Filippo impara la disciplina[Young]

racconto spanking

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  1. pallando01
     
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    mmm...diciamo che si tratta di riformulare qualcosa e si avrà la spiegazione sulla scelta dell'unico animale che appare finora...non riesco a pensare a altri indizi che non restringano troppo il campo...
     
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  2. pallando01
     
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    mi sa che qui nessuno raccoglie la sfida, dovrò pensare io a cosa riservare a Filippo: non manca molto al terzo capitolo, quindi se qualcuno ha voglia di provare a risolvere l'indovinello resta ancora un po' di tempo!
     
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  3. lawliet yagami
     
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    mhhh..... pecora??
     
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  4. CL-Valerio
     
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    Bellissima..questa storia..
     
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  5. pallando01
     
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    CITAZIONE (lawliet yagami @ 7/6/2012, 09:26) 
    mhhh..... pecora??

    ahahaah, no, non ci siamo! non viene menzionata nessuna pecora: l'unico animale di cui a un certo punto si legge il nome, è tirato in ballo da un personaggio secondario, il quale a sua volta.... eddaaaaai!
     
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  6. lawliet yagami
     
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    trovato!

    nel primo capitolo e angelica che menziona pesci:

    Angelica che però non sapeva che pesci pigliare

    nel secondo capitolo invece e il signor Gabris a menzionare una capra:

    di fronte ad una capra del genere

    ti prego dimmi che non ho sbagliato! :runcry:
     
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  7. pallando01
     
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    Sei a un passo...confesso che non ricordavo nemmeno io dei pesci di Angelica (bene, no?)...in compenso, la soluzione è molto vicino alla capra. Perchè proprio capra? e non, mettiamo, asino? la soluzione sta dentro il cognome del professore...dai che ci siamo!
     
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  8. lawliet yagami
     
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    allora... l'anagramma di grabis è sbriga....
    centra con la capra, ma grabis non e' il nome di nessun animale.... sbriga nemmeno quindi l'anagramma non centra... non ci arrivo devo ragionarci su!!!'... :trtrtr:
     
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    Grabis = Sgarbi

    Da qui l'aggettivo "capra" del caro Vittorio Sgarbi :asd:

    Comunque capra non è l'unico animale che compare nel racconto. Mi ero infatti focalizzato sugli orsacchiotti nelle mutande del ragazzo, finendo in stallo.
    Risolto l'enigma, ti espongo in privato qualche mia idea per il racconto
     
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  10. pallando01
     
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    bravo! complimenti e scusate per gli indizi a tranello, involontari ma...ogni prova ha qualche inghippo! brava anche lawliet yagami...sarà per la prossima...e ora, vediamo questi suggerimenti.
     
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  11. pallando01
     
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    Terzo capitolo, con una menzione speciale a Shaoran Tsùbasa per l'apporto creativo

