Filippo impara la disciplina[Young]

racconto spanking

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  1. pallando01
     
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    Nota: spero la storia vi piaccia, è il primo tentativo. Si ispira ad altri racconti che ho letto, specialmente in inglese, basati sullo spanking ma anche sull'ageplay: mi piacerebbe proseguire con Filippo e Marco in questo senso, vorrei però sapere se a qualcuno la cosa interessa...ogni critica, costruttiva possibilmente, è gradita e apprezzata.

    Riguardo alle immagini: non ne sono possessore e non detengo alcun diritto su di esse. Se qualcuno ne avesse e desiderasse che siano tolte, basta farlo sapere.

    -Basta, Filippo! Questa cosa deve finire, e deve finire adesso! - stava dicendo, o più esattamente gridando, Marco, rivolgendosi per l'ennesima volta al diciassettenne nipote.
    Filippo era infatti figlio di Angelica, la sorella maggiore di Marco. Il marito di Angelica se n'era andato due anni prima con una donna più giovane, lasciando da soli moglie e figlio. Da allora Filippo, che già prima in effetti era piuttosto viziato, era diventato insopportabile, venendo a essere un serio problema per la madre.
    Voti insufficienti a scuola, brutte compagnie, tutte le solite occasioni per impensierire Angelica che però non sapeva che pesci pigliare. In più, per lei, problemi di lavoro: era stata trasferita dalla banca in una città a due ore di distanza, ma non voleva trasferirsi con Filippo perchè lui già era nei guai a scuola, e interrompere l'anno scolastico a quel punto avrebbe significato una sicura bocciatura.
    A questo punto era entrato in gioco Marco, il ventottenne fratello di Angelica, a cui era molto legato. Per questo motivo, e perchè voleva effettivamente bene al nipote, aveva accettato di farlo restare con lui e tenerlo d'occhio, dando così modo ad Angelica di trasferirsi, ingranare con il lavoro e, soprattutto, riprendere le redini della propria vita, recuperando la serenità che il figlio le stava togliendo.
    Chiaramente, Marco non intendeva però fare la fine di Angelica: perciò la sua condizione per accettare di tenere con sé Filippo era stata che avrebbe potuto fare come avrebbe voluto per disciplinarlo...in realtà aveva alcune idee piuttosto particolari, ma Angelica era decisa a tentare il tutto per tutto, e dette perciò via libera al fratello, garantendo che non avrebbe interferito e l'avrebbe anzi appoggiato.
    Erano passate tre settimane e Filippo aveva dato davvero il peggio di sé: lasciando stare il disordine in casa e la pigrizia rispetto a qualsiasi lavoro domestico, non rispettava nemmeno alcun orario e non dava il minimo segno di essere in procinto di rimettersi a studiare. Note dei professori, brutti voti, strafottenza: Marco ci aveva provato con le buone, ma era consapevole a questo punto che suo nipote se ne stava allegramente fregando. Quella sera suo nipote, infischiandosene che il coprifuoco era stato fissato a mezzanotte, era rientrato alle due senza avvisare, e pure ubriaco.
    -Ora vai a dormire subito, e non pensare di passarla liscia, ci saranno conseguenze questa volta. E te ne accorgerai. - disse perentorio al nipote. - Ok, ok, vado...non serve che ti scaldi eh, non è mica successo niente – fu la risposta di Filippo, a metà tra il minimizzare e il provocare con la sua solita strafottenza. Una porta chiusa alle sue spalle chiudeva anche il discorso... “Per questa notte” pensò Marco tra sé “è arrivata l'ora di fare sul serio”.

