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Leo, studente di Chimica al secondo anno, 45Kg sparsi mediocremente per un metro e 65 di altezza, occhiali con bassa gradazione, ma li portava per timidezza, aveva programmato tutto nei minimi particolari da mesi, si ripeteva ogni scena, ogni parola da pronunciare era già scolpita nella sua mente; ogni giorno si ripeteva il piano.
L'intenzione era di scoparsi la bella” della sua classe: Anna (sarebbe Marianna, ma per tutti era Anna), sapeva che cedeva raramente e Leo aveva programmato un invito per lei nella sua casetta di montagna a Febbraio. Per evitare sospetti aveva invitato anche il suo amico Gustav, un ragazzo di origine russa, tozzo, robusto di quei muscoli naturali da far invidia, 85Kg raggruppati dove è bello vederli ed un metro e 80 di altezza, ma non c'erano problemi di competizione, Gustav era gay noto e dichiarato (ma, si mormorava, molto attivo), così Anna non si sarebbe insospettita e lui non avrebbe avuto concorrenti, insomma tre amici per un fine-settimana-bianca. Gustav aveva detto subito di si, del resto nutriva una buona simpatia per Leo ed anche Anna disse di si, era un tipo che non si faceva aspettative su nulla, avrebbe passato un fine-settimana diverso e questo gli stava bene. A Leo rimaneva solo di darsi da fare per conquistare Anna ma aveva un piano diabolico: con l'aiuto del suo amico Valerio, che aveva millantate conoscenze farmaceutiche, si era procurato un prodotto semi-sperimentale a base di Sildenafil citrato. A dire del suo amico questo preparato avrebbe eccitato così tanto Anna che sarebbe stata lei a correre appresso a Leo. Fantastico!
Venne il giorno, partirono ed arrivarono senza problemi, la casetta era isolata, accesero il fuoco perchè era anche freddissima ma questo dava anche l'atmosfera; prepararono qualcosa da mangiare, alla buona. A fine cena parlarono un po' di tutto, Leo però aveva in mente il suo piano diabolico: con la scusa di preparare da bere si spostò nel cucinino, preparò tre pseudo-cocktail con una ricetta copiata da un calendario, in uno, ben identificato da una oliva verde che assicurò sul bordo, versò il contenuto della fialetta. Valerio, l'amico “chimico”, gli aveva detto che sarebbero bastate poche gocce, ma Leo fu generoso e versò tutto il contenuto, praticamente tre volte la dose consigliata, voleva essere sicuro che Anna lo strapazzasse ben bene prosciugando la sua sete di sesso sfrenato. Mise i tre bicchieri su un vassoio e si diresse verso la saletta; per tutto il tragitto aveva fissato il bicchiere con l'olivetta fermata sul bordo, pregustava già l'Anna che avida di sesso l'avrebbe consumato fino al midollo, se la sentiva già ai suoi piedi, bramosa di passione supplicare Leo di donargli ancora la sua “verga d'acciaio” e dispensatrice di piacere; un sorriso malizioso ed un inizio di erezione lo accompagnarono fino alla saletta; poggiò il vassoio sul basso tavolino e offrì all'innocente Anna la malefica pozione: “Ecco Anna, questo è il tuo, ...con l'olivetta!”, poi distrattamente e senza distogliere lo sguardo da Anna, invito Gustav a prendersi uno degli altri due e continuò:” Anna, dopo, quando ti pare, puoi venire in camera mia che ti devo parlare?” Anna annuì ma fece anche un piccolo gesto che portò l'olivetta a cadere nel bicchiere. “mannaggia” [disse Anna] “così non la volevo, volevo mangiarla da sola”, alchè Leo cercò un cucchiaino per riprendere l'olivetta ma niente cucchiaini, allora disse ad Anna di pazientare un attimo che sarebbe tornato col cucchiaino e si fiondo nel cucinino, tardò pochi secondi a trovare il cucchiaino adatto e pochi altri secondi lo separarono dal salottino, ma ….qualcosa nel frattempo era accaduto, erano due bicchieri vuoti, quello di Anna e quello di Gustav, che era successo? Anna spiegò tutto: “sai Leo, Gustav ha tolto l'olivetta dal bicchiere con le dita, allora poi il mio cocktail l'ha bevuto lui, io ho bevuto quello di Gustav”. Leo rimase con la bocca aperta, impietrito, sbiancò ma subito dopo divenne rosso, la sua vita gli passò davanti in un istante; l'innocente Anna gli aveva parlato, senza saperlo, del crollo di mesi di pensieri lussuriosi, di masturbazioni dedicate al futuro, il “piano diabolico” gli era svanito davanti e per colpa di un'olivetta, di un attimo di distrazione. Maledisse velocemente le olivette e la mancanza di cucchiaini; la pozione super-afrodisiaca era stata persa, trangugiata dal suo amico Gustav, non ce n'era altra. Anna si accorse dello stato semi-cadaverico di Leo, si alzò e disse:” Leo? Cosa hai?” e Leo:” ...Nulla Anna, nulla, è che mi sono ricordato di una cosa, vabbè, è andata”. Anna:” ma sei pallido!” Leo:” No, va bene ...è...che mannaggia! Quando ci si mette la sfiga!” Anna:” Dai Leo, dopo in camera tua me ne parli, ok?” A queste parole gli occhi di Leo ripresero a vedere normalmente, misero a fuoco Anna ed un barlume di speranza si fece strada nella sua mente e pensò: ” vuoi vedere che se viene in camera mia riesco lo stesso a farci qualcosa?”. Leo non sapeva che senso dare a quel suo “qualcosa” ma era una fievole speranza e volle aggrapparvisi come un naufrago ad una tavola di legno.