    Il mattino successivo, Filippo si svegliò dopo una notte piuttosto agitata...lì per lì non pensò agli ultimi avvenimenti, ma sentendosi strano, mise la mano sull'inguine e, percependo al tatto qualcosa di spesso, realizzò che si trattava delle mutandine imbottite che zio Marco gli aveva fatto mettere la sera prima. Istantaneamente, la vergogna lo colse insieme a quella strana eccitazione che non mancava mai di prenderlo quanto ripensava alle punizioni dello zio. Stava iniziando a passarsi la mano sul pene, massaggiandosi delicatamente...quando dei passi fuori dalla porta lo indussero a smettere di colpo: e lo fece nel secondo giusto, perchè dopo un attimo Marco aprì la porta.
    - Buongiorno, piccolo. E' ora di alzarsi. Dormito bene?- disse Marco al nipote, spalancando le finestre.
    - Sì...sì zio, grazie. - rispose Filippo, risoluto a iniziare la giornata nel modo migliore.
    - Tutto a posto là sotto, sono asciutte le mutandine? - chiese Marco, alzando il lenzuolo. Senza dar tempo a Filippo di rispondere, infilò la mano sotto la strana casacca con la quale l'aveva fatto dormire, mettendo un dito dentro le mutandine per controllare se fossero umide. - Bravo Filippo! Una notte asciutta, sono molto contento. Ma ora dovrai fare pipì, no? -
    -Beh, in effetti sì...- disse Filippo, cercando di ignorare l'erezione che aveva seguito il tocco dello zio.
    -Bene, andiamo in bagno allora.- disse Marco, avviandosi.
    Le nuove regole fissate dal tiranno la sera prima prevedevano infatti che Filippo per ogni bisogno fisiologico fosse supervisionato da Marco.
    Entrati in bagno, Marco abbassò le mutandine di Filippo...ne scappò fuori un sanissimo uccello di diciassette anni che svettava incurante della vergogna del possessore.
    - Mmm, sei eccitato piccolo eh? Beh, adesso siediti e fai quello che devi fare.-
    Filippo, che vedeva i suoi piani di un inizio giornata dignitoso sfumare clamorosamente, si sedette rassegnato...con suo estremo imbarazzo realizzò poi che la pipì non era la sola cosa che gli scappava.
    Vedendolo tutto rosso, Marco non ci mise molto a capire: - Che c'è? Ti scappa anche la cacca? Non ti preoccupare e fai tutto. Guarda che non fa bene trattenersi, in ogni caso se non la fai entro stasera ti faccio un clistere.-
    Filippo si sentì decisamente alle strette, l'idea di un clistere ebbe quantomeno l'effetto di fargli abbassare l'erezione...rilassandosi, riuscì a fare pipì, poi sentì di colpo rilassare anche lo sfintere e riuscì a fare anche tutto il resto, sotto gli occhi attenti di Marco.
    - Bravo, Filippo! - lo incoraggiò lo zio, sapendo di umiliarlo ulteriormente. - Fatto tutto? Ora ti pulisco io, che non voglio che sporchi come al solito le mutandine nuove che ti ho scelto.-
    Prese la carta igienica e prima gli asciugò il pisello, poi si dedicò a pulirgli il culo, insistendo a dovere.
    Non molti diciassettenni iniziavano in quel modo la giornata, ma Filippo inizava quasi, pur nella vergogna, a sentirsi confortato da queste speciali attenzioni. Marco lo mandò a fare colazione, dicendogli che lo avrebbe atteso dopo in camera.
    Finita in fretta la colazione, Filippo tornò su e vide lo zio aspettarlo.
    -Visto che stanotte sei stato bravo e non hai bagnato le mutandine, ti lascerò fare una scelta. Come ti ho detto sarò io a decidere come ti vesti, però voglio lasciarti una scelta per oggi: per andare a scuola potrai decidere tu, ma la tua decisione su cosa metterti varrà solo per qualcosa: in pratica dovrai vedere se preferisci scegliere i tuoi vestiti o la tua biancheria, sapendo che io ovviamente sceglierò l'altra cosa. Allora?-
    Filippo ragionò rapidamente: se i vestiti erano quella serie incredibili di abitini, stile piccolo marinaio, boy scout eccetera, avrebbe fatto di tutto per evitare di essere visto così dai suoi compagni. In fin dei conti, parlando di biancheria, nessuno l'avrebbe vista e...sempre di mutande doveva trattarsi.
    -Ok zio,io scelgo i vestiti allora...se posso.- concluse.
    Marco si era aspettato la scelta, e aveva già pensato al da farsi. - Bene, allora lavati i denti e poi ti faccio trovare sul letto la tua biancheria.-
    Filippo provvide, e al ritorno...quasi non capì, lì per lì. Poi prese in mano ciò che vedeva sul letto, perplesso: un paio di mutandine bianche di Hello Kitty, chiaramente da ragazzina, con il famigerato gattino stampigliato nella parte posteriore mentre un fiocchetto decorava quella anteriore. Non poteva crederci.
    La voce di Marco lo colse alle spalle: - Bene, vedo che hai trovato le mutandine? Forza, indossale che sennà fai tardi...o se vuoi fare cambio, dimmelo che ti scelgo un bel vestito.- disse sorridendogli.
    -No, no...ora le metto...- disse Filippo, già col muso. Decisamente aveva sperato di iniziare meglio quella giornata.
    -Bene, non fare tardi che hai arte col professor Grabis alla prima ora. Ti aspetto di sotto.-
    Pochi minuti dopo, un bel ragazzo arrivava in salotto: alto, fisico curato, bel viso, Filippo sembrava un adolescente come tanti, e più bello di molti. Ma lui e Marco condividevano quella mattina un segreto, costituito da un paio di mutandine di Hello Kitty, che spiegavano il cipiglio di Filippo e il sorriso di Marco.
    -Fai il bravo e cerca di non combinarne una delle tue oggi!- lo salutò lo zio.