    Come da programma, il mattino dopo alle sette Marco era in piedi e pronto per un caffè: assaporandolo sulla terrazza di casa, affacciata sulla città ancora dormiente in una domenica di giugno, ripensava a suo nipote ragazzino e a come quell'idiota di suo cognato l'aveva rovinato viziandolo. Eppure non era cattivo, ed era tutt'altro che stupido o insensibile. Marco era determinato a fare tutto il necessario per rimetterlo sulla retta via. Tale determinazione era facilmente leggibile nella pianificazione che aveva portato avanti da un bel po', assicurandosi l'approvazione di sua sorella Angelica...ma oltre alla determinazione, c'era il sorriso che affiorava sulle sue labbra, legato forse a dei pensieri di altra natura, più piacevole.
    Ad ogni modo, vestitosi, Marco percorse il corridoio e entrò nella camera dove ospitava il nipote, aprendo la porta in silenzio per non svegliarlo. La luce che passava dalle persiane socchiuse illuminava piuttosto bene il volto addormentato del ragazzo: un ciuffo dei suoi folti e ribelli capelli castani gli ricadeva sulla fronte. Gli occhi grandi e castani erano chiusi, ma il viso risultava comunque attraente per la regolarità dei tratti, gli zigomi alti, la mascella definita ma non esagerata e le labbra piene e rosse.
    Sotto le lenzuola, un corpo tonico, viste le ore passate in palestra, una moda recente per Filippo ma che arrivava dopo qualche anno di piscina che gli aveva irrobustito le spalle e modellato un po' il fisico, comunque ancora acerbo e da ragazzo.
    Marco, che già aveva potuto rimirare la figura del nipote in altre occasioni, senza perdere si diresse alle persiane che spalancò di colpo, rivolgendosi contemporaneamente al ragazzo e dicendo forte: - Filippo, alzati che è ora! -
    Intontito, Filippo si rigirò nel letto, socchiuse gli occhi, vide la sveglia e disse: - Ma che cazzo c'è? Sono le otto ed è domenica, non rompermi i coglioni che ho sonno...-
    Marco, per la prima volta senza perdere la calma, si sedette sul bordo del letto e disse : - Certo che hai sonno, visto che sei tornato con due ore di ritardo e per di più ubriaco. La musica da oggi però per te cambia: tanto per cominciare non ti sono più concesse parolacce in casa mia. Dovrai meritare di essere trattato come un ragazzo di diciassette anni dimostrando maturità- .
    Filippo fece tanto d'occhi al sentire suo zio, in fin dei conti più grande di lui di soli undici anni, che gli parlava così perentorio.
    Senza pensarci due volte rispose: - Ok, ok certo...chi te l'ha scritta questa predichetta del cazzo, la mamma? Guarda che so da solo...-
    Uno schiaffo di Marco troncò la frase. Un silenzio esterrefatto prese il posto del tono di sufficienza di Filippo: anche se lo schiaffo non era stato particolarmente forte, il ragazzo non poteva credere che suo zio l'avesse fatto. E tuttavia questo era ancora nulla.
    - Filippo, non ti rendi conto che le conseguenze delle tue azioni possono rovinarti la vita. Ma ci penserò io a fartelo capire: da oggi, ogni comportamento che giudicherò sbagliato verrà punito. E non sto parlando di toglierti il cellulare o la paghetta, cose che comunque farò. -
    - Ma cosa stai dicendo? - trovò il fiato di chiedere Filippo. - Lo vedrai da subito: non ci si rivolge a chi ti ospita a casa sua con quel linguaggio. Anzi, tu le parolacce le dovrai proprio dimenticare. E per aiutarti partiremo con trenta sculacciate.-
    Sculacciate? Ma tu sei del tutto fuori di testa? Ma provaci e ti denuncio, aspetta che chiami mia madre...- fu la furente risposta. - Si da il caso che tua madre sia d'accordo con me, e te lo potrà confermare lei stessa al telefono...dopo la tua punizione, naturalmente. - replicò Marco imperterrito. Filippo era fuori di sé: - Ma sei una testa di cazzo se pensi che te lo lasci fare, un cretino! - e fece per alzarsi e andare verso la porta.
    Ora, un particolare non rivelato finora ma utile da sapere a questo punto, è che Marco era reduce da quindici anni di pallanuoto, il che, unito a un metro e ottantacinque di altezza, aveva portato a un fisico da non sottovalutare affatto. Marco infatti, senza battere ciglio, si interpose velocemente tra Filippo e la porta, prendendolo per le braccia e spingendolo verso il letto – Proprio non hai capito, ragazzino, per te è finita l'era del “qui comando io”...in più il tuo tono e i tuoi insulti proprio non mi sono piaciuti, se prima erano trenta direi che ora le sculacciate sono cinquanta.- Sempre trattenendo Filippo che si divincolava disperatamente, Marco si sedette sul letto e se lo rovesciò sulle ginocchia. - Ed ora, dal bulletto del sabato sera, abituati alla tua nuova condizione in casa: un ragazzino cattivo che dev'essere punito. -
    -Daaai, ti prego, lasciami! - tentò Filippo –ho capito, non serve...-
    -Oh, no che non hai capito, non ancora per lo meno. -rispose Marco. Abbassò gli shorts del nipote e cominciò a far piovere sul quel bel sedere muscoloso una pioggia di manrovesci sonori. Inizialmente per l'urlante Filippo il dolore fu assai secondario rispetto all'umiliazione di essere capovolto come un bambino sul grembo del suo giovane zio, ma dopo un po' le manate iniziarono a intorpidirgli il culo e presto cominciò proprio a dolore.
    Fu quindi sollevato al sentire lo zio interrompersi. - Bene, e le prime venti sono andate – disse Marco.
    - Venti? Ma come venti? - chiese disperato Filippo, cercando di voltarsi verso suo zio che stava sorridendo di cuore all'espressione del nipotino viziato. - Ti prego, zio, basta...lasciami stare, per piacere...! -
    Ma le proteste non erano destinate ad avere buon fine. - Ti conviene risparmiare il fiato mi sa. – disse Marco, abbassando contemporaneamente i boxer che fino ad allora avevano protetto l'intimità del nipote.
    Incurante delle proteste furibonde di Filippo, calò le mutande fino alle caviglie ed assunse un tono derisorio: – Ed ora eccoci qua, guarda che bel culetto liscio e rosa...come un bambino...anzi, rosa scuro a dire la verità...un ragazzo di diciassette anni in queste condizioni, non ti vergoni Filippo? - Con l'altra mano passò oltre le natiche e palpò il membro del nipote, di dimensioni normali e anche un po' turgido.
    Divertendosi decise di calcare con l'umiliazione: - Ed ecco qui questo pisellino dello zio, non sei ancora cresciuto molto eh? Non preoccuparti, avrai tutto il tempo di maturare, fisicamente e nel comportamento. -
    Mentre Filippo gemeva, Marco divertito gli accarezzò il sedere, notando che il ragazzo era tutto rigido e contrattò e pregustando quello che lo aspettava. - Bene, riprendiamo con altri venti colpi. - Se quelli di prima era stati forti, ora esagerò deliberatamente, pensando che se doveva ridurre suo nipote allo stato di un ragazzino era meglio farglielo capire subito.
    La sua manò si abbattè con regolarità sulle natiche del ragazzo, colpo dopo colpo, senza risparmiare nessuna zona, dalle cosce carnose ai glutei e allo spacco che per il dolore si apriva e chiudeva mostrando il buchino di Filippo.
    Il ragazzo cercava di resistere, ma dopo cinque colpi iniziò a singhiozzare, abbandonò ogni resistenza fisica limitandosi a sobbalzare per le sculacciate e a pregare lo zio di smetterla.
    Non occorre dire a questo punto che Marco non aveva la minima intenzione di assecondare le richieste di Filippo. Passarono venti colpi e Marco si fermò. Con voce poco più gentile, disse al nipote: - Hai visto, ne hai già presi quaranta...ora ne mancano solo dieci. Con la cinghia però. -
    -Come con la cinghia? Ma perchè? Ti prego zio...-
    -Perchè voglio davvero che la lezione ti resti impressa per bene. Prima però starai mezz'ora nell'angolo, con le mani sulla testa.-
    -Eh? Ma perchè 'sta roba nell'angolo?- chiese Filippo, rialzandosi dalle ginocchia dove lo zio non lo tratteneva più, e passandosi una mano ad asciugare i solchi lasciati dalle lacrime sulle sue guance lisce.
    -Filippo, mi sta seccando questa tua mania di non obbedire e rispondere sempre. Non ti serve sapere il perchè delle cose, impara ad obbedire subito. Magari facciamo venti colpi con la cintura?-
    -No, no., va bene..aè che prima vorrei andare al bagno, è già un po' che trattengo una pisciata-
    Marco schiaffeggiò il ragazzo seccamente, dicendo subito: - Ancora con questo linguaggio? Da ora in poi dirai “pipì”, come un bravo ragazzino. E visto che sei impertinente, facciamo un'ora all'angolo. Penso che a diciassette anni tu sia in grado di trattenerti un po'. Muoviti, all'angolo...e se vuoi scosto anche le tende così il tuo amico Gabriele che abita lì di fronte ti vede un po'...-
    La minaccia sortì l'effetto di tacitare ogni residua lamentela di Filippo, che sudava freddo al solo pensiero che qualche suo amico avesse idea di cosa gli stava capitando.