Decisero di andare a letto e dormire perchè il giorno dopo era da alzarsi presto; ognuno nella sua cameretta, spensero il fuoco del camino. Anna era nella camera appresso a quella di Leo, Gustav stava dopo un piccolo corridoio, davanti al cucinino.
Leo era distrutto dalla disfatta, Anna non aveva bevuto la pozione, ma comunque sapeva che sarebbe andata in camera sua magari dopo essersi sistemata un po', forse dopo una doccia, quindi pensò come sarebbe stato meglio accoglierla, cosa dirgli, come farsi trovare. Occorreva una decisione forte, decise di farsi trovare nudo, disteso sul letto e possibilmente con l'erezione all'apice della potenza: “o la va o la spacca” disse sottovoce. Si denudò e subito si accorse del freddo, allora accese una stufetta elettrica; tremava un po' dal freddo ma tenacemente se ne stava nudo sul letto, un cazzo da alzabandiera sostenuto dai migliori pensieri erotici degli ultimi anni, se lo massaggiava pure, un po' per il freddo ed un po' per aiutarlo; passarono interminabili minuti nei quali ogni rumore lo faceva sobbalzare, poteva essere lei che si avvicinava alla porta.
Ecco l'attimo che, pur tanto atteso, lo colse all'improvviso, “toc-toc”, il sentir bussare alla sua porta rinvigorii il suo membro che un po' si stava rilassando, si sistemò in una posa plastica che esaltasse ogni parte del suo corpo e disse: ”Avanti!!!”.
La porta si spalancò, delle carni bianche e nude apparvero alla fioca luce ma a Leo si intorcinarono le corde vocali: di fronte a lui era Gustav! Nudo, sudato come un maiale, con un cazzo enorme e dritto come una spada, occhi sbarrati da psicopatico che alla poca luce sembravano anche iniettati di sangue; bava alla bocca. Leo in un attimo realizzò che Gustav, saturo del Viagra-fai-da-te, non era più padrone di se e che voleva scoparselo per le prossime 24 ore facendogli ciò che voleva e da come era messo, voleva veramente tanto. Leo si girò dalla parte del letto verso la finestra per cercare una via di fuga ma nel fare questo mostrò a Gustav il proprio culetto. Fu un attimo! Gustav gli balzò addosso avvinghiandolo da dietro e cercando già di penetrarlo, Leo sentii la prepotente e marmorea voglia bramosa di Gustav ma era bloccato dalla possente muscolatura dell'amico che in più era diventata eccezionalmente dura. Il cazzo di Gustav stava cercando l'entrata, Leo si sentì perso, immobilizzato sul letto a pecora con il suo Gustav che dietro continuava a cercare di infilarglielo. Fu un altro istante: Anna apparve sulla porta, viso sconcertato, Leo e Gustav si fermarono e la guardarono, si fece silenzio, Anna disse: “Ah! É questa la sorpresa di cui mi volevi parlare! Si girò e dal giorno dopo sparì dalla vita di Leo per sempre. Gustav fu indifferente alle parole di Anna, per lui c'era oramai un unico scopo: scoparsi Leo! Leo si vide per la seconda volta la sua vita passargli davanti, si abbandonò alla rovina dei suoi sogni, ma fu un altro attimo: Gustav trovò il buco ed affondò il suo cazzo in Leo che per l'urlo inumano ricevette quasi immediata risposta da un branco di lupi nella vicine foresta. Anna, dalla camera attigua batté sulle pareti ed urlò: ”almeno fatelo piano! Che bestie che siete!!” Gustav era senza controllo, si sbatteva il povero Leo tenendolo stretto, le palle di Leo sbattevano contro quelle di Gustav, si sentiva aperto, a pezzi, sia per la ferita morale nei confronti di Anna, sia per il diametro dell'attrezzo di Gustav, oramai Leo non vedeva più ed aveva finito anche il fiato per ansimare; Gustav stava resistendo oltre ogni limite, non veniva e non veniva, se lo metteva sotto, sopra, di nuovo a pecora, Leo non reagiva più. Sentiva solo il cazzo di Gustav come un pistone in un cilindro; ci fu un attimo di tregua ma era solo per soddisfare Gustav da un'altra posizione, si sentì il cazzo sui denti, spingere, non ebbe il coraggio di opporsi, guardò il viso di Gustav, sempre rosso, sempre