    Insospettabilmente a scuola andò tutto bene per Filippo, c'era anche l'interrogazione di matematica ma lì non c'erano problemi per lui e la passò con un bell'otto. Poi si fermò a casa del suo amico Gabriele per pranzo, come concordato con lo zio. Lui e Gabriele erano amici dall'infanzia, anche se Gabriele era molto più educato e responsabile di lui. Giocatore di pallavolo, era in effetti anche lui slanciato e muscoloso. Moro, occhi chiari, era sempre molto corteggiato, ma fedele alla ragazza con cui stava da due anni, con i loro alti e bassi.
    I ragazzi erano appunto molto legati, e capitava spesso che facessero anche i compiti insieme, e che magari Gabriele aiutasse Filippo passandogli gli appunti di qualche materia da lui trascurata. Anche quel pomeriggio fecero insieme i compiti...tuttavia, sarebbe stato un pomeriggio più significativo di altri. A un certo punto, mentre Gabriele era in piedi alle spalle di Filippo per prendere un volume dalla libreria, a Filippo cadde la penna a terra. Sedeva su uno sgabello, senza schienale, perciò quando si chinò a raccogliere la penna, i jeans a vita bassa che tanto amava svelarono parte del suo sedere con relative mutandine. Quando Filippo ci pensò era però già chinato: afferrata la penna, si tirò subito su, guardando Gabriele per vedere se si era accorto di qualcosa.
    Gabriele, imperturbabile, gli sorrise e aprì il libro alla pagina che gli serviva. Filippo pensò e sperò di averla fatta franca, in fin dei conti di sicuro quel rompiscatole del suo amico lo avrebbe come minimo preso in giro se si fosse accorto della sua nuova biancheria.
    Finiti i compiti, i due si fecero un giro per il centro e presero un gelato. Stavano tornando a casa, quando, in una zona un po' fuori mano rispetto al centro, incrociarono un gruppo di ragazzi, uno dei quali si mise a fissare Filippo, iniziando a insultarlo dopo un po'...questo ragazzo infatti la settimana prima aveva giocato una partita di calcetto contro la squadra di Filippo, Gabriele e altri amici. Una volta iniziato a perdere, Filippo, come al solito antisportivo, aveva iniziato a fare lo spericolato facendo a questo ragazzo un brutto fallo, senza nemmeno scusarsi ma anzi proseguendo con il suo atteggiamento strafottente.
    Insomma, Filippo e Gabriele si ritrovarono contro quattro ragazzi piuttosto arrabbiati: Gabriele avrebbe voluto far finta di niente e andare via subito, ma Filippo non era tipo da sopportare un insulto senza reagire: ne seguì una bella rissa, e quando i ragazzi furono fermati e separati da un passante che minacciò di di chiamare la polizia se non l'avessero subito smessa, a Gabriele usciva sangue dal naso, mentre Filippo aveva un occhio nero. In realtà a Filippo sembrava di essersi difeso più che onorevolmente, ed era anche soddisfatto: però un po' era dispiaciuto di aver tirato in mezzo Gabriele, e poi, soprattutto, pensava che suo zio non avrebbe gradito quest'altro avvenimento e già temeva le conseguenze.
    Si separò da Gabriele ringraziandolo e si avviò a casa. Per fortuna lo zio non c'era: doveva essere come al solito dal suo amico pittore, ma questo si limitava a posticipare il problema più che a risolverlo. Per migliorare la sua situazione cercò di darsi da fare iniziando ad apparecchiare la tavola e mettendo su la cena.

    Dopo poco più di un'ora, sentì le chiavi dello zio aprire la porta.
    Marco arrivò in cucina e contento iniziò: - Bravo, ti sei dato da fare Filippo. Tutto bene a scuola? Hai fatto l'interr..ehi...ehi, ehi, girati un po' verso di me? Ma cos'hai fatto all'occhio?- gli chiese preoccupato.
    Filippo gli raccontò un po' com'erano andate le cose.
    -Possibile che non ti tiri mai indietro quando c'è da combinare qualcosa? Ma non ti rendi conto che rischiavi di farti male, o di far male a qualcuno? Anzi, ora chiamo Gabriele per sentire come sta e per chiedergli se mi conferma la tua versione dei fatti, spero per te che sia tutto come dici, perchè già sarai punito in ogni caso, ma se hai detto qualche palla sarà ancora peggio!-
    Come sperato da Filippo, la telefonata doveva essere andata piuttosto bene: lo zio tornò in cucina più rilassato. -Sei proprio fortunato: a quanto pare, anche se proprio non ne capisco il perchè, hai un amico che ti vuole bene. Ora mangiamo, va'...poi penseremo a cosa fare con te.-
    Il pasto andò abbastanza tranquillamente, riuscirono anche a conversare un po', anche se di argomenti neutri, e Filippo sperava davvero che più tempo passava più leggere sarebbero state le conseguenze per lui.
    Ma così non sarebbe stato.