    Ed ecco l'adolescente di diciassette anni all'angolo: figura snella e con qualche muscolo in rilievo, gambe lunghe e insospettabilmente lisce, sedere rotondo e rosso, la zazzera scomposta e, unico indumento, la canottiera...Marco lo contemplò seduto sulla sedia a dondolo della stanza, ammonendolo a non osare massaggiarsi il sedere se non voleva aumentare la punizione. Guardandolo, altre idee gli venivano in mente...soppesatele, sorrise e, per far passare il tempo, si dedicò a leggere il giornale.
    Dal canto suo Filippo era scioccato per tutto quello che era successo...oltre che fargli effettivamente male il culo, il cambiamento di status da giovane rampante a bambino cattivo era davvero qualcosa di incomprensibile, anche se ancora più incomprensibile era stato sentire le mani dello zio sul suo corpo, riempendolo di strane sensazione anche mentre gli diceva cose così umilianti. Tutti questi pensieri si univano alla consapevolezza di essere nudo e rivolto a un muro, e alla sensazione di urgenza crescente per andare in bagno. Rassegnato, sperò che il tempo passasse...
    ...E in effetti un'ora passò. Marco, che intanto aveva preso in mano una cintura D&G del nipote, lo chiamò: - Puoi venire, Filippo, siamo alla fine della punizione. -
    Filippo, da un lato rassegnato a subire ancora dieci colpi, per di più con la cintura, dall'altro era sollevato all'idea che presto tutto sarebbe finito e sarebbe anche potuto finalmente andare in bagno.
    -Ora stenditi con la pancia sul letto e apri bene le gambe...di più, ecco, così. - disse Marco, mettendo bene in mostra non solo il culetto del nipote, ma anche le sue cosce e l'ano roseo. - Cominciamo. Conterò io i colpi. -
    E, come annunciato, cominciò.
    -Uno!-
    Veloce come un fulmine, la cintura si abbattè sonoramente su Filippo, per l'esattezza nel punto dove la coscia della gamba sinistra cominciava a unirsi alla chiappa. Il colpo era stato davvero forte e colse del tutto di sorpresa Filippo, impreparato a qualcosa che mai aveva subito. Gli tolse il respiro.
    - Due, tre! - seguirono altri colpi in velocità, rendendo Filippo ancora più dolorante.
    -Ah! Nooooo! - gridava, mentre il quarto e il quinto colpo continuavano a infliggergli una sensazione insopportabile. Al sesto colpo sentì anche una goccia di pipì cominciare a scappargli fuori, e tentò disperatamente di trattenersi per evitare un'ulteriore umiliazione. All'ottavo colpo però si rese conto che non ce l'avrebbe fatta a resistere e si lasciò definitivamente andare.
    -...e dieci!- concluse Marco, a cui non era sfuggito nulla ma che non voleva perdere la possibilità di fare ancora un po' di commedia ai danni del ragazzo. - Filippo, tirati su...ma...cos'hai fatto? Non ci posso credere, la pipì addosso? -
    Filippo continuando a piangere di vergogna si tirò su e rispose: - Ti avevo detto che mi scappava, ma tu...-
    -Pensavo potessi resistere, ma evidentemente sbagliavo...vieni, devi ripulirti.- disse Marco, e prese Filippo, ormai al di là di ogni resistenza, per mano, accompagnandolo in bagno. Lo fece sedere sul bidè e cominciò a lavarlo e insaponarlo su pene, testicoli e intorno all'ano, senza risparmiare una nuova umiliante predica. - Non è bastato doverti sculacciare e frustare con la cinghia, dovevi farti anche la pipì addosso è? A diciassette anni! Tante arie da adulto, e poi, basta qualche sculacciata e si fa la pipì sul suo stesso letto...incredibile...dovrò pensare a dei provvedimenti anche per questo-. Filippo, esaurito dalla situazione incredibile fino al giorno prima, non trovò nulla da rispondere e si lasciò manipolare, godendo almeno del sollievo per i suoi poveri glutei.
    Sciacquatolo, Marco lo asciugò e sempre tenendolo per mano l accompagnò, questa volta in salotto. Seduto sul divano, lo fece di nuovo mettere rovesciato sul suo grembo – Tranquillo, ti metto un po' di crema ora. - disse, percependo il panico di Filippo che temeva una nuova sculacciata. E così fece, passando con cura e con discreto piacere la pomata rinfrescante lungo ogni centimetro di quel bel sedere, insistendo ovunque...proprio ovunque. Poi lo tirò su a sedere, sempre tenendolo sulle ginocchia e disse: - Filippo, questo era solo l'inizio. Da oggi la tua vita cambia, e temo che le sculacciate e le punizioni non finiranno qui per niente.-
    Filippo disperato si rimise a piangere, dicendo – Sarò buono, vedrai...- e abbandonando la testa capelluta sulla spalla dello zio.
    Marco, compiaciuto, con una mano gli massaggiò affettuosamente il culetto, con l'altra gli accarezzò i capelli, sussurrando “So che vorresti esserlo, ma la strada è ancora lunga, perciò lo zio ti aiuterà. Dovrai essere molto buono. Abbiamo molte regole nuove da stabilire...ho meglio, io le devo stabilire e tu le dovrai seguire. Ed è solo il primo giorno.” sorrise Marco.


    Sotto: come immagino Filippo. Dalla pagina tumblr "gonevirile".

    gonevirile_filippo_0

    Edited by •Imirichiwa• - 17/3/2018, 20:22
     
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  2. Vinarck~
     
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    Interessante :asd:
    mi piace , aspetto il seguito per dare un giudizio migliore
     
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  3. final fan
     
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    interessante e scritto bene... una sola cosa: nella frase finale, "o meglio" non va con l'h ;)
     
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  4. pallando01
     
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    mmmm, che figura...ecco cosa succede a essere sciatti e pigri...non ho riletto bene! alla faccia del liceo...grazie dell'attenzione!
     
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  5. Night
     
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    Ti prego posta il seguito è bellissimooo *__*
     
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  6. starhunter
     
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    Che gran bastardo che è Marco!! xD

    Seguito! Seguito! Seguito! :happy:
     
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  7. gg83
     
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    semplicemente meravigliosa ed eccitante non vedo l'ora di leggere il seguito
     
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  8. merendina62
     
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    continua è eccitante
     
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  9. Eolo1212
     
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    voglio la seconda parte ORA XD
     
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  10. pallando01
     
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    Capitolo secondo

    Nota: ecco il secondo capitolo...come vedete, la storia diventa un po' più esplicita e si spinge ulteriormente verso l'ageplay...fatemi sapere se apprezzate o se ci sono indicazioni, curiosità e suggerimenti di ogni tipo.

