Gabriele e Alessandro. [Young][Romantico]

Era domenica, e come al solito andai a prendere Ale sotto casa per andare insieme in centro, ormai era diventato di routine. Lui era già fuori in giardino ad aspettarmi "Eccoti finalmente" mi abbracciò "sei sempre il solito dormiglione" sghignazzò, gli diedi un piccolo schiaffetto sul capo "ehi piccolino guarda che qui quello che fa sempre tardi sei tu" gli presi la manina "forza ora andiamo che ho fame". Andammo alla solita pasticceria, decidemmo di sederci in modo che avrei potuto fumare tanquillamente. Arrivò Lorenzo, un mio caro amico (da cui in passato ero anche attratto) che lavorava lì "hei Gabri, cosa vi porto?" "ciao Lorè, allora per me un cornetto ed un caffè e per il ragazzino un cappuccino" gli sorrisi, lui ricambiò e si diresse al bancone. Rimasi un po' a fissarlo, certo che dall'anno scorso era davvero migliorato. Lui era più grande di me, aveva 17 anni, lavorava solo nei week-end per raccimolarsi qualcosa, in modo da potersi pagare un bel viaggio per i suoi 18 anni. Alessandro mi schioccò le dita vicino l'orecchio per farmi tornare sul pianeta Terra "Non guardarlo troppo che poi si consuma" disse con un tono molto infastidito, io mi girai di scatto verso di lui "M-ma cosa dici? Stavo solo controllando se ci fossero ancora i cornetti" "Seh, certo.." non era convinto della mia risposta. Ecco il cameriere che tornò con le ordinazioni "un bel cappuccino per questo piccolino ed ecco il tuo caffè ed il cornetto" mi guardò nuovamente con quei suoi grandi occhi schurissimi e mi sorrise, gli diedi i soldi, lasciando anche qualche spicciolo di mancia. "Odio a morte quando mi chiamano piccolino!" a quanto pare non gli stava proprio simpatico "Ma Ale... Io ti chiamo sempre così" "ma cosa c'entra? Tu sei tu, è ovvio che non mi dà fastidio se me lo dici!" bevve in fretta il suo cappuccino, voleva andarsene al più presto, oggi quel posto non gli piaceva proprio. Dopo circa un quarto d'ora ci alzammo e ci incamminammo per tornare a casa, lo lasciai fuori il portoncino e ci demmo appuntamento a dopo pranzo.


Ero a stomaco pieno, il pranzo della domenica come al solito era abbondantissimo. Ormai erano le 3.30, e come promesso, sarei andato a prendere il piccolo Ale. Faceva davvero caldo quel giorno, infatti indossavo solo una t-shirt larga ed un paio di jeans. Ale non era già giù come suo solito, e non c'era neanche l'auto dei genitori nel vialetto, avevo paura che mi avesse dato buca, ma perché? Non era da lui, no. Grazie al cielo sentii la porta aprirsi, sbucò fuori la sua testolina "Ehi entra" feci come disse, chiusi la porta dietro di me e lo seguii in cucina "I miei non ci sono, quindi non posso uscire, però possiamo restare qui se ti va" mi disse mentre guardava fuori dalla finestra, mi avvicinai, lo bacai sul collo, un brivido gli scese lungo la schiena e sobbalzò "ma certo che mi va Ale" gli sorrisi, lui ricambiò, poi andammo in salone, solita posizione sul divano, accendemmo la tv e passammo un'ora abbondante lì; ogni tanto scappava un bacio o una carezza. "Io muoio di fame, andiamo a mangiare" l'ultima volta che mi disse una frase del genere, finimmo col farlo, chissà oggi cosa sarebbe successo. Andammo in cucina "Ale, io vorrei un caffè, ce n'è?" aprì il frigo "mmm si, ma è freddo, mi dispiace non è buono come quello che fa il tuo Lorenzo" a quanto pare era parecchio geloso. Mi venne vicino senza dire una parola, salì su una sedia -ora era anche più alto di me- mi guardò negli occhi e mi baciò, un bacio mozzafiato, la sua lingua si muoveva ad una velocità incredibile intrecciandosi con vigore con la mia, mi prese dietro la nuca e mi strinse forte i capelli, questa cosa mi eccitò davvero tanto, allungai le mani per togliergli la maglietta, ma me le bloccò, ero confuso "Oggi mi diverto io" disse sorridendo, era un piccolo pervertito. Allora fu lui a togliermi la t-shirt "ti piace tanto il caffè eh?" non riuscivo a capire il senso di questa sua domanda, mi buttò con forza sul tavolo e prese il bicchierino col caffè freddo a fianco al frigo, me ne versò un po' sul torace, le goccioline marroni attaversarono i miei pettorali per scendere sull'addome, si abbassò su di me e iniziò a passare la sua calda liguetta, iniziai a gemere, era una sensazione bellissima, poi si rialzò "mmm questo caffè è troppò amaro, ci vuole qualcosa di dolce" andò a rovistare in dispensa e prese un barattolo di nutella, con un cucchiaino me ne splamò un po' sui capezzoli e poi una lunga striscia che partiva dallo sterno fino ad arrivare al pube. Riprese il suo lavoro, ero in estasi, leccava e mordicchiava i miei capezzoli, con la manina iniziò a tastare il mio pisello, che ormai era durissimo. Scese a leccare gli addominali, per arrivare fino all'elastico dei boxer mi guardò sorridendo maliziosamente "ah si ho proprio voglia di un bel pisello alla nutella" mi sbottonò i jeans e lì abassò, saltò fuori il mio cazzo che puntata in alto, prese la nutella e ce ne mise un bel po' sopra, abbassò la sua testolina, una scossa mi attraversò tutto il corpo, pompava velocissimo e muoveva la lingua altrettando veloce, in modo da ripulirlo per bene "Ale io tra poco vengo se continui così" si bloccò subito "no ora viene il bello!" si spogliò completamente -io come al solito ero estasiato dalla sua visione- prese il mio cazzo in mano e lo puntò verso il suo piccolo ano, ero entrato, chiuse gli occhi e si morse le labbra, in un primo momento si muoveva lentamente, poi iniziò a velocizzare, stavamo sudando entrambi, i nostri odori si miscelavano in un innesto sublime. I suoi versetti rendevano tutto più eccitante, ad un certo punto lo bloccai per i fianchi e dettai io il ritmo, sempre più veloce "Ale sto per venire!!!" "Aspetta" urlò, si alzò dal mio pene e se lo ficcò in bocca, non riuscii a resistere, venni copiosamente nella sua gola, lui ingoiò senza indugi "mmm questo è ancora meglio della nutella" ridacchiò, lo presi in braccio e lo portai sotto la doccia, per ringraziarlo gli feci un pompino e bevvi tutto il suo seme. Dopo che ci asciugammo ci distendemmo sul suo letto "Gabri, ho paura" quella frase mi spiazzò "Paura?" "Si, paura. Non mi sembra ancora vero di esser riuscito a trovare una persona come te, più ci penso e più mi sembra un sogno. E la mia paura più grande è che tu un giorno possa scocciarti di me e preferire un altro, come quel Lorenzo! Io vorrei essere il centro del tuo mondo, il centro delle tue attenzioni, capisci? So che posso sembrare eccessivo, ma ti amo troppo e non riesco a farne a meno." wow, ero sbalordito, il piccolo Alessandro si era dimostrato ancora una volta un piccolo uomo "Alessandro anche io ti amo, e non mi sfiora neanche l'idea di stare con qualcun'altro. Io voglio te, solo te." mi strinse forte "Non te ne andare mai, ti prego" gli annusai i capelli, quel suo profumo mi inebriava "io son qui, piccolo mio.". Era molto stanco -il che era anche normale- "Gabri ti dispiace se mi addormento un po' su di te?" gli sorrisi "amore mio questa è una delle proposte più belle che tu mi abbia mai fatto" lo baciai sul nasino, chiuse gli occhi e crollò, lo seguii io cinque minuti dopo circa, ormai esausto, probabilmente il dormire abbracciati era una sorta di "fare l'amore", forse anche più romantico.