    Marco si pulì la bocca col tovagliolo, appoggiò la forchetta sul piatto vuoto e guardò Filippo negli occhi. -Bene Filippo. Da un lato sono contento che almeno questa volta non ci siano bugie, ma dall'altro continuo a preoccuparmi perchè davvero non ti rendi conto di cosa rischi quando ti comporti in maniera così impulsiva. Perciò, mi dispiace, ma è il caso di prendere qualche provvedimento. Ora sparecchia, io ti aspetto in bagno di sopra.-
    “Oh cazzo. In bagno di sopra...cosa si inventerà stavolta?” pensava Filippo, mentre con le mani tremanti sparecchiava e lavava i piatti.
    Arrivato su, vide Marco con un rasoio in mano.
    -Per prima cosa sistemeremo i tuoi capelli. Sarà anche vero che l'abito non fa il monaco, ma forse quando avrai le sembianze di un bravo ragazzo per osmosi ti comporterai anche meglio! In ogni caso con l'estate è anche meglio averli più corti i capelli, e chissà che eliminando un po' di ricci non diminuiscano anche i capricci!-
    -I miei capelli? Ma zio, a me piacciono così, ho diciassette anni, non puoi dirmi come devo tenere i capelli.- tentò di protestare Filippo.
    Marco sospirò e rispose: - Penso che abbiamo già visto entrambi che la tua età è abbastanza relativa...o devo ricordarti gli ultimi giorni? Abituati Filippo: come dimostri ogni giorno con le tue marachelle, non sai cos'è meglio per te. Io sì. Perciò ubbidisci, e ricorda che la punizione vera deve ancora arrivare, quindi è meglio che tu non mi dia ragioni di aumentarla. Su, siediti, ora.-
    Filippo dovette sedersi sulla sedia e guardare suo zio che, dopo avergli messo un telo sule spalle, iniziava con le forbici prima e poi col rasoio a far strage della sua chioma. Per vederla con gli occhi dei suoi coetanei, era entrato nel bagno come un Nick Jonas dei tempi d'oro e ne sarebbe uscito coi capelli appena più lunghi di un marine americano. Certo, in effetti forse stava anche meglio, con un viso più luminoso e i cui tratti forti erano messi ancor più in risalto, ma a quello a cui lui pensava era che era proprio caduto in basso se non poteva più neanche gestirsi i propri capelli.
    -Bene, ecco fatto. Devo dire che ora sei proprio un altro. Ora, spogliati e in doccia.- disse Marco.
    Filippo, preso atto che le proteste di certo non lo aiutavano, si spogliò, togliendosi anche le ormai vissute mutandine di Hello Kitty. Entrato nella doccia, suo zio cominciò a bagnargli e massaggiargli la testa per ripulirla dai capelli tagliati, facendogli anche lo shampoo...Filippo si sentiva stranamente rilassato. Poi però, dopo aver sciacquato i capelli, Marco cominciò e insaponarlo su tutto il corpo, insistendo in particolare su certi punti...e dopo un po' Filippo vide che non si trattava di sapone, ma di qualcosa di più denso. Poi Marco prese il rasoio e disse al ragazzo perplesso: -In effetti, visto che ti comporti da ragazzino, non ti servono peli sul corpo. Per non dire che, se dovessi usare veramente un pannolino, i peli non sarebbero per nulla igienici e anzi rischieresti qualche irritazione alla pelle.-
    -Ma cosa vuoi dire? Mi stai per radere?- chiese esterrefatto Filippo.
    -Esatto.- rispose Marco. -E ti consiglio di non metterti a questionare. Da un lato non è che tu ne abbia poi così tanti, hai le gambe e le braccia praticamente lisce...dall'altro, stai pur tranquillo che ricresceranno. Al momento debito, naturalmente.-
    Così, il povero Filippo si rassegnò anche a questa umiliazione, con le lacrime agli occhi. Fu la volta prima delle ascelle, poi pero con delicatezza Marco passo al pube, allo scroto, al perineo e alla zona intorno all'ano. Quando lo risciacquò, Filippo si vide e percepì davvero come un bambino, tutto liscio...certo, ormai per calciatori, nuotatori e altri sportivi farsi la ceretta era normale e con un po' di attenzione nessuno l'avrebbe notato più tanto, però il modo in cui non aveva più nessun controllo sul suo corpo lo avviliva davvero, non riusciva neanche più a opporre particolare resistenza.