    Quella domenica, dopo la prima sculacciata, in casa regnò una tranquillità insospettabile fino al giorno prima. Filippo si barricò in casa, doveva in qualche modo metabolizzare l'accaduto. Naturalmente Marco non si dimenticò della sorella, e più tardi la chiamò al telefono alla presenza di suo nipote: una chiamata in viva voce chiarì definitivamente che Angelica demandava a Marco ogni aspetto della disciplina riguardante il giovane e viziato diciassettenne. Filippo quasi non ci poteva credere mentre ascoltava sua madre congratulandosi con lo zio Marco per l'inizio deciso: addirittura lo incoraggiò a non farsi remore e ad andare avanti così.
    Quella sera, Marco dopo cena riprese la conversazione con Filippo e gli disse: - Come hai visto, Filippo, tua madre è d'accordo con te. Spero che tu capisca che tutto questo non è fatto per offenderti, ma per raddrizzarti e fare di te un uomo. Proprio questo è quello che conta: fin quando non sarai maturo, verrai trattato come un bambino. Per ogni errore ci saranno conseguenze per te, e le scoprirai via via...quella che hai scoperto oggi è che se ti comporti male, una cosa che può capitarti, e che mi sa ti ricapiterà, è di essere sculacciato. Mi sono spiegato? -
    -Sì...ho capito, ho capito...posso andare ora?- rispose Filippo, stanco, sconcertato e nervoso.
    -Vai pure, buonanotte.- disse Marco. Poi seguì con gli occhi Filippo mentre saliva le scale, ammirando quel posteriore su cui tanto avrebbe avuto ancora da lavorare.

    Filippo salì svelto le scale, lieto di poter mettere una porta fra lui e quel mondo che all'improvviso poneva davanti a lui degli ostacoli e gli impediva di comportarsi come gli saltava per la testa. Non poteva certo confidarsi su un amico su cose di questo tipo, quindi si distese sul letto e contemplando il soffitto cominciò a riflettere.
    La cosa più strana era che a pensarci sentiva per suo zio Marco un affetto più grande di prima, come se quel contatto, oltre al dolore, gli avesse anche portato la soddisfazione di una cura per lui che nessuno aveva avuto prima, almeno non in quel modo. In fin dei conti aveva un sacco di ricordi con quello zio di solo undici anni più grande di lui, che tante volte se l'era portato dietro già nella sua infanzia. Strano sentire un legame rafforzarsi dopo una sculacciata.
    Ma forse non era questa la cosa più strana, no...quello che davvero non capiva era la strana eccitazione che aveva percorso il suo corpo mentre lo zio lo sculacciava e lo manipolava: come mai l'umiliazione si accompagnava a quello stato di tensione fisica quasi piacevole? Anche a ripensarci ora, sentiva la pelle d'oca...e non solo, anche un turgore nelle mutande...
    A ben pensarci, si meritava di consolarsi un po' dopo quella giornata, perciò pose la mano sull'uccello e si dette conforto, ma con pensieri decisamente diversi dal solito.

    Il mattino dopo, Marco come di consueto preparò la colazione e, già pronto per andare in ufficio, svegliò Filippo augurandogli una buona giornata e ammonendolo a rigare dritto.
    Filippo, che dopo la notte di riposo si sentiva già pronto a rialzare pian piano la cresta, possibilmente evitando di esporsi a ritorsioni che comportassero altre sculacciate, si preparò con tutta la cura di un adolescente fighetto e se ne andò a scuola.
    Purtroppo, complici la domenica particolare del giorno prima ma sopratutto il suo menefreghismo per le materie che non gli piacevano, si era dimenticato del tutto di non dover preparare e esporre una ricerca sul barocco per il prof. Grabis, l'insegnante di storia dell'arte, che fra l'altro non lo vedeva di buon occhio visto il suo comportamento. E infatti Filippo riuscì a peggiorare la situazione, aggiungendo alla dimenticanza una risposta con tono arrogante e aggressivo. Il professor Grabis, di fronte a una capra del genere, non potè risparmiarsi né un tre né una nota sul libretto, scatenando il panico nella testa di Filippo che già temeva l'ira funesta di suo zio.
    Così pensò tra sé e sé che doveva assolutamente trovare un modo per farla franca, e naturalmente confessare era semplicemente fuori questione. In fin dei conti era abbastanza furbo da trovare la maniera per fregare lo zio, il professor Gabris e chiunque altro.
    Perciò, quando Marco a pranzo gli chiese com'era andata, rispose con la consueta vaghezza di un “tutto bene, tutto tranquillo”. Passata la prima bugia, un intero pomeriggio gli avrebbe permesso di elaborare una tattica per sistemare tutto.

    Ma, ahimè, anche quel giorno la fortuna non era dalla parte di Filippo. I gentili voleri del destino fecero infatti sì che proprio quel giorno un amico pittore di Marco inaugurasse una mostra, e che Marco, molto legato a questo amico, arrivasse a questa inaugurazione giusto in tempo per incrociare il professor Gabris. Naturalmente gli chiese come andava con Filippo e in pochi istanti il professor Gabris lo aggiornò sull'ultima malefatta. Questo rovinò a Marco il resto dell'inaugurazione, che passò preparando il da farsi.

