Posts written by Derry

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    Come promesso, eccomi qui con un nuovo capitolo :hah:

    Capitolo 15 - Incontri sorprendenti.

    Dopo tanti anni di brindisi all'insegna di "anno nuovo, vita nuova", Matteo era riuscito davvero a cambiare la sua vita, anche se il percorso non era stato dei più facili.

    Nel tempo, alcuni vecchi amici erano tornati a farsi sentire e nuove amicizie stavano nascendo. Il sesso non era più un taboo, anzi. Si potrebbe perfettamente dire che una tempesta ormonale avesse investito Matteo, spingendolo a una sequela di esperienze eccitanti. E non c'era un luogo o un momento in cui la sua voglia scemasse, accantonata in un angolo per troppo tempo.

    Era un po' che aveva preso ad andare a lavorare con i mezzi pubblici, autobus e metropolitana e questo poteva essere allo stesso tempo una palla al piede e una manna dal cielo.

    Una mattina d'inverno, era ancora fine Gennaio, si recò alla solita fermata del bus ad attendere l'autobus che lo avrebbe portato alla stazione della metro. Era stranamente deserta, se non fosse stato per un ragazzo che non aveva mai notato prima: un giovane sui vent'anni, dai marcati tratti orientali, non molto alto, chioma scurissima come i suoi occhi. Una camicia bianca era sbottonata fino a sotto il petto glabro, lasciando intravedere persino un accenno di addominali scolpiti. Quello che sconvolse Matteo era che mentre lui scendeva con la visuale, anche l'altro aveva cominciato a fissarlo con insistenza, leccandosi persino le labbra. Fu così che cominciò un lungo gioco di sguardi che causarono a Matteo una violenta erezione, una di quelle che si fa fatica a nascondere, soprattutto viste le sue dimensioni. L'altro continuava a fissarlo, umettandosi le labbra con quello sguardo furbesco e Matteo decise che era il momento di azzerare le distanze tra di loro, almeno per salutare o per... non lo sapeva ancora. Il destino volle che l'autobus arrivò proprio in quel momento e pregò intimamente che anche l'altro dovesse salire proprio su quello. Era così e, fortunatamente, anche l'autobus era vuoto se non per una signora seduta sui sedili anteriori. I due ragazzi in calore, senza pensarci due volte, sedettero in fondo, uno accanto all'altro, nei posti più nascosti e riparati possibile: Matteo vicino al finestrino e l'altro a chiudere. Fu un gesto in particolare a convincere il nostro protagonista che quella sarebbe stata una mattina diversa: il ragazzo mise lo zaino sulla gamba destra, creando una sorta di muro che non avrebbe permesso a chi fosse salito sul bus di vedere le loro parti più... accaldate.

    Matteo lo prese come una specie di "via libera".