    Marco lo asciugò con cura e lo fece andare, nudo, in salotto.
    -Cominci davvero a essere impegnativo quanto a punizioni. Questo giro vorrei almeno rilassarmi mentre ti sculaccio. Anzitutto non vorrei sentirti gridare né frignare, quindi penso terrai in bocca questo.- e gli porse un ciuccio da bambino, solo un po' più grande.
    -Un ciuccio? Vuoi che tenga quella roba in bocca?- chiese Filippo.
    -Vedo che quando vuoi le cose le capisci...- rispose Marco. -E vedi che resti in bocca, perchè se per sbaglio lo sputi o ti cade, ne prendi ancora di più. Ecco, apri la bocca.- e mise il succhiotto in bocca al nipote (ricordiamolo, diciassette anni, un metro e settantacinque per sessantaquattro chili...).
    Poi si mise su uno dei suoi cd preferiti, fece piegare Filippo contro lo schienale del divano e contemplò un po' quel corpo, più liscio dei giorni prima, che univa alla mascolinità dei muscoli e dei genitali una sorta di dolcezza giovanile; allargò un po' le cosce tornite di Filippo per aumentare l'area a disposizione dei colpi.
    Si servì questa volta di un vecchio scacciamosche che aveva recuperato dalla cantina il giorno prima con il pensiero che prima o poi gli sarebbe servito e che in fin dei conti cambiare era sempre più divertente. Cominciò a bersagliare le cosce per poi risalire e tornare giù, con metodo meticoloso. I colpi si susseguivano, e amava vedere come Filippo contraeva i muscoli dei glutei, facendo sì che il suo buchino giocasse in pratica a nascondino, apparendo e sparendo in maniera estremamente erotica.
    Filippo dal canto suo si sorprese a notare che dopo pochi minuti, col crescere del dolore, aveva inziato a succhiare il cuccio senza rendersene conto: in fin dei conti era vagamente confortante, e perlomeno non avrebbe gridato.
    In ogni caso, Marco non aveva voglia di andarci giù pesante quella sera. Si sentiva di indole magnanima, e non voleva certo lasciare troppi segni su quel sedere così bello. Perciò dopo trenta colpi circa si fermò.
    -Tieni pure in bocca il ciuccio. Ti metto un po' di crema aftershave ora.- disse Marco, e cominciò a spalmarne sul sedere di Filippo, ma anche sui genitali e in tutte le zone rasate poco prima, notando con divertimento l'eccitazione del nipotino.
    -Bene, ora vai pure in bagno da solo, poi trovi sul letto i tuoi vestiti per la notte. Vengo a salutarti tra cinque minuti e ti porto un po' di ghiaccio per l'occhio- disse Marco. - Continua pure a tenerlo, il ciuccio.-
    Filippo, scosso per la nuova punizione e per le sensazioni di un corpo liscio ed eccitato, si lavò i denti, fece pipì, e trovò sul suo letto la stessa tenuta della notte prima: mutandine assorbenti e camicetta da notte blu, corta. Si vestì e si mise a letto, sempre col ciuccio in bocca.
    Dopo poco, sentì Marco arrivare.
    Marco lo vide succhiare inconsapevolmente il ciuccio e sorrise. Si avvicinò sulla sponda del letto, gli mise il sacchetto col ghiaccio sull'occhio e accarezzandogli i capelli disse: - Devo dire che oggi almeno hai preso meglio la tua punizione. Spero che tu capisca che questo è successo solo perchè tu impari ad avere un po' di giudizio...sarei stato disperato se ti fosse successo qualcosa, non voglio che tu metta in pericolo la tua sicurezza. Spero che pian piano tu diventi più assennato, come il tuo amico Gabriele ad esempio. Buonanotte ora, piccolo.- e, dandogli un bacio sulla guancia, uscì.
    Filippo stava, per la terza sera ormai, ripensando all'esito imprevisto della giornata. Il sonno stava arrivando, quando vide il cellulare sul letto illuminarsi. Era un messaggio di Gabriele. Lo lesse: “Ehi, amico, tutto bene con l'occhio e con tuo zio? Ricordati che per te ci sono sempre. Goodnight...Kitty! ;-) ”

    Sotto: come immagino Gabriele. Immagine dalla pagina tumblr "gonevirile".

    gonