Posts written by Kanjiro

  1. .
    Il mio ruolo è sempre stato attivo sia con le ragazze sia con i ragazzi, ma, per esempio, con una mia parente (che abita lontano) abbiamo frequenti chat erotiche e lei mi dice spesso che vorrebbe stimolarmi l'ano e penetrarmi col dito; io nell'eccitazione faccio il disponibile, penso che potrebbe accadere anche dal vero. quindi mi ritengo attivo ma ....mai dire mai.
  2. .
    Seme, direi al 100% ma con il desiderio di comprendere l'uke, i suoi pensieri, i suoi desideri. Se mi metto a fantasticare (spesso; ho una buona fantasia, del resto, altrimenti, come potrebbero piacermi gli yaoi?) sono sempre seme e parlo parecchio col mio uke; purtroppo ottengo poche risposte (è chiaro, è nella mia fantasia, può dirmi solo ciò che io già so) ed allora emerge il mio lato dominante e la "storia" prosegue.
  3. .
    CITAZIONE (Alysflame @ 25/4/2013, 17:23) 
    Devo dire che in un periodo di grande carenza di affettività più volte ho fantasticato, tra la serietà e lo scherzo, di "rilassarmi un pò" insieme a mia sorella. Ovviamente poi non s'è fatto nulla, ma... io lesbica, lei etero ma a suo modo curiosa, all'epoca entrambe single, poi viviamo da sole pure sotto lo stesso tetto. E lei era così dolce, rassicurante, "conosciuta", oltre che oggettivamente una gran bella ragazza...

    Si, "carenza affettiva" questo sicuramente gioca; ci sono fattori che predispongono a vedere intorno a noi soggetti che credibilmente sentiamo come oggetti dei nostri desideri sessuali e passionali ed i parenti, con il loro fare affabile, con le loro attenzioni e disponibilità accentuano queste nostre fantasie.
  4. .
    CATEGORIE: Adult


    Leo, studente di Chimica al secondo anno, 45Kg sparsi mediocremente per un metro e 65 di altezza, occhiali con bassa gradazione, ma li portava per timidezza, aveva programmato tutto nei minimi particolari da mesi, si ripeteva ogni scena, ogni parola da pronunciare era già scolpita nella sua mente; ogni giorno si ripeteva il piano.

    L'intenzione era di scoparsi la “bella” della sua classe: Anna (sarebbe Marianna, ma per tutti era Anna), sapeva che cedeva raramente e Leo aveva programmato un invito per lei nella sua casetta di montagna a Febbraio.
    Per evitare sospetti aveva invitato anche il suo amico Gustav, un ragazzo di origine russa, tozzo, robusto di quei muscoli naturali da far invidia, 85Kg raggruppati dove è bello vederli ed un metro e 80 di altezza, ma non c'erano problemi di competizione, Gustav era gay noto e dichiarato (ma, si mormorava, molto attivo), così Anna non si sarebbe insospettita e lui non avrebbe avuto concorrenti, insomma tre amici per un fine-settimana-bianca. Gustav aveva detto subito di si, del resto nutriva una buona simpatia per Leo ed anche Anna disse di si, era un tipo che non si faceva aspettative su nulla, avrebbe passato un fine-settimana diverso e questo gli stava bene.
    A Leo rimaneva solo di darsi da fare per conquistare Anna ma aveva un piano diabolico: con l'aiuto del suo amico Valerio, che aveva millantate conoscenze farmaceutiche, si era procurato un prodotto semi-sperimentale a base di Sildenafil citrato. A dire del suo amico questo preparato avrebbe eccitato così tanto Anna che sarebbe stata lei a correre appresso a Leo. Fantastico!

    Venne il giorno, partirono ed arrivarono senza problemi, la casetta era isolata, accesero il fuoco perchè era anche freddissima ma questo dava anche l'atmosfera; prepararono qualcosa da mangiare, alla buona. A fine cena parlarono un po' di tutto, Leo però aveva in mente il suo piano diabolico: con la scusa di preparare da bere si spostò nel cucinino, preparò tre pseudo-cocktail con una ricetta copiata da un calendario, in uno, ben identificato da una oliva verde che assicurò sul bordo, versò il contenuto della fialetta. Valerio, l'amico “chimico”, gli aveva detto che sarebbero bastate poche gocce, ma Leo fu generoso e versò tutto il contenuto, praticamente tre volte la dose consigliata, voleva essere sicuro che Anna lo strapazzasse ben bene prosciugando la sua sete di sesso sfrenato. Mise i tre bicchieri su un vassoio e si diresse verso la saletta; per tutto il tragitto aveva fissato il bicchiere con l'olivetta fermata sul bordo, pregustava già l'Anna che avida di sesso l'avrebbe consumato fino al midollo, se la sentiva già ai suoi piedi, bramosa di passione supplicare Leo di donargli ancora la sua “verga d'acciaio” e dispensatrice di piacere; un sorriso malizioso ed un inizio di erezione lo accompagnarono fino alla saletta; poggiò il vassoio sul basso tavolino e offrì all'innocente Anna la malefica pozione: “Ecco Anna, questo è il tuo, ...con l'olivetta!”, poi distrattamente e senza distogliere lo sguardo da Anna, invito Gustav a prendersi uno degli altri due e continuò:” Anna, dopo, quando ti pare, puoi venire in camera mia che ti devo parlare?” Anna annuì ma fece anche un piccolo gesto che portò l'olivetta a cadere nel bicchiere.
    “mannaggia” [disse Anna] “così non la volevo, volevo mangiarla da sola”, alchè Leo cercò un cucchiaino per riprendere l'olivetta ma niente cucchiaini, allora disse ad Anna di pazientare un attimo che sarebbe tornato col cucchiaino e si fiondo nel cucinino, tardò pochi secondi a trovare il cucchiaino adatto e pochi altri secondi lo separarono dal salottino, ma ….qualcosa nel frattempo era accaduto, erano due bicchieri vuoti, quello di Anna e quello di Gustav, che era successo? Anna spiegò tutto: “sai Leo, Gustav ha tolto l'olivetta dal bicchiere con le dita, allora poi il mio cocktail l'ha bevuto lui, io ho bevuto quello di Gustav”.
    Leo rimase con la bocca aperta, impietrito, sbiancò ma subito dopo divenne rosso, la sua vita gli passò davanti in un istante; l'innocente Anna gli aveva parlato, senza saperlo, del crollo di mesi di pensieri lussuriosi, di masturbazioni dedicate al futuro, il “piano diabolico” gli era svanito davanti e per colpa di un'olivetta, di un attimo di distrazione.
    Maledisse velocemente le olivette e la mancanza di cucchiaini; la pozione super-afrodisiaca era stata persa, trangugiata dal suo amico Gustav, non ce n'era altra.
    Anna si accorse dello stato semi-cadaverico di Leo, si alzò e disse:” Leo? Cosa hai?” e Leo:” ...Nulla Anna, nulla, è che mi sono ricordato di una cosa, vabbè, è andata”.
    Anna:” ma sei pallido!”
    Leo:” No, va bene ...è...che mannaggia! Quando ci si mette la sfiga!”
    Anna:” Dai Leo, dopo in camera tua me ne parli, ok?”
    A queste parole gli occhi di Leo ripresero a vedere normalmente, misero a fuoco Anna ed un barlume di speranza si fece strada nella sua mente e pensò: ” vuoi vedere che se viene in camera mia riesco lo stesso a farci qualcosa?”.
    Leo non sapeva che senso dare a quel suo “qualcosa” ma era una fievole speranza e volle aggrapparvisi come un naufrago ad una tavola di legno.

