al mio letto, mi stampò un tenero bacio sulle labbra "buongiorno dormiglione, dai scendi giù che dobbiamo dirti una cosa!" non stavo capendo, cosa dovevano dirmi? Ero davvero curioso di saperlo. Mi alzai dal letto, ero in boxer, Alessandro appena mi vide sgranò gli occhi, mi squadrò da capo a piedi, soffermando lo sguardo sul mio pacco "ehi cosa guardi?" ridacchiai "non guardarlo troppo che si emoziona" mi lanciò un'occhiataccia "ma che vuoi? Non è colpa mia se si nota così tanto!" rise anche lui. Indossai una tuta e scendemmo giù, c'erano mia madre e la madre di Alessandro in salotto a bere un caffè "oh, ecco Gabri" disse mamma "ascolta, la zia di Rosa è molto malata e quindi mi ha chiesto se possiamo ospitare Alessandro per circa una settimana, sono convinta che per te non ci sia nessun problema, vero?" non riuscivo a crederci, dentro di me stavo già facendo i salti di gioia, ma cercai di mantenere la calma "ma certo mamma, lo sai che per me è un piacere" la madre del piccolo sì rivolse a me sorridendomi "grazie mille, davvero" poi guardò mia madre "ora devo scappare, dobbiamo partire subito. Alessandro nello zaino ha tutti i vestiti e la biancheria, in caso avesse bisogno di qualcosa queste sono le chavi di casa" porse un mazzetto di chiavi a mia madre, nella sua voce sì avvertiva agitazione, probabilmente era molto sotto pressione. Detto ciò mia madre l'accompagnò alla porta, la donna abbracciò il figlio, salutò tutti ringraziandoci nuovamente ed uscì. "Bene Alessandro, puoi posare lo zaino in camera di Gabriele, dormirai con lui visto che ha un letto spazioso, spero che non ti dia fastidio" "assolutamente no signora! Anzi," mi guardò "con Gabriele mi trovo benissimo!" gli carezzai il capo e lo invitai a salire con me. Passammo la giornata in camera mia giocando con l'xbox, ridendo scherzando e, ovviamente, baciandoci. Erano le 19.00, mia madre mi chiamò "Gabri io e tuo padre usciamo, saremo di ritorno per le undici" detto questo sentii chiudere la porta. Ora eravamo solo io e il mio piccolo Ale, tutta la casa per noi, tutta la serata per noi. Io ero in t-shirt e bermuda, mentre lui indossava una canottiera larga e dei pantaloncini, che facevano intravedere il suo corpo in tutta la sua bellezza e delicatezza. In tv stavano dando il wrestling, la lotta più finta che possa esistere, ma ad Ale piaceva quindi lasciai su quel canale, eravamo seduti entrambi sul letto, lui appoggiò la testa sulla mia spalla, poi mi guardò "vuoi sfidarmi?" ero confuso "pardon?" "Suvvia non fare la femminuccia, facciamo una sfida di wrestling" c'era un velo di perversione in quella proposta "guarda che ti batto di sicuro" gli dissi con un sorrisetto malizioso "staremo a vedere" disse e si alzò in piedi sul letto, mi guardo negli occhi e mi saltò addosso. Ovviamente io non opposi alcuna resistenza, gliela davo sempre vinta, e la cosa non mi dispiaceva neanche, quel suo corpicino che si muoveva sopra di me mi eccitava tantissimo, infatti mi divenne duro.
    Lui a quel punto si fermò, sì sedette sulle mie cosce e osservò il mio pene, io ero disteso sul letto, un po' imbarazzato, avevo paura che la cosa avesse potuto turbarlo, ma ad un tratto posò la manina su di esso "ma cosa abbiamo qui? A quanto pare c'è qualcuno che scalpita" iniziò a massaggiare da sopra il pantalone, non riuscivo a crederci, non era poi così ingenuo il ragazzino. Notai dai suoi pantaloncini che qualcosa di ergeva allora lo presi e lo buttai sul letto, ora ero io sopra di lui "mai abbassare la guardia mio caro" iniziai a baciarlo appassionatamente, gli sfilai la canottiera, scoprendo un corpicino asciutto e liscissimo, lui socchiuse gli occhi, i baci scesero sul collo, poi sul torace, andai a giocherellare con i suoi rosei capezzoli, a questo punto iniziò a gemere, la mia mano scese verso il suo cazzetto ormai di marmo, lo massaggiai prima da sopra i pantaloncini, poi mi staccai dai capezzoli e glieli abbassai insieme ai boxer, ne usci fuori un pisellino bellissimo, sui 12-13 cm, con la cappella ancora coperta e una leggerissima peluria sul pube, le palline, ancora poco sviluppate, erano liscissime, senza neanche un pelo. Non riuscii a resistere, abbassai la testa e glielo presi in bocca, leccavo dolcemente, stuzzicando la cappella ed il frenulo, ad ogni colpo di lingua emetteva dei gemiti eccitantissimi, il mio pisello stava per scoppiare. Passarono circa 5 minuti, io continuavo a pompare aumentando a poco a poco la velocità, Ale iniziò a darmi il ritmo con il bacino, accelerò anche lui "Gabri, sto venendo, eccolo, aaah" dalla punta del suo piccolo cazzo schizzarono 3 fiotti di spema che mi finirono dritto in gola, ingoiai tutto è lo ripulii per bene, lui era lì, con gli occhi chiusi e la bocca semi aperta, dopo circa due minuti si riprese, mi guardò "ora tocca a me" mi venne sopra, mi tolse la maglia e fece la stessa cosa che avevo fatto io prima con i suoi capezzoli, dovevo ammettere che era proprio bravo, mi sbottonò i pantaloni e infilò la manina dentro i boxer, poi li abbassò, guardò il mio cazzo "wow è enorme!" era sbalordito, lo avevo lungo sui 17 cm e mezzo, probabilmente era il primo pene "adulto" che vedeva, la cappella era semi scoperta, con una peluria scura sul pube. Lo prese in mano, iniziò una lenta sega, non staccava gli occhi da lì "ti piace cosi tanto?" gli chiesi "s-sì, è bellissimo ed enorme" era ipnotizzato "è tuo, puoi farci quello che vuoi" gli dissi, lui sorrise, e subito lo prese in bocca, sentii il calore delle sue labbra avvolgermi il pene, una sensazione stupenda, iniziò a muovere la linguetta sulla cappella, era davvero bravo. Poi scese verso le palle, iniziò a succhiarle una ad una, ora ero io che gemevo e lui ad ogni verso che emettevo era sempre più fiero di sé. Poi ritornò alla mia asta, ora assocciava alle leccate una vigorosa sega, stavo davvero per scoppiare "Ale, arrivoooo!!" esplosi nella sua bocca, 5 6 7 fiotti di calda sborra che il piccolo prese tutta senza fare complimenti. "mmm è buonissima" mi sorrise, poi sì avvicinò alla mia bocca e mi baciò. Le nostre lingue si intrecciarono, riuscivo a sentire il sapore del mio seme e la cosa non mi dispiaceva per niente. Poi lo presi in braccio e, entrambi nudi, ci dirigemmo in bagno per farci una bella doccia calda. Durante la doccia ci facemmo una sega reciproca, e lui volle di nuovo ingoiare, a quanto pare gli piaceva davvero tanto.
    Dopo esserci lavati ci mettemmo a letto, ormai sfiniti. Eravamo sotto le lenzuola, entrambi in mutande, abbracciati "Gabri buonanotte" mi strinse forte ".. Ti amo" ero scioccato, non ero ancora pronto per un passo del genere, non riuscivo a pronunciare quelle due parole. Mi limitai a baciarlo dolcemente "buonanotte piccolo mio".

    Edited by Koh - 2/10/2017, 18:55
     
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