    Poche ore dopo, a cena conclusa, Marco chiamò in salotto Filippo e pretese la consegna del libretto. Di fronte all'esitazione del ragazzo gli raccontò dell'incontro pomeridiano, concludendo così: - Mi infastidisce molto la tua negligenza e il tuo poco impegno scolastico, mi infastidisce la brutta figura col professor Gabris e ancor più mi infastidisce che tu abbia pensato di fregarmi. -
    -Ma zio...io non volevo farti arrabbiare, mi ero solo dimenticato della ricerca, e poi quello ce l'ha con me...-
    -Ti prego, Filippo, risparmiami queste scuse...non volevi farmi arrabbiare ma ci sei riuscito senza problemi! Come sai, ci saranno delle conseguenze. Togliti pure i pantaloncini.-
    Filippo arrossì in viso e strabuzzò gli occhi: - No, dai...ti prego zio, è stato un malinteso...-
    -L'unico malinteso è stato il tuo pensare di riuscire a scampartela. – proseguì imperterrito Marco – Ora, o ti spogli tu da solo o domani pomeriggio invitiamo il professor Gabris e magari sarai il modello per il primo quadro in assoluto dedicato alle sculacciate...-
    Filippo colse la minaccia più che l'umorismo e si affrettò a togliersi i pantaloncini.
    -Bravo, ci siamo capiti. - disse soddisfatto Marco, sedendosi sulla poltrona – Ora, mettiti giù. Bravo così-. Marco, soddisfatto, aveva di nuovo in grembo il suo bel nipote, muscoloso, ben formato, ma del tutto nelle sue mani. In meno di ventiquattr'ore davanti a lui c'era di nuovo un bel sedere maschile, per ora coperto da un paio di boxer neri che non facevano che renderlo più desiderabile.
    - Direi 20 colpi per la nota, 20 per il tre e 30 per la bugia.- annunciò soddisfatto.
    -Ma...sono tantissimi!- disse Filippo.
    -E se protesti aumenteranno, pensa un po'. Dovevi pensarci prima, se volevi evitarli.-
    Filippo si rassegnò all'inevitabile,in quella stupida posizione a testa in giù che lo costringeva a guardarsi i piedi...aspettò l'arrivò dei colpi...e quando iniziarono ad arrivare notò che non era né una mano né, per fortuna, la cintura...”ma che diavolo...?”pensò.
    Poi, vide che su un piede di Marco mancava la pantofola e capì “Una ciabatta??? Mi sta colpendo con una ciabatta?”
    Marco, incurante dello sdegno del nipote per un mezzo forse troppo umile per un culo di siffatta bellezza, proseguì con i colpi, calando inesorabile sui glutei e sulle cosce invitanti. Sentiva intanto il pene di Filippo indurirsi a contattò con la sua coscia, e questo in effetti aumentò anche la sua eccitazione.
    I colpi continuavano e Filippo verso il trentesimo iniziava già con qualche urletto.
    Arrivato a quaranta colpi, Marco calò le mutande di Filippo. Sotto i suoi occhi, due dolci colline di carne, ben arrossate, divise da un solco anch'esso liscio e perfetto nella sua naturalezza...decise di concedersi un po' di contatto in più e iniziò gli ultimi venti colpi con la mano, percorrendo tutta quella grazia con energia meticolosa.
    Neanche a dirlo, alla fine Filippo singhiozzava e aveva gli occhi pieni di lacrime. Marco lo fece tirar su e rimettersi in piedi. Guardando quegli occhioni grandi e scuri con la frangia ribelle davanti, Marco sentì qualcosa allo stomaco...ma si tranquillizzò subito, non era compassione bensì puro e semplice desiderio di fare dell'altro.
    -Non ti vergogni? Sei uno sporcaccione...io ti sculaccio e ti viene il pisello duro?- disse impietoso, indicando la verga di Filippo, che in effetti si stagliava fiera verso l'alto.
    -Ma..che ci devo fare io, non è mica colpa mia...- tentò di scusarsi Filippo, nell'imbarazzo più totale.
    - Che ci devi fare tu? E hai anche il coraggio di chiedermelo? Dovresti controllarti, alla tua età...ieri ti fai la pipì addosso e oggi ti ecciti mentre ti punisco? Ci penso io a fartela passare.-
    Così dicendo se lo prese in grembo, ma in modo diverso. In pratica se lo mise sulle ginocchia seduto, con la schiena appoggiata al suo petto come con i bambini piccoli. Poi con il braccio destro gli tenne le gambe rivolte verso l'alto, e con la mano di quel braccio cominciò a masturbarlo, mentre con la mano sinistra lo sculacciava, forse non molto forte...ma il suo obiettivo era più l'umiliazione in questo caso.
    -Sei eccitato, eh? Ti piace farti punire insomma. Ieri pensavo che con questo pisellino riuscissi solo a fare pipì, ma sembra che non sia così eh?-
    Filippo si sentiva morire...il dolore dei settanta colpi di prima era rinnovato da una mano di suo zio, mentre l'altra lo stava portando a un piacere più forte di qualsiasi altra sua sega. Le parole con cui avrebbe dovuto sentirsi umiliato non facevano che accrescere la sua eccitazione: - Oh, zio...-.
    -Lo sai che cosa sei? Lo sai? - chiese Marco, rallentando la sua manipolazione ma continuando la blanda sculacciata.
    -Co-cosa sono?- chiese Filippo.
    -Sei un bambino cattivo...dillo!-
    -S...s...sono un bambino cattivo- disse Filippo, al culmine della vergogna.
    -E lo sai cosa succede ai bambini cattivi?-
    - Che...che cosa, zio?-
    -Devono essere puntiti. E tu sei proprio questo, a diciassette anni...un bambino che dev'essere punito. Ora ripetilo, forte.-
    - Sono un bambino...un bambino cattivo...e devo...essere punito.- disse Filippo, sentendosi sempre più vicino al punto di non ritorno.
    -Giusto, finalmente hai capito...ora ripetilo senza smettere, e più forte.- ingiunse Marco.
    Filippo ripetè la formula imposta dallo zio, e lo sentì aumentare il ritmo, fin quando esplose in un getto cremoso più forte, intenso e sublime di sempre. Il piacere sembrò come squassarlo per qualche decina di secondi durante i quali non riuscì a pensare a nulla. Appena fu di nuovo in grado di realizzare quello che capitava intorno a lui, notò che lo zio gli aveva abbassato le gambe e l'aveva un po' rialzato...si sporse ancora un po' più in su.
    - Bene Filippo...ora spero tu sia meno...teso. Ora vai a farti una doccia, poi ci sono un paio di cose che ti voglio dire.- disse Marco.
    Mentre Filippo, a culo nudo e tenendosi l'uccello sporco di sborra, andava verso il bagno, Marco raccolse i boxer i Filippo e sorrise, pensando a quello che gli avrebbe detto tra poco.

    Filippo tornò dopo dieci minuti, con un asciugamano avvolto intorno ai fianchi, ma sempre di evidente bellezza: i capelli bagnati mettevano ancora più in risalto il suo viso e i suoi occhi, mentre il busto mostrava un fisico asciutto e liscio.
    Ma Marco non si perse in futili contemplazioni. - Come ti ho fatto capire, la sculacciata è solo una delle punizioni che ti riguardano. Grazie alla nuova trovata di oggi, stai per scoprirne una nuova.-
    Filippo, rassegnato all'inevitabile, era però curioso di sentire cosa di peggio poteva esserci.
    - Anche oggi hai dimostrato di essere tutt'altro che maturo e piuttosto bambino, quindi prenderemo un ulteriore provvedimento. Vieni con me.- disse Marco, incamminandosi verso una stanza degli ospiti in cui Filippo non entrava da un bel po'.
    -Da oggi, a riprova che sei un bambino, ti vestirai come dico io. Finchè non ne combini un'altra, per andare a scuola e uscire di casa potrai continuare a usare i tuoi vestiti, anche se li controllerò io e jeans strappati, pantaloni a vita bassa e altre schifezze sono escluse. Ma a casa i tuoi vestiti, sempre scelti da me, usciranno tutti da questo armadio – disse Marco, avvicinandosi a un grande armadio. Lo aprì e davanti agli occhi increduli di Filippo apparì un mondo di vestiti per bambino della sua taglia, ma dalle fogge incredibili: completini da marineretto di vari colori, alcuni con fiocchi e addirittura con colletti e polsini di pizzo, e poi abiti tipo divise da scout, oltre a una serie di magliette con varie stampe infantili, grembiulini tipo quelli di certe scuole elementari degli anni '50, miriade di pantaloncini corti, calzini alti e una serie di scatole chiuse...
    Filippo era davvero sbalordito: - Ma...indossare queste cose? Io?-
    -Oh certo. Avrai l'abbigliamento di un bambino di dieci anni, e prima di lamentarti sappi che possiamo anche regredire ulteriormente. Quindi pensaci bene. Un'altra cosa riguarda l'igiene.-
    -L'igiene?- chiese Filippo interdetto.
    -Certo. Prendi le tue mutande di prima e annusale. Cosa senti?- chiese Marco passandogli i boxer di prima.
    Filippo arrossì: -Beh vabbè...-
    Marco: - Vabbè niente...quello è odore di pipì. E inoltre ti ricordo che solo ieri te la sei fatta addosso. Inoltre ho notato che lasci il water sporco e che la biancheria la cambi non abbastanza spesso. Perciò da oggi il bagno sarà sempre chiuso a chiave, quando ti scappa mi chiamerai e sarò io ad accompagnarti. Possiamo iniziare subito.-
    Come il giorno precedente, Marco accompagnò Filippo in bagno tenendogli la mano. Arrivati, vide che Filippo lo guardava attendendosi che uscisse.
    -No, no. Visto come lasci il water di solito, resto io a vedere. E qualsiasi cosa farai, la farai da seduto. Su, forza, che tra poco si va a nanna.-
    Filippo si sedette sulla tavoletta e malgrado lo sguardo addosso dello zio si sforzò fin quando non riuscì a farla.
    - Fatto tutto? Bravo Filippo -disse lo zio, scompigliandogli i capelli. Poi, con sgomento del ragazzo, prese della carta igienica. -E ora puliamo un po' questo pisellino, visto che tu non sei in grado.-
    Dopo che ebbe finito di pulirlo con cura, gli disse di lavarsi i denti e andare nella sua stanza.
    Filippo si lavò i denti, pensando che se la giornata di ieri gli era parsa assurda, questa era ancora più incredibile. Poi arrivò in camera sua, dove Marco lo aspettava.
    - Bene, ora...per evitare incidenti ti metterò queste – disse Marco, mostrando a Filippo una specie di mutandine dry-nites, con degli orsetti stampati, imbottite evidentemente per assorbire della pipì.
    - Ma io...non bagno il letto, non mi servono quelle.-
    -E chi è che ieri si è fatto la pipì addosso?- replicò all'obiezione Marco.
    -Beh ma, era una circostanza straordinaria...un'emergenza...non voglio i pannolini! - disse Filippo, lamentoso e simile senza saperlo proprio a quel bambino che non voleva essere.
    -Ma non sono pannolini, solo...mutandine speciali, giusto per sicurezza...su, basta protestare...- tagliò corto Marco, dandogli due schiaffetti veloci sul sedere per riportargli alla mente le conseguenze della disobbedienza. Poi gli mise le mutandine, avendo cura di sistemare bene gli elastici tutto intorno alle cosce. Infine, tirò fuori una camicetta da notte corta, blu, con un colletto bianco, e la infilò all'attonito Filippo.
    -Ecco, corta e aperta così se fai il birichino arrivo subito al culetto. - disse Marco a Filippo strizzandogli l'occhio.
    -Ora, sotto le coperte. - proseguì, facendo mettere a letto un ragazzo di diciassette anni prima che l'altro ieri sera era rientrato ubriaco da una festa.
    Spense la lampadina del comodino e, al buio, passò una mano sui capelli di Filippo. Si accostò verso di lui e prese a sussurargli: - Hai visto? Ogni volta che fai il cattivo mi costringi a trattarti di più come un bambino...spero che sarai buono, almeno per un po'...-
    -Sì zio, lo sarò, vedrai.- rispose Filippo, stupendosi un secondo dopo, per il contenuto e la spontaneità di quanto aveva detto.
    Al buio, Marco gli dette un bacio sulla fronte, sorrise e: - Bravo, cucciolo. Ora fai bei sogni...e tieni asciutte per lo zio le mutandine-.


    *************************
    -E chi è che ieri si è fatto la pipì addosso?- replicò all'obiezione Marco. (immagine dalla pagina tumblr ah-bagels".

    ah_bagels1

    Edited by pallando01 - 25/1/2018, 21:10
     
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  11. gg83
     
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    sempre meglio! non ho mai letto niente del genere, complimenti!
     
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  12. Eolo1212
     
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    dai k magari alla prossima zio marco si incula il nipotino xD k bella storia =D
     
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  13. starhunter
     
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    Sempre più bastardo Marco! xD
    Livelli di bastardaggine over 9000 (?)

    Seguito!!!
     
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  14. pallando01
     
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    Propongo un giochino: in questi due capitoli, non dico in quale, è nascosto qualcosa di bizzarro...direi una sorta di gioco di parola...o gioco di lettere. Non dico di più per non facilitarvi troppo.
    Facciamo che il primo che scopre di cosa si tratta e lo scrive qui, avrà diretto ad esprimere un desiderio, in particolare o una punizione (non sessuale, per ora) o un tipo di abbigliamento (sullo spirito di quelli apparsi alla fine del secondo capitolo) per il nostro Filippo.
    Sarà mia cura esaudire il desiderio del vincitore nel terzo capitolo vinca il migliore! :ahse:
     
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    CITAZIONE (pallando01 @ 5/6/2012, 15:27) 
    Propongo un giochino: in questi due capitoli, non dico in quale, è nascosto qualcosa di bizzarro...direi una sorta di gioco di parola...o gioco di lettere. Non dico di più per non facilitarvi troppo.
    Facciamo che il primo che scopre di cosa si tratta e lo scrive qui, avrà diretto ad esprimere un desiderio, in particolare o una punizione (non sessuale, per ora) o un tipo di abbigliamento (sullo spirito di quelli apparsi alla fine del secondo capitolo) per il nostro Filippo.
    Sarà mia cura esaudire il desiderio del vincitore nel terzo capitolo vinca il migliore! :ahse:

    Interessante, l'idea mi alletta, ma credo il tuo indizio sia un po troppo vago
    Potresti fornire una qualche info in più?
     
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149 replies since 1/6/2012, 23:36   196878 views
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