    Decisero di andare a letto e dormire perchè il giorno dopo era da alzarsi presto; ognuno nella sua cameretta, spensero il fuoco del camino. Anna era nella camera appresso a quella di Leo, Gustav stava dopo un piccolo corridoio, davanti al cucinino.

    Leo era distrutto dalla disfatta, Anna non aveva bevuto la pozione, ma comunque sapeva che sarebbe andata in camera sua magari dopo essersi sistemata un po', forse dopo una doccia, quindi pensò come sarebbe stato meglio accoglierla, cosa dirgli, come farsi trovare.
    Occorreva una decisione forte, decise di farsi trovare nudo, disteso sul letto e possibilmente con l'erezione all'apice della potenza: “o la va o la spacca” disse sottovoce. Si denudò e subito si accorse del freddo, allora accese una stufetta elettrica; tremava un po' dal freddo ma tenacemente se ne stava nudo sul letto, un cazzo da alzabandiera sostenuto dai migliori pensieri erotici degli ultimi anni, se lo massaggiava pure, un po' per il freddo ed un po' per aiutarlo; passarono interminabili minuti nei quali ogni rumore lo faceva sobbalzare, poteva essere lei che si avvicinava alla porta.

    Ecco l'attimo che, pur tanto atteso, lo colse all'improvviso, “toc-toc”, il sentir bussare alla sua porta rinvigorii il suo membro che un po' si stava rilassando, si sistemò in una posa plastica che esaltasse ogni parte del suo corpo e disse: ”Avanti!!!”.

    La porta si spalancò, delle carni bianche e nude apparvero alla fioca luce ma a Leo si intorcinarono le corde vocali: di fronte a lui era Gustav! Nudo, sudato come un maiale, con un cazzo enorme e dritto come una spada, occhi sbarrati da psicopatico che alla poca luce sembravano anche iniettati di sangue; bava alla bocca.
    Leo in un attimo realizzò che Gustav, saturo del Viagra-fai-da-te, non era più padrone di se e che voleva scoparselo per le prossime 24 ore facendogli ciò che voleva e da come era messo, voleva veramente tanto.
    Leo si girò dalla parte del letto verso la finestra per cercare una via di fuga ma nel fare questo mostrò a Gustav il proprio culetto. Fu un attimo! Gustav gli balzò addosso avvinghiandolo da dietro e cercando già di penetrarlo, Leo sentii la prepotente e marmorea voglia bramosa di Gustav ma era bloccato dalla possente muscolatura dell'amico che in più era diventata eccezionalmente dura. Il cazzo di Gustav stava cercando l'entrata, Leo si sentì perso, immobilizzato sul letto a pecora con il suo Gustav che dietro continuava a cercare di infilarglielo. Fu un altro istante: Anna apparve sulla porta, viso sconcertato, Leo e Gustav si fermarono e la guardarono, si fece silenzio, Anna disse: “Ah! É questa la sorpresa di cui mi volevi parlare! Si girò e dal giorno dopo sparì dalla vita di Leo per sempre. Gustav fu indifferente alle parole di Anna, per lui c'era oramai un unico scopo: scoparsi Leo!
    Leo si vide per la seconda volta la sua vita passargli davanti, si abbandonò alla rovina dei suoi sogni, ma fu un altro attimo: Gustav trovò il buco ed affondò il suo cazzo in Leo che per l'urlo inumano ricevette quasi immediata risposta da un branco di lupi nella vicine foresta. Anna, dalla camera attigua batté sulle pareti ed urlò: ”almeno fatelo piano! Che bestie che siete!!” Gustav era senza controllo, si sbatteva il povero Leo tenendolo stretto, le palle di Leo sbattevano contro quelle di Gustav, si sentiva aperto, a pezzi, sia per la ferita morale nei confronti di Anna, sia per il diametro dell'attrezzo di Gustav, oramai Leo non vedeva più ed aveva finito anche il fiato per ansimare; Gustav stava resistendo oltre ogni limite, non veniva e non veniva, se lo metteva sotto, sopra, di nuovo a pecora, Leo non reagiva più. Sentiva solo il cazzo di Gustav come un pistone in un cilindro; ci fu un attimo di tregua ma era solo per soddisfare Gustav da un'altra posizione, si sentì il cazzo sui denti, spingere, non ebbe il coraggio di opporsi, guardò il viso di Gustav, sempre rosso, sempre quegli occhi infuocati ed aprì la bocca. Gustav entrò come un treno in galleria, Leo ebbe voglia di vomitare ma non emise nulla, sentiva dolore alla pancia ed ora si sentiva quel muscolo turgido che gli rovistava la bocca e parte della gola; penso disperatamente che se fosse venuto avrebbe smesso, almeno per un po'. Leo non sapeva che Gustav dietro gli era già venuto un paio di volte ma che la “pozione” l'aveva trasformato in una macchina stantuffatrice. Cercò di far capire a Gustav che voleva lui continuare la pompa muovendo la testa come per accettare il “lavoro”, Gustav in effetti rallentò allora Leo accelerò di massaggiargli con la bocca il membro, cercava di farlo venire ed ebbe anche l'idea di mettergli un dito nel culo pensando che da gay l'avrebbe gradito. Effettivamente Gustav gradiva, pompato davanti e masturbato di dietro emise un fiume di sperma che usci dalla bocca di Leo ma anche dal naso e ci mancò poco che uscisse anche dalle orecchie. Forse questa terza o quarta volta continuata che veniva calmò i bollori di Gustav che si lasciò cadere sul letto. Leo era tutto un dolore, si sentiva il culo rotto, dissacrato per sempre, aveva lividi in faccia, sulle cosce ed era sicuro anche dietro, a fatica scese dal letto, camminava a gambe larghe e non riusciva a stare dritto, si guardo il cazzo per vedere se c'era ancora, beh, almeno quello è salvo, guadagnò l'uscita della camera e bussò a quella di Anna, entrò cercando comprensione se non conforto, Anna lo guardò: ”e bravi, vi siete divertiti per ore, mi fai schifo, ti credevo diverso”. Si girò e continuò a far finta di dormire.
    Leo cercava di convincersi che era tutto un sogno, che era caduto dalle scale, svenuto e che stava vivendo un incubo; avrebbe voluto scappare fuori ma i vestiti erano nella sua camera, quella dove ora c'era Gustav e mai sarebbe entrato lì con Gustav ancora presente. Passò il resto della notte nel cucinino, con il fuoco acceso, ogni tanto metteva un dito in bocca per assicurarsi che era vuota perchè la sensazione del cazzo di Gustav che gliela riempiva non voleva andarsene, e come gli sembrava piccolo il suo dito, in confronto al cazzo di Gustav. Il culo poi, il suo culo, ci teneva tanto, lo trattava con la carta “tripo-velo-vellutato”, ora se lo poteva pulire con l'elenco telefonico.
    Andò nel salottino, lo sguardo era ancora perso ma d'un tratto s'accorse che nel vassoio, quasi sotto un tovagliolo, c'era l'olivetta! Disgraziata olivetta! Allora nessuno se l'era mangiata! Era rimasta lì, disgraziata! La prese, non sapeva se mangiarsela o tirarla con rabbia fuori della finestra; avrebbe voluto torturarla, levargli la pellicina piano-piano, farla soffrire, come lui aveva sofferto, la rimise sul tavolo e la schiacciò col pugno così forte che si fece anche male; sentiva che nulla avrebbe ripagato ciò che aveva patito ma quel pugno sul tavolo lo fece pensare, forse era l'inizio del riscatto.
    Con calma andò in camera sua, silenzioso si avvicinò a Gustav che pareva dormisse se non fosse per il cazzo ancora dritto. “ma che gli ho dato?” pensò, “come è possibile che gli abbia fatto questo effetto?” “mi sa che poteva anche rimanerci secco!” “Eh! Ma anche io stavo per rimanerci secco!” Con questi pensieri si sedette vicino a Gustav che sembrava proprio dormire, beh, insomma, a respirare respirava, ma quel cazzo ancora dritto non se lo spiegava. Non si sa per quale ragione Leo allungo la mano e prese il cazzo di Gustav, iniziò a masturbarlo, delicatamente, fosse mai che dovesse svegliarsi!, stette almeno un minuto a masturbare Gustav, in silenzio, guardandosi quel cazzo dritto e poi pensò:” caro Gustav, se mi va male anche con la prossima ragazza ...basta, cambio sponda e vengo da te, in fondo già ci siamo conosciuti; ….anzi, mi sa che anche con la prossima ragazza, a te non ti mollo.

    Edited by Icrox91 - 20/12/2016, 15:41
  5. .
    CITAZIONE (Robyswich65 @ 27/2/2013, 17:51) 
    Bello tenero ed eccitante scusa solo una cosa io sono un ossesionista dell'età quanti anni avevano i due protagonisti del racconto.Poi visto che scrivi da dio ci sarà un proseguo sulla base delle sensazioni di Alessio?

    Grazie per i commenti; ho evitato sia di precisare l'età, sia il tipo di vincolo (parenti o solo amici), questo per lasciare a chi legge la possibilità di definire i protagonisti nel modo che ritiene meglio. Non ci sarà un seguito, vorrei proporre dei racconti i più brevi possibile e con trame diversificate.

  6. .
    CATEGORIE: Adult


    Alessio, con l'ultima mano, si rese conto che la partita era persa; si era giocato tutto, non gli restava che pagare. Dopo i soldi l'orologio, l'anello, non gli era restato altro che offrire il proprio corpo. Ugo e gli altri tre avevano accettato ma Ugo aveva vinto. Gli altri si alzarono lasciarono la camera seri e si sentì che lasciarono anche la casa.
    Alessio non disse nulla si alzo quando si alzò Ugo, si avvicinarono ed Alessio disse:” che devo fare?” Ugo lo guardava dritto negli occhi e gli disse:”girati”. Alessio si girò, sentì Ugo avvicinarsi a lui con il pacco già in estensione, le sue mani gli cinsero la vita, gli slacciò la cinta dei pantaloni, li abbassò e tirò giù gli slip, poi Ugo lo mise a 90° sul tavolo da gioco, passò qualche secondo e sentì il cazzo di Ugo, oramai turgido che lambiva il suo buchino spargendo umori lubrificanti, senti la cappella di Ugo fermarsi all'entrata ed iniziare a spingere. Alessio non voleva sentire dolore ma solo pagare il proprio debito e cercò di aprire quanto poteva. Ugo lo penetrava ed Alessio, nel suo silenzio, lo sentiva avanzare dentro, la bocca socchiusa, gli occhi sbarrati sul resto della camera in luce soffusa. Quando il cazzo di Ugo giunse tutto dentro non potè fare a meno di esalare un gemito, sentiva raggiunte parti del suo corpo che mai aveva pensato potessero avere una sensibilità.
    Ugo indietreggiava la sua verga per poi ripenetrarlo, a volte usciva per rilubrificare con i suoi umori il passaggio, Alessio sentiva che al culmine della penetrazione provava una sensazione tra il solletico ed il piacere; Ugo accelerava il ritmo, Alessio non riusciva a trattenere di emettere dei brevi ànsimi ogni volta che sentiva il cazzo di Ugo raggiungere la completa penetrazione, aveva anche allargato un po' le gambe e cercava di appoggiarsi totalmente al tavolino; Ugo si mostrava più brutale, lo penetrava con forza, gli si agitava dentro, Alessio ora era pervaso da un calore innaturale, non sentiva dolore ma era inebriato da un piacere che non conosceva e nel contempo si sentiva però umiliato dall'aver dovuto cedere il proprio culo per pagare un debito di gioco; tra i suoi alternati pensieri prese però dominio le sensazioni del momento; sentiva, meravigliandosi, che stava partecipando a quel piacere coinvolgete, si rese conto che stava godendo nell'essere posseduto analmente; sentiva il contrasto apparente tra il dover pagare in quella maniera un debito e farlo sentendo un intimo, profondo ed intenso piacere. Ugo se lo stava godendo furiosamente, lo aveva preso per le gambe e sollevato da terra e gli sbatteva il cazzo prepotentemente, Alessio era quasi tutto sul tavolino, le bracia in avanti, boccheggiava affannosamente emettendo continui lamenti di piacere, stava raggiungendo un orgasmo a lui sconosciuto ed Ugo stava guidando sia il suo che il proprio godere; ad un certo punto gli sembrò di vedere sfocato, inebriato dal piacere, sperava che non finisse mai ma Ugo emise un mugugno, lo senti fremere un istante e fermarsi. Alessio rimase fermo e così Ugo che si piegò su di lui. Alessio sentiva ancora il cazzo di Ugo dentro di lui e fece un pensiero teso a ricordare quel momento. Ugo indietreggiò, il cazzo uscì ancora duro, Ugo lo pulì con un paio di tovaglioli e disse ad Alessio:”bene, me lo lavo a casa; hai capito Alessio? Devi stare attento al gioco; il gioco al tavolo è come la vita, se perdi te se inculano; hai capito la lezione?
    Alessio: “si, ho capito, ho capito tante cose, di te e di me; ti ringrazio, meglio da te che da altri”.
    Ugo:” dai [strapazzando con una mano i capelli di Alessio], andiamo a casa”.

    Edited by Eiden-crøss - 8/12/2016, 00:10
  7. .
    CITAZIONE (Hilaria @ 24/1/2013, 15:47) 
    wow! 11 siblings!!! erano molto prolifici allora... ;)
    comunque, quello che dici è vero, ma fino a un certo punto: farsela con un parente, per quanto lontano a sconosciuto, ha un fascino, ti dà un'eccitazione come poche; ma per me la premessa necessaria e non sufficiente è che io possa trovare quella persona attraente! se no mica lo guarderò mai in quel modo!

    adesso che ci penso, il figlio di una cugina di mia mamma mi aveva chiesto di uscire qualche anno fa ;) ma non mi ispirava molto come ragazzo...

    Si, è chiaro, il "tipo/a" conta; scrivendoti pensavo alla mia storia: dopo un certo periodo lontano da casa non andai ancora a casa mia ma presso dei parenti in Toscana, era una casa colonica dove già c'erano 4 "apparentamenti" indipendenti, cioè erano 4 famiglie apparentate (anche con me da parte di mia madre) che stavano in una unica casa, ma era grande, ricordo tre piani con molte stanze, una grande cucina a fuochi di legna al piano terra e due cucine con fuochi a gas-bombola negli altri piani, ricordo tante di quelle stanze, stanzoni e stanzette che mi perdevo, comunque ero ragazzino e penso che se la rivedo ora mi sembrerebbe più piccola, comunque venni affidato ad una mia zia che per farmi sentire più in famiglia si comportava con me come con i suoi figli (miei cugini) e girava abbastanza leggera in casa, lei voleva che la sentissi come mamma, io la sentivo come una "ampliFICAtrice" delle mie perturbazioni ormonali e mi segavo spesso dopo aver parlato con lei, poi non parliamo degli altri componenti delle famiglie e delle varie situazioni. Insomma una storia "convulsa". c'erano anche quelli che non mi dicevano nulla, che mi erano indifferenti, ma neanche li ricordo più.
  8. .
    La mia fantasia? Essere uno sceicco ed avere un harem femminile ed uno maschile; divertirmi quando ne ho voglia con spettacoli che le mie concubine e concubini allestiscono per me ove si vedono ammucchiate ed orge a cui io partecipo se ho voglia, dirigendo ogni accoppiamento (anche di altri) nei modi e nei tempi che desidero. Poi essere temuto per le mie punizioni a coloro che non si comportano bene nella giornata; sculacciate ai disubbidienti; accoppiamenti forzati e fantasiosi tra coloro che si sono litigati; giochi il cui premio per il vincitore è la sottomissione sessuale del perdente davanti a me. Tutti coloro che vivono nel mio palazzo devono subire una iniziazione sessuale da parte mia (lavoro stancante, devo dire); dai segretari alle cuoche e nessuno deve fare sesso se non dietro mia approvazione.

  9. .
    CITAZIONE (Hilaria @ 24/1/2013, 11:35) 
    assolutamente mai pensato al sesso con parenti!
    ewwww....

    ma sono una ventenne, magari da sposata troverò mio cognato o mia cognata attraente.... :asd:

    I parenti "acquisiti" sono i migliori; vicinanza, occasioni, disponibilità; è come "pescare in un mare grande". Beh, dipende dalla famiglia; io per esempio sono figlio unico, ma mia madre aveva 11 tra sorelle e fratelli e già una di loro ha avuto 9 figli, poi con tutte le varie ramificazioni c'è da riempire una festa patronale. Mi ritrovo parenti mai visti e conosciuti (cioè li conosco quando ci si presenta) e devo dire che ci sarà pure un "legame di sangue" ma le voglie vengono.
  10. .
    Più che altro il "parentado" avvicina le possibilità; tra parenti ci si sente più liberi; in casa si può girare in pigiama o con abiti più comodi, poi sono di più le occasioni per stare da soli con un nostro parente. Comunque anche io per i parenti più vicini non sento nulla; deve "scoccare" qualcosa, una complicità, la voglia di trasgressione, ecc.
  11. .
    CITAZIONE (Shadow the Hedgehog @ 23/1/2013, 17:14) 
    Oddio pure la suocera???
    Okkei rischio di svenire tanto vale che ti fai tutta la famiglia o_O

    Scusami; ho sbagliato a scrivere, è mia cognata, la moglie di mio cugino (non quello con cui "ho fatto cose", un altro) vado subito a correggere il messaggio
  12. .
    CITAZIONE (Magnamon88 @ 23/1/2013, 16:49) 
    Allora le cose che si possono dire sono ben poche!

    Si, sono poche; se a ciò che non diciamo aggiungiamo quelle che si dicono ma si tende ad "aggiustarle" abbiamo un "quadro" di quanta strada si debba fare per una umanità più vera. Guarda anche qui, da una parte siamo veri e spontanei e diciamo quello che ci viene in mente, ma dall'altra siamo "nascosti" nel dirlo. dire, anche se "prudenzialmente" "nickkati" è già un passo avanti, ma siamo lì; con un piede avanti ed uno dietro.
  13. .
    In generale sono dell'opinione che si possono dire solamente le cose che gli altri sono in grado di ascoltare.
  14. .
    Il mio migliore amico è un tipo etero per definizione; forse non lo sa neanche lui cosa è, però è etero perchè ..."è così e basta!" e cerca solo donne, (ma si farà un sacco di seghe perchè la moglie non gliela dà da anni e non lo molla dal controllarlo) mi dispiace perchè con lui mi sarebbe piaciuto "fare cose".
  15. .
    Con mia cugina e con mio cugino ho fatto sesso reale; con mia suocera cognata solo virtuale (ma stiamo a molte centinaia di KM di distanza) appena ci rivediamo non so quello che può accadere!!!

    Edited by Kanjiro - 23/1/2013, 22:29
16 replies since 13/12/2011
.