Gabriele e Alessandro. [Young][Romantico]

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    se guardi troppo a lungo dentro l'abisso prima o poi anche l'abisso guarderà dentro di te

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    dall'oscurità della mia ombra

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    bello ^_^
     
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  2. oldmanny
     
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    bello, tenero e coinvolgente, continua a scrivere
     
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    Capitolo 5:il mare di inverno.
    Martedì, Alessandro era ancora da me, sua madre aveva chiamato e ci aveva informati che sarebbe tornata sabato, quindi cercai dì godermi questi ultimi giorni che avrei passato da solo con il mio piccolo. Sì, il mio piccolo, quel piccolo che tre giorni fa mi aveva detto "ti amo", la parola che mi ha sempre fatto paura, mi è stata detta dalla persona che desideravo più di ogni altra cosa. Eravamo nel letto, suonò la sveglia, aprii gli occhi, il viso stupendo di Alessando era a due centimetri da me, dormiva ancora, non riuscii a trattenermi, lo baciai delicatamente sul naso, poi sulle labbra, iniziò a svegliarsi "buongiorno piccolo mio",sorrise ancora mezzo addormentato "mmm.. Buongiorno Gabri" lo baciai di nuovo, poi lo presi in braccio e lo misi a sedere sul letto, "sono troppo stanco, non mi va di vestirmi" disse il ragazzino "beh allora credo proprio che dovrò comportarmi da papà" mi guardò perplesso, gli feci l'occhiolino, presi i suoi vestiti dallo zainetto e mi inginocchiai di fronte al letto "bene Ale, alza le braccia" fece come gli dissi, gli sfilai velocemente la canottiera, e gli infilai una t-shirt azzurra, poi gli tolsi i pantaloncini, gli accarezzai le gambe liscissime sfiorando i suoi boxer, lui aveva gli occhi socchiusi, un po' per il sonno e un po' per il piacere che gli procuravano le mie carezze.
    Una volta vestito lo feci alzare, e gli ordinai-sempre dolcemente- di andarsi a lavare i denti in bagno, io nel frattempo mi sarei vestito. Quando fummo entrambi pronti scendemmo a fare colazione, mamma la preparò abbondante, come era solito fare. Uscimmo di casa e ci avviammo a scuola, il cielo oggi non era soleggiato come gli altri giorni, era grigio, spento, tirava inoltre un leggero venticello, che scompigliava i capelli di Ale, rendendolo ancora più irresistibile. Lo lasciai fuori il cancello della scuola, dopodiché mi avviai verso la mia. La giornata scolastica finì e andai di corsa a prendere il ragazzino, avevo una sorpresa in serbo per lui. Arrivai fuori la scuola, come al solito una marmaglia di bambini uscì dì corsa, lo cercai tra la massa ed.. Eccolo! Alzai il braccio per farmi notare e gli feci cenno di venire, sì avvicinò a me, mi abbracciò come suo solito "hei Gabri ciao! Forza andiamo a casa che muoio di fame!" "mio caro oggi non torniamo a casa.." era confuso "come no? E dove andiamo" "starai a vedere, intanto tieni questo," gli porsi un panino che mi aveva preparato mamma questa mattina "oggi dovrai accontentarti di questo per pranzo". Detto ciò partimmo, ci dirigemmo verso la fermata dei pullman, aspettammo circa 15 minuti, il tempo di mangiare il panino ed il pullman arrivò. Durante il viaggio Alessandro mi chiese in continuazione dove dovessimo andare, io mi limitai a sorridergli, volevo tenerlo sulle spine. Finalmente arrivammo, presi il piccolo per mano e mi diressi verso la meta, ero convinto che gli sarebbe piaciuto, e poi questo era un altro modo per poter stare da soli. "Eccoci qui piccolo mio, sorpresa!" Alessandro era sbalordito "Woooow, Gabri andiaaamo!". L'avevo portato al mare, la giornata non era delle migliori, ma quel cielo grigio che si rifletteva nell' acqua donandogli un colore particolare, e le onde che sbattevano contro la scogliera, davano un atmosfera speciale, aveva un non so che di tremendamente romantico e malinconico allo stesso tempo. Ale corse verso la spiaggia e mi invitò a seguirlo, non me lo feci ripetere due volte, tolsi le scarpe e andai. Era bellissimo vederlo cosi, con quella spensieratezza che solo un ragazzino può avere, non dovevo dimenticare che lui lo era, era piccolo, e questo dettaglio forse mi faceva avere paura, paura di amarlo. Giocammo per un sacco di tempo a riva, raccogliemmo dei sassi e delle conchiglie, parlammo e ridemmo, poi decidemmo di metterci sugli scogli, li saremo stati appartati. "Gabri, grazie, davvero" eravamo seduti di fanco, lui appoggiò la testa sul mio torace, avvolsi il mio braccio sinistro intorno alla sua spalla, gli baciai il capo, fui inebriato dal profumo dei suoi capelli miscelato all'odore di salsedine "di nulla Ale, la cosa che mi rende più felice è vederti felice, mi basta vederti sorridere per rallegrare la mia giornata, sei la causa della mia gioia" mi guardò con degli occhi che non saprei descrivere, sì alzò leggermente e mi baciò, un bacio stupendo, pieno di passione. Le nostre lingue si intrecciavano con dolcezza, poi si staccò, iniziò a baciarmi sul collo, mi sfilò la maglia e passò a baciare il petto, i capezzoli, un brivido mi passò lungo tutta la schiena, potevamo essere visti da qualcuno, ma non mi interessava, l'adrenalina aumentava la mia eccitazione, il battito del mio cuore accelerava sempre di più. Scese ancora più giù, sbottonò i jeans, li abbassò fino alle ginocchia insieme ai boxer, zampillò fuori il mio pene, turgido come non mai, subito lo prese nella sua adorabile boccuccia, alternando le leccate ad un vigoroso su e giù che mi faceva impazzire. Lui era ancora di fianco a me, gli sbottonai i pantaloni e gli feci capire di venire sopra di me. Ora avevo il suo cazzetto ad un palmo dalla faccia, io lo presi in bocca mentre lui contemporaneamente lavorava il mio. Mi bagnai con la saliva l'indice ed andai a stuzzicare il suo piccolo ano, una volta che si rilassò lo infilai lentamente, cacciò un urletto che mi fece sorridere, ora al mio pompino si associava un lento avanti e indietro del mio dito nel suo buchetto. Era arrivato al massimo, stava per scoppiare, accelerai e finalmente venne, mi mordicchiò leggermente l'asta -visto che lo aveva ancora in bocca- facendomi sobbalzare, ma non mi diede fastidio. Dopo circa tre minuti venni anche io nella sua bocca, ovviamente lo ripulì per bene, poi ci rivestimmo è lui si sedette sul mio pube, mi abbracciò stringendomi forte "Gabri ti amo" lo aveva detto di nuovo, mi aveva detto per la seconda volta ti amo. Io non riuscii a dire nulla, proprio come l'altra volta, gli accarezzavo solo i capelli, lui allora si staccò, guardandomi un po' deluso "Ale, cosa c'è?" "perché non mi dici ti amo?" ecco, la domanda di cui avevo paura era arrivata "b-beh Ale.. È.. Complicato.." non sapevo cosa dire, sapevo di provare un sentimento enorme per lui, ma non capivo se fosse amore o meno, avevo ancora le idee troppo confuse "Gabriele, scusa, ma cosa c'è di complicato? Amare non è complicato, sono le persone che lo rendono difficile. Io so di amarti e mi sembra la cosa più bella e semplice che possa esistere" volevo capire di più "e dimmi Alessandro, tu come fai a dire che mi ami?" mi guardò fisso negli occhi, era serio e determinato, determinato a dimostrare l'amore che provava per me "io so di amarti perché il sentimento che provo per te è immenso, vedi il mare?" con il dito indicò la distesa d'acqua mossa "non è nemmeno un milionesimo di ciò che provo ogni volta che sto con te, il mio cuore si ferma per un attimo ogni volta che ti vedo, sei la prima persona che mi provoca delle sensazioni del genere, e sono convinto che questo sia amore" ero attonito, che definizione di amore, non era da un ragazzino della sua età, eppure anche io provavo le sue stesse cose, allora perché non glielo dicevo? Perché ero cosi stupido? Purtroppo dalle mie labbra non uscì alcun suono.
    Lui era deluso "torniamo a casa Gabri, sono stanco" aveva lo sguardo basso, si alzò e si diresse verso la strada, io lo seguii a ruota. Mentre aspettavamo il pullman cercai di incrociare i suoi occhi, erano spenti ed era colpa mia. Anche questa giornata passò, tremendamente romantica e malinconica allo stesso tempo.

    Continua..

    Edited by Koh - 2/10/2017, 18:56
     
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  4. ellysofy
     
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    Un seguito!!!!che bella l'atmosfera del mare...aspetto con ansia....!
     
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    bello ^_^
     
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  6. oldmanny
     
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    bellissimo e carico di romanticismo, scrivi presto il seguito
     
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  7. gg83
     
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    semplicemente uahu
     
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  8. kekko98100
     
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    Stupendo ! <3
     
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    Letta tutta di un fiato.
    Devo dire che scrivi davvero bene ma ancora devi perfezionarti..
    Non so perché, la storia è bella, ma non mi ha preso
    Ti di gli stessi consigli che ho ricevuto io quando ho iniziato: descrivi meglio la parte sessuale, e magari prova ad usare termini diversi per definire una stessa azione. Per il resto è perfetto..
     
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    Coraggio vogliamo un seguito!
     
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    Chiedo scusa ma in questo periodo sono impegnatissimo, cercherò di postare il seguito al più presto c:
     
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    Fai con calma, l'importante è che il racconto esca bene :)
     
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  13. Yousexything
     
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    Bravissimo, la storia è stupenda e ben scritta, mi è piaciuto come hai reso Ale un piccolo pervertito *Q*
    Stai migliorando sempre di più, continua così.
    Aspetto con impazienza il prossimo capitolo
    Baci Maria
     
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  14. Shadow the Hedgehog
     
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    bello devo dire che.mi è piaciuto molto complimenti aspetto il seguito anche se lo posti in ritardo non fa niente ^^
     
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    Capitolo 6: mio.
    Erano passati 15 giorni dalla giornata al mare, i 15 giorni più bui della mia vita. Tra me e Alessandro c'era il gelo, ormai non parlavamo praticamente più. Non lo accompagnavo più a scuola, non passavamo più il pomeriggio insieme. C'era un pezzo mancante dentro di me, mancava il mio piccolo. Dovevo trovare un'occasione per rivederlo, per potergli strappare una parola, o almeno uno sguardo. I giorni continuavano a passare, le mie giornate erano noiose, monotone, senza un senso. Non potevo continuare così, stavo male, dovevo far qualcosa, dovevo riaverlo. Decisi così, in quel freddo pomeriggio di fine ottobre, di andare da lui. Indossai la giacca e uscii di casa, camminavo a passo veloce, ero impaziente, dovevo rivederlo, il suo profumo, il suo calore, tutto di lui per me era come una droga, ed io ero in astinenza.
    Finalmente ero fuori la porta di casa sua, bussai, la porta si stava aprendo, il mio battito stava per fermarsi. Mi aprì la madre "ehi, Gabriele, ciao, cerchi Alessandro?" la guardai negli occhi "si, potrei vederlo?" "ma certo, è in camera sua, vai pure!" mi invitò ad entrare, io salii di corsa le scale, arrivai fuori la sua camera, la porta era aperta, così entraii senza bussare, lui era disteso sul letto a guardare la tv, non si era accorto della mia presenza visto il volume elevato della televisione, chiusi la porta dietro di me "ciao Ale.." lui si girò di scatto, sgranò gli occhi, era senza parole, mi avvicinai lentamente "come và?" tornò nuovamente a darmi le spalle "andrebbe molto meglio se tu non fossi qui.." era molto arrabbiato "torna a casa" "no Ale, mi manchi troppo!" mi guardò "cosa vuoi da me?" i suoi occhi erano lucidi, non ero l'unico a star male "usciamo, andiamoci a mangiare un gelato" gli sorrisi "con questo freddo?" lui questa volta, per la prima volta da quando lo avevo conosciuto, non aveva ricambiato il sorriso "si Alessandro, non abbiamo mai fatto cose normali noi, proprio adesso vuoi iniziare?" lui stette in silenzio, si alzò dal letto e di avvicinò a me, eravamo di fronte, a due centimetri di distanza "va bene Gabriele". Uscimmo di casa e ci dirigemmo alla gelateria. Mangiammo il gelato, che rese la giornata più fredda di quanto fosse, poi ci dirigemmo al parco, ci sedemmo su una panchina appartata per poter parlare con tranquillità "Alessandro non so come dire, so che sei dispiaciuto, e mi dispiace, quindi s-scusa" Alessandro aveva lo sguardo basso "no Gabriele, ci stavo pensando, e probabilmente ho sbagliato a pendermela così tanto, non posso decidere io i tuoi sentimenti" mi sembrava una risposta un po' forzata da parte sua "m-ma Ale, sei sicuro?" mi guardò "certo!" lo abbracciai, finalmente riuscivo a sentire il suo profumo, il suo calore, che mi erano tanto mancati in queste due settimane, lo strinsi forte, mi apparteneva e non lo avrei perso per nessun motivo al mondo. "Ora andiamo a casa Gabri" disse, così ci avviammo. Arrivammo a casa sua, la madre ci aprì, Alessandro mi salutò con la mano e corse subito dentro, la madre invece rimase con me fuori a parlare "Gabri vorrei chiederti un favore immenso" "certo signora, dica pure" "volevo chiederti, siccome domani alle 16 ho un impegno che probabilmente mi terrà fuori tutto il pomeriggio, potresti badare a Alessandro? Sai com'è ha solo 13 anni, ho ancora un po' paura a lasciarlo da solo a casa" "ma certo signora non si preoccupi, ora però devo andare, buonanotte!" "buonanotte e grazie!". Tornai a casa e mi misi a letto, non cenai neanche, volevo che arrivasse al più presto domani.


    La notte passò velocemente, così come la mattinata. In men che non si dica si fecero le 16 ed io mi apprestai ad andare dal piccolo Ale. Arrivai fuori casa sua, bussai, mi aprì lui "hei Gabri, ciao" sorrise "dai entra che fa freddo!" feci come disse, posai il giubbino all'ingresso e lo seguii in salone. Stava guardando la televisione, quindi mi limitai a sedermi senza dire una parola. Dopo circa una mezz'ora di silenzio fu lui a cercare di aprire un discorso "sai Gabri, un po' mi sei mancato" mi guardò facendomi l'occhiolino, era irresistibile, ero lì a guardarlo, anche lui mi era mancato, davvero tanto. Lo baciai sulla guancia teneramente "anche tu mi sei mancato piccolo mio" inaspettatamente mi baciò, quanto mi erano mancate quelle labbra, quelle sue morbide labbra, quanto mi era mancato il suo sapore, il bacio fu bellissimo, tanto dolce quanto aggressivo, era un misto di amore e di sofferenza, una sensazione rara e singolare. Poi si staccò, sorridendomi ancora "ho fame Gabri, andiamo a fare merenda" ci alzammo entrambi dal divano e ci dirigemmo in cucina, il piccolo aprì la credenza, prese un barattolo di nutella e delle fette biscottate, poi dal frigo cacciò dei succhi di frutta, me ne porse uno, spalmò la nutella sulle fette ed iniziammo a mangiare. Ci fu un gioco di sguardi a dir poco agghiacciante, i nostri occhi si incrociavano e ognuno trasmetteva all'altro emozioni, senza il bisogno di dover parlare. Una volta finito di mangiare, Alessandro si alzò e fece per andare di là "Ale aspetta", si girò confuso, non so cosa mi stava succedendo smisi di pensare, la percezione spazio-tempo scomparve improvvisamente, non so dove trovai la forza "Ti amo.." i suoi occhi erano pieni di emozioni, forse troppe per poterle distinguerle, mi corse incontro e mi saltò addosso, lo presi in braccio, posò il capo vicino la mia guancia, sentii una lacrima bagnarmi il collo "non sai da quanto tempo lo stavo aspettavo" mi abbracciò fortissimo, quasi a mozzarmi il fiato, poi si avvicinò al mio orecchio "ora voglio essere tuo" mi sussurrò "del tutto", a quell'affermazione rimasi basito "M-ma Ale.. S-sei sicuro?" mi guardò negli occhi, quello sguardo, ancora, identico a quello di due settimane fa sulla scogliera "Si Gabri, ti voglio, voglio essere tuo. Ti amo, e questo è ciò che desidero più di ogni altra cosa." a questo punto convinse anche me, non me lo feci ripetere due volte e, ancora in braccio a me, lo portai in camera. Lo misi a sedere sul letto ed iniziai a baciarlo, le nostre lingue si muovevano velocemente intrecciandosi in una morsa di passione.
    Gli tolsi velocemente la maglia poi i jeans e infine i piccoli boxer verdi, andai con la mano a massaggiare il suo giovane membro, era durissimo, iniziò ad ansimare, scesi cosi a baciarlo lungo tutto il corpo fino ad arrivare al suo piccolo pene, lo presi subito in bocca, stuzzicando il frenulo, poi scesi alle palline liscissime, dopodiché iniziai a leccare il perineo, anch'esso liscissimo, per poi arrivare ad infilare la mia lingua nel suo bellissimo buchetto, a questo punto i suoi gemiti aumentarono, e io mi eccitavo sempre di più, inziai ad infilare un dito, dopo averlo accuratamente bagnato, poi due, al terzo contrasse i muscoli, ma iniziai a massaggiarlo e riuscii a farlo rilassare, "Gabri, ti voglio dentro, non ce la faccio più" mi disse con un filo di voce. Me lo feci prima prendere in bocca, in modo da bagnarlo un po', il piccolo diventava ogni giorno più bravo, leccava voglioso, continuava a pompare imperterrito, finchè fui costretto a fermarlo altrimenti sarei venuto. Lo feci mettere supino, con le gambe all'aria, in modo da poterlo vedere negli occhi, iniziai ad infilarlo 'aaah" urlò Alessandro, io mi fermai nella posizione in cui ero, con solo la cappella dentro di lui "Ale rilassati, vedi che subito passa" "mmm..sii..và bene" disse con una voce sofferente, gli entrai del tutto dentro, il piccolo stava iniziando a rilassarsi, inziai lentamemte a fare avanti e indietro, sentivo un calore immenso avvolgermi il pene, una sensazione stupenda, "dai Gabri, accelera" mi disse mentre ansimava, il suo iniziale dolore ora si era trasformato in piacere allo stato puro. Iniziai ad andare sempre più veloce, ero giunto al limite, gli venni dentro con una quantità smisurata di sperma, lui, che nel frattempo si stava masturbando, venne una decina di secondi dopo di me, schizzandomi sull'addome, raccolsi il suo seme con le dita e me le portai alla bocca, poi sfinito gli crollai addosso, iniziai a baciarlo stringendolo sempre più forte a me, i nostri corpi bollenti erano incollati, il nostro amore ci teneva incollati, avrei voluto che quel momento non finisse mai, era tutto così perfetto, così meravigliosamente perfetto.

    Continua..

    Edited by Koh - 2/10/2017, 18:58
     
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