quegli occhi infuocati ed aprì la bocca. Gustav entrò come un treno in galleria, Leo ebbe voglia di vomitare ma non emise nulla, sentiva dolore alla pancia ed ora si sentiva quel muscolo turgido che gli rovistava la bocca e parte della gola; penso disperatamente che se fosse venuto avrebbe smesso, almeno per un po'. Leo non sapeva che Gustav dietro gli era già venuto un paio di volte ma che la “pozione” l'aveva trasformato in una macchina stantuffatrice. Cercò di far capire a Gustav che voleva lui continuare la pompa muovendo la testa come per accettare il “lavoro”, Gustav in effetti rallentò allora Leo accelerò di massaggiargli con la bocca il membro, cercava di farlo venire ed ebbe anche l'idea di mettergli un dito nel culo pensando che da gay l'avrebbe gradito. Effettivamente Gustav gradiva, pompato davanti e masturbato di dietro emise un fiume di sperma che usci dalla bocca di Leo ma anche dal naso e ci mancò poco che uscisse anche dalle orecchie. Forse questa terza o quarta volta continuata che veniva calmò i bollori di Gustav che si lasciò cadere sul letto. Leo era tutto un dolore, si sentiva il culo rotto, dissacrato per sempre, aveva lividi in faccia, sulle cosce ed era sicuro anche dietro, a fatica scese dal letto, camminava a gambe larghe e non riusciva a stare dritto, si guardo il cazzo per vedere se c'era ancora, beh, almeno quello è salvo, guadagnò l'uscita della camera e bussò a quella di Anna, entrò cercando comprensione se non conforto, Anna lo guardò: ”e bravi, vi siete divertiti per ore, mi fai schifo, ti credevo diverso”. Si girò e continuò a far finta di dormire. Leo cercava di convincersi che era tutto un sogno, che era caduto dalle scale, svenuto e che stava vivendo un incubo; avrebbe voluto scappare fuori ma i vestiti erano nella sua camera, quella dove ora c'era Gustav e mai sarebbe entrato lì con Gustav ancora presente. Passò il resto della notte nel cucinino, con il fuoco acceso, ogni tanto metteva un dito in bocca per assicurarsi che era vuota perchè la sensazione del cazzo di Gustav che gliela riempiva non voleva andarsene, e come gli sembrava piccolo il suo dito, in confronto al cazzo di Gustav. Il culo poi, il suo culo, ci teneva tanto, lo trattava con la carta “tripo-velo-vellutato”, ora se lo poteva pulire con l'elenco telefonico. Andò nel salottino, lo sguardo era ancora perso ma d'un tratto s'accorse che nel vassoio, quasi sotto un tovagliolo, c'era l'olivetta! Disgraziata olivetta! Allora nessuno se l'era mangiata! Era rimasta lì, disgraziata! La prese, non sapeva se mangiarsela o tirarla con rabbia fuori della finestra; avrebbe voluto torturarla, levargli la pellicina piano-piano, farla soffrire, come lui aveva sofferto, la rimise sul tavolo e la schiacciò col pugno così forte che si fece anche male; sentiva che nulla avrebbe ripagato ciò che aveva patito ma quel pugno sul tavolo lo fece pensare, forse era l'inizio del riscatto. Con calma andò in camera sua, silenzioso si avvicinò a Gustav che pareva dormisse se non fosse per il cazzo ancora dritto. “ma che gli ho dato?” pensò, “come è possibile che gli abbia fatto questo effetto?” “mi sa che poteva anche rimanerci secco!” “Eh! Ma anche io stavo per rimanerci secco!” Con questi pensieri si sedette vicino a Gustav che sembrava proprio dormire, beh, insomma, a respirare respirava, ma quel cazzo ancora dritto non se lo spiegava. Non si sa per quale ragione Leo allungo la mano e prese il cazzo di Gustav, iniziò a masturbarlo, delicatamente, fosse mai che dovesse svegliarsi!, stette almeno un minuto a masturbare Gustav, in silenzio, guardandosi quel cazzo dritto e poi pensò:” caro Gustav, se mi va male anche con la prossima ragazza ...basta, cambio sponda e vengo da te, in fondo già ci siamo conosciuti; ….anzi, mi sa che anche con la prossima ragazza, a te non ti mollo.
Edited by Icrox91 - 20/12/2016, 15:41 |
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