    Aprì il primo bottone dei suoi jeans e la punta del suo cazzo, che giù da qualche minuto spingeva per liberarsi, fece capolino, rivelando una scintillante gocciolina di piacere. Il ragazzo lo fissava quasi ipnotizzato e allo stesso modo mosse la mano verso l'oggetto del desiderio, allungando l'indice a bagnarsi di quel nettare peccaminoso. Matteo ebbe un sussulto quando lo vide portarselo alle labbra per inumidirle e poi leccarlo via con un colpetto della propria lingua. E a quel puntò non potè più resistere: si guardò intorno per capire quanto mancasse alla prossima fermata e capì presto che non solo c'era abbastanza tempo, ma che si trovavano su una strada di campagna della periferia romana, decisamente poco frequentata. Fu allora che si avventò sulle irresistibili labbra del ragazzo, portando la destra a sfiorare il suo inguine per saggiarne l'erezione. Anche l'altro ne approfittò per fare lo stesso, non prima di aver sbottonato il resto della patta per liberare l'oggetto del suo desiderio. Fu così che Matteo cominciò ad avere dei sussulti di piacere provocati dalla mano vellutata del suo fortunato incontro mattutino. Inarcò la schiena, piegando la testa all'indietro nel disperato tentativo di non urlare per l'eccitazione. Fu proprio in quel momento che il fiato gli si spezzò in gola: l'ondata di calore che gli percorse il corpo fu così violenta che ci mise un bel po' a capire che quello aveva cominciato a succhiargli il cazzo con maestria, riuscendo a prenderlo, oltre ogni previsione, fino in gola. La sensazione di piacere durò però solo qualche secondo: evidentemente qualcun altro aveva deciso di andare a lavorare quella mattina, anzi ben più di uno. L'autobus si riempì ad una fermata precisa, la solita, e per tutto il viaggio fino al capolinea i due poterono soltanto toccarsi fugacemente, aumentando in Matteo la voglia di sborrare su quelle labbra perfette. Il martirio durò per una mezzora buona, ma per fortuna di Matteo era largamente in anticipo sulla tabella di marcia e poteva permettersi di attardarsi per un po' alla stazione della metro, dove solitamente faceva colazione. Fu il ragazzo a fargli cenno di seguirlo e Matteo lo fece come attratto dal canto delle sirene, fissando soprattutto quel culetto sexy e compattato dentro i jeans attillati. Fortuna volle che quella stazione fosse davvero immensa e piena di punti poco frequentati o in disuso, così Matteo si ritrovò ben presto su una rampa di scale che conduceva verso quello che doveva essere un magazzino in disuso o comunque poco frequentato. L'odore era acre in quel punto, ma era isolato e lontano dalla folla. Il ragazzo si fermò di scatto, si voltò verso Matteo e lo avvinghio in un abbraccio libidinoso subito condito da un bacio liberatorio e selvaggio. Finalmente soli, i due cominciarono a infilare le loro mani dove non avevano potuto finora, sopratutto Matteo che finalmente poté saggiare la consistenza di quel culetto sodo e liscio, fino a sfiorare il buchetto voglioso della sua preda. Per il ragazzo orientale quella fu l'ultima goccia: si inginocchiò affamato, avventandosi sul cazzone di Matteo con voracità quasi ferale, al punto che il ragazzone dovette portare una mano alla bocca per soffocare l'ennesimo urlo di piacere. Una volta abituato, le mani vennero portate alla testa del ragazzetto per tenerla ferma mentre cominciava ad ondeggiare il bacino con sempre più violenza. Il piccoletto non sembrava affatto dispiaciuto da quel trattamento e ben presto Matteo si ritrovò a scopare quelle labbra tanto agognate con una certa veemenza. Quell'esperienza sembrava starsi per concludere così, ma il ragazzetto si liberò dalla presa, staccandosi dal cazzo di Matteo con malavoglia di entrambi. Immaginate l'espressione sul volto di Matteo quando questo si voltò, abbassando i jeans fino a rivelare il suo culetto. Fu lui, stavolta, ad avventarsi affamato. Cominciò a leccare ovunque, dedicando particolare attenzione alla rosellina soffice in cui presto cominciò a infilare la sua lingua vogliosa, dando brevi e violenti colpetti che provocarono mugolii animaleschi nel ragazzo. Poco dopo, fu proprio l'altro a recuperare qualcosa nella tasca dei jeans, passandolo a Matteo con un occhiolino malizioso. Il tempo a disposizione stava per scadere, ma entrambi non volevano perdersi quell'occasione.
    Matteo fece appena in tempo infilarsi il preservativo e poi a mettere la mano sulla bocca del ragazzo prima di affondare il suo cazzone in quel culetto con un colpo solo, soffocando un urlo di piacere misto a dolore. Più il primo probabilmente, dato che nemmeno un istante più tardi questo cominciò a muovere il culo avanti e indietro a ritmo sostenuto, cercando di rendere la cosa più divertente e più veloce. Matteo non se lo fece ripetere due volte e così cominciò a pompare con sempre più foga, tenendo il ragazzo per i fianchi morbidi ma tonici. Ormai al limite, Matteo decise di staccarsi, far voltare il ragazzo, prenderlo in braccio e continuare quella scopata faccia a faccia, spingendolo contro un muro e tenendolo per i fianchi. Questo si avvinghiò con le gambe e le braccia alla schiena di Matteo, riuscendo comunque a fare leva per aiutarlo in quel movimento animalesco. Le labbra si incontrarono nuovamente in un intreccio di lingue frenetico, giusto in tempo prima che Matteo affondasse il colpo decisivo, liberando tutta la sua succosa voglia mattutina nel contraccettivo. Senza che Matteo se ne accorgesse, anche l'altro ne aveva infilato uno e lo stava riempiendo allo stesso modo, senza neanche essersi sfiorato il cazzo... A quella vista, Matteo si avventò nuovamente sulle sue labbra, costringendolo ad un bacio ancora più irruento e voglioso. Controvoglia però, entrambi si fermarono presto. Si rivestirono in fretta e corsero verso i binari, rendendosi conto che, purtroppo, avrebbero fatto solo un paio di fermate insieme. Il piccoletto infatti, scese poco dopo, lasciando Matteo da solo. Entrambi non avevano accennato nè un nome nè un modo per ricontattarsi. Matteo se ne pentì poco dopo, ma quella sensazione amara durò poco, ben presto sostituita da un sorrisetto divertito per l'esperienza appena vissuta.

    Se il destino avesse voluto si sarebbero rincontrati, magari persino la mattina dopo, alla fermata del bus.
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    Accetto la punizione qualunque essa sia °°
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    Tornare su questa pagina dopo tanto tempo e scoprire che qualcuno legge ancora questa storia mi ha messo davvero di buonumore quest'oggi.

    Non ci crederete, ma sono qui per lasciarvi qualche capitolo per chiudere questa storia tutta d'un fiato.

    Probabilmente quelli che frequentavano e leggevano il forum allora sono rimasti in pochissimi, ma spero comunque vi faccia piacere leggere altro di Matteo.

    Capitolo 14 - Welcome to the end of Heaven.

    Inutile girarci intorno, la storia con Antonio finì prima di potersi dire cominciata. Nel peggiore dei modi, oltretutto: erano tre giorni che Matteo lo cercava per vedersi, ma non solo l'altro si rifiutava, anzi lo liquidava in pochi istanti giustificandosi con impegni sempre nuovi. All'ennesima telefonata Antonio nemmeno rispose, al suo posto una voce femminile: era Giulia, una delle sue coinquiline con cui Matteo aveva condiviso una tisana e una bella chiacchierata durante una delle poche pause che si era concesso dallo sfrenato tour de force sessuale con Antonio.

    "Ciao Matteo, sono Giulia. Ecco... Antonio è sotto la doccia, ma non credo voglia parlare con te in ogni caso. Lascia perdere, tu meriti qualcuno che ti stia accanto ogni moomento..."

    pronunciò quelle parole con tono carezzevole e cullante, ma Matteo non si dava per vinto:

    "Giulia, tu non capisci. Antonio per me è importante. Ti scongiuro, promettimi che lo convincerai a chiamarmi appena ha finito, ok?"

    La ragazza sospirò appena, ma fece quella promessa. I minuti scorrevano lenti e trascinati, ma infine la chiamata tanto attesa arrivò. Era passata più di mezzora:

    "Ciao Antonio, come stai? E' tanto che non ci sentiamo!"

    un entusiasmo palese, ma un punto di vista distorto. Erano passate poche ore dalla sua ultima telefonata.

    "Hey."

    il tono di Antonio era freddo, gelido persino:

    "Senti Matteo, io non so più come spiegartelo. Mi dispiace tanto, ma io ho solo voglia di scopare, come stavo facendo fino a poco fa. Sei una persona interessante e sei anche un bel ragazzo e se hai voglia di vederci con questa premessa, puoi venire qui pure tra poco".

    Quelle parole dilaniarono Matteo lentamente, partendo dall'orecchio fino a raggiungere inesorabilmente il suo cuore. Non ebbe la forza di dire nulla, anzi lasciò cadere il telefono di mano, come accadde tanti anni prima. L'ennesima delusione, ma stavolta c'era qualcosa di più. Qualcosa che rendeva Antonio più speciale di tutti. Con il cuore a pezzi, Matteo riprese il telefono in mano qualche istante più tardi solo per rendersi conto che Antonio aveva riattaccato. Non lo sentì mai più.

    La sua vita era cambiata soltanto da un mese e Matteo aveva già recuperato gran parte delle delusioni amorose che un normale adolescente subisce in anni.

    Ogni volta l'amore gli sembrava lì, pronto a scaldargli il cuore col suo calore, rivelandosi poco dopo una mera e fredda illusione. E si sà cosa succede a raffreddare di colpo un oggetto che prima era stato scaldato: si rompe.

    Con quello stato d'animo Matteo si sedette alla sua scrivania quella sera. Mise il cuore in un cassetto, decidendo di... non indossarlo più per un bel po'. Accese il computer e subito digitò il solito indirizzo: tra vecchie e nuove conoscenze, erano molti i ragazzi a sua disposizione per scordarsi di quell'ennesima brutta esperienza: Dario era un bel manzo, come direbbero alcuni. Originario del Brasile, alto, prestante e con tutta la sicurezza per andare dritto al sodo di cui Matteo aveva bisogno quella sera. Neanche dieci minuti dopo era già in macchina per affrontare le strade semideserte di una Roma ancora addormentata dalle feste Natalizie. Suonò il citofono e a quattro a quattro salì di corsa le scale che lo portarono al terzo piano di un vecchio palazzo di periferia. Dario aprì la porta che era in pantaloncini attillati e canottiera: uno spettacolo. Dietro invito caloroso, Matteo entrò in casa e gli sembrò di essere appena sbarcato a Copacabana: faceva tanto caldo che una gocciolina di sudore rigò limpida la sua fronte. Ora era chiaro perchè Dario fosse così a suoi agio in pantaloncini e canottiera. Mentre si toglieva cappotto e maglione, Dario lo incalzò con una proposta spiazzante:

    "Senti Matteo, che ne dici se invito a unirsi a noi un paio di amici?"

    L'espressione di Matteo cambiò così repentinamente che sembrava avesse infilato le dita nella presa. Persino il suo cuore, lasciato a marcire in un cassetto ormai lontano chilometri, ebbe un sussulto. Il ragazzo però, sembrava del tutto intenzionato a lasciarsi condurre all'inferno da quello che si stava improvvisando come il suo attuale Virgilio. Annuì con uno sguardo sorprendentemente malizioso, mordendo il labbro inferiore in un'irrefrenabile moto di lussuria.

    Quasi che Dario avesse già preventivato quello scenario, tre ragazzi arrivarono in non più di un quarto d'ora, uno dopo l'altro e tutti bellissimi. Flavio e Federico erano alti quanto Matteo e Dario, mentre Stefano era più minuto e più giovane di loro, ma non meno atletico. I convenevoli furono rapidi, in men che non si dica erano tutti sul lettone king size di Dario, Stefano sdraiato al centro, con solo quei pochi centimetri di stoffa elasticizzata a separare la zona migliore di lui dai quattro cazzi che svettavano dai corpi di quei ragazzi affamati ed eccitati. Proprio Matteo decise di aprire le danze, fiondandosi sul corpo nudo di Stefano per strappargli letteralmente via l'intimo, prima di avventarsi sulle sue labbra morbide per mordicchiarle con avidità. La campanella del pranzo era stata suonata e gli altri tre si godettero inermi lo spettacolo solo per pochi istanti, prima di entrare a far parte della scena. Era un intreccio di lingue e cazzi, mani e piedi che si strusciavano tra loro, si contorcevano e si penetravano vicendevolmente. La vera stella però, era proprio Stefano. Tutti avevano attenzioni soprattutto per il suo corpo, soprattutto Matteo che non perdeva occasione di baciarlo appassionatamente, mentre gli altri leccavano ogni parte del suo corpo, dalle dita dei piedi al collo candido. Dario decise di passare al punto successivo, recuperando una scatola dal suo comodino e avvolgendo in maniera rapida e sapiente il grosso cazzo di Matteo in un preservativo, mentre Federico imburrava per bene il buchino voglioso di Stefano che sembrava chiedere disperatamente di essere riempito. Matteo non se lo fece ripetere due volte e afferrò vigorosamente i polpacci di Stefano per portarseli alle spalle, non prima di aver dato qualche bacio sulla pianta di uno dei piedi del giovane che sussultò estatico. Matteo aveva intuito gli piacesse dalle attenzioni altrui. Mentre stava ancora leccando le dita, affondò in un solo colpo la sua asta nel culo del ragazzo, che lanciò un grido liberatorio e godereccio che spronò gli altri ad avvicinare i loro cazzi alla bocca di Stefano. Il sudore ricopriva i loro corpi, rendendo più agevole lo sfregamento e i lmiscuglio delle loro virilità che, a turno, si infilarono agilmente nel culo di Stefano che non sembrava averne mai abbastanza. Ad un certo punto Dario, mentre si stava prendendo cura del piccoletto che cavalcava il suo cazzone brasiliano, fece un'occhiolino a Matteo e gli fece cenno di portarsi alle spalle di Stefano che in risposta inarcò maggiormente la schiena, rivelando il suo buco mentre veniva trapanato dal cazzo di Dario:

    "Secondo me c'è ancora spazio!"

    Disse il latino americano inarcando il sopracciglio in un'espressione lasciva. Stefano fece solo un verso di eccitata approvazione e Flavio e Federico incitarono Matteo a sfondare definitivamente quel buchetto. Infoiato e ormai privo di volontà propria, rubatagli forzosamente dal suo cazzo in tiro, Matteo poggiò la sua cappella tra l'asta turgida di Dario e il culo di Stefano, che continua a spingere indietro lussurioso. Un colpo seccò fece entrare solo la punta, ma fu sufficiente a strappare un grido dalle labbra umide del ragazzo che furono subito riempite dai cazzi di Flavio e Federico. Quel groviglio perverso e depravato durò ancora parecchio, fino a che tutti insieme, i quattro ragazzoni non esplosero litri di sborra dentro e sul corpo di Stefano che, completamente in estasi, venne senza neanche toccarsi il cazzo. Sudati, col fiato corto ed estremamente soddisfatti, i ragazzi liberarono la loro tensione sessuale in una risata divertita, abbracciandosi esultanti come se avessero vinto una competizione sportiva. Si presero una pausa, chi per fumare, chi poer beere, chi per lavarsi un po'. Federico e Flavio andarono via, purtroppo avevano un impegno inderogabile, ma gli altri tre restarono per un secondo giro nel primo cerchio dell'inferno. Matteo dimenticò i suoi problemi quella sera.

    C'era spazio solo per il divertimento e, dopotutto, si meritava un po' di relax.
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    Non ho parole, è incredibile che qualcuno legga ancora questa storia dopo tanto tempo.

    Mi riprometto sempre di continuare, ma non è facile, davvero. In quel periodo ho avuto molto tempo libero che ora non ho.

    Prima o poi rileggerò tutto con calma e cercherò di concludere con lo stesso stile.

    Grazie a tutti per i complimenti <3
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    Meraviglioso come sempre. E triste ç_ç
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    Awwww che bello! Un finale diverso, ma comunque coccoloso e romantico :3
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    Grazie a tutti, sono felice che ancora ci sia qualcuno a seguire il racconto dopo tanto tempo che non lo aggiornavo :happy:
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    Capitolo 13 - To grow up as a man.

    Avete presente la sensazione di sicurezza che può produrre un abbraccio? Quel calore che riesce a scaldarti il cuore dissipando ogni paura e insicurezza?

    Così si era addormentato Matteo.

    E con questa stessa sensazione si svegliò nel cuore della notte. Nell'oscurità di quella stanza scorse delle sensazioni nuove: il suo cuore era tranquillo e sereno, allo stesso tempo però, il suo corpo era eccitatissimo: un'eccitazione pura, istintiva, quasi animale. In fondo il ragazzo che lo abbracciava, oltre a donargli sicurezza, aveva la dote di essere molto bello e sensuale... Il suo corpo si mosse da solo, come un burattino nelle mani del più abile dei burattinai. Il corpo nudo di Antonio era a contatto col suo da tutta la notte... Sentiva il bisogno estremo di rendere i loro corpi uno solo... Non era solo pulsione sessuale... Ogni fibra del suo animo bramava un contatto con ogni parte del corpo di quel ragazzo. Le sue dita sfiorarono ogni parte del corpo accanto a lui... la sua erezione trovò la strada da sola nel caldo buco del ragazzo... Quando Antonio si svegliò, Matteo era già dentro e cominciava a muoversi ritmicamente... Il suo respiro regolare venne rotto da uno spasmo di dolore misto a godimento e ben presto il suo corpo cominciò a muoversi allo stesso ritmo del ragazzo. Matteo realizzò solo in quel momento cosa stesse accadendo, ma ormai il suo corpo e il suo desiderio avevano preso il sopravvento... Niente avrebbe potuto fermare il divampare di quella fiamma... Prese le gambe di Antonio e le mise sulle sue forti spalle muscolose... Matteo lo teneva stretto per i fianchi e cominciò a entrare e uscire con una forza incredibile. Lo stava scopando con tanta foga che sembrava l'ultima cosa che avrebbe fatto nella sua vita.

    Questa scena...

    Matteo l'aveva immaginata tale e quale quel giorno di qualche anno prima...

    Stavolta non era un ragazzo immaginario, nè una ragazza...

    Matteo era dentro un uomo...

    "ODDIO SI', SIIIIII', VENGOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!"

    Non resistette molto a quel turbine di emozioni... Il tutto non era durato più di 10 minuti...

    Matteo era in estasi... Il suo corpo era sparito... La sua mente era in alto... leggera...

    Antonio lo strinse a sè e non disse niente... Anche il suo corpo e la sua mente erano soddisfatti...

    Quella fu solo la prima volta per Matteo, ma quella notte avrebbe recuperato parte del tempo perso...

    Rimase due giorni interi da Antonio... Lo fecero sei volte in tutto...

    Parlarono poco e niente e mangiarono il necessario, per evitare di svenire più che altro.

    La mattina del 3 gennaio però, mentre stavano facendo colazione, Antonio gli disse che quel pomeriggio aveva degli impegni...

    Matteo allora, cercò di intavolare un discorso:"E ora?" Quelle due parole potevano avere un solo significato, Antonio lo sapeva, era palese...

    "E ora niente... Se vuoi continueremo a vederci. Sto bene con te. Però non ho intenzione di andare oltre questo..."

    Matteo non disse niente... Era confuso, stordito... Forse avrebbe dovuto urlargli contro:

    "CHE CAZZO DICI?!?!? E QUELLE BELLE PAROLE!?!? COME PUOI DIRE QUESTO?!?!?"

    Ma non disse niente...

    Forse Antonio aveva solo bisogno di tempo per capire...

    Forse aveva paura delle emozioni che provava...

    Lui no, lo amava, ne era certo...

    Non poteva essere altrimenti dato che era l'unico che lo aveva fatto sentire così: SICURO, LIBERO...

    Quindi fece un sorriso ad Antonio, lo salutò e gli disse che sarebbe tornato presto, che lo avrebbe chiamato la sera stessa.

    Uscì da quella casa e il mondo là fuori gli sembrò diverso: si sentiva sicuro di sé.

    Non aveva voglia di tornare a casa però...

    Decise di chiamare Elisa.

    Doveva raccontarle tutto.

    Doveva condividere con lei quelle sensazioni.

    Doveva dirle che ora era un uomo.


    Edited by Koh - 3/10/2017, 00:00
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    Complimentoni ;) Non sto qui a parlare degli errori dato che quel rompiscatole ;) di Phara mi ha preceduto. Leggere questi racconti mi fa venire voglia di mollare il lavoro e stare un po' con voi (magari potessi farlo :nuo: )
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    Giuly mi fai arrossire
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    CITAZIONE (RichardAnime @ 21/10/2013, 21:33) 
    Cavolo ma vuoi uccidermi o cosa? c'è scusa scrivi troppo bene la storia mi ha preso troppo e stavi per uccidermi CASPIO!!!!!!!!!!! stavo leggendo ed ero preso quando (stavo usando il cell) stavo per essere investito da una fottuta auto °^° cavolo TToTT

    Omg ora mi accuseranno di tentato omicidio? D:
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    Mi scuso con tutti per la mancanza di capitoli nuovi. E' un periodo pieno di impegni a lavoro e in generale nella mia vita. Prometto che appena posso, posterò un nuovo capitolo e mi farò più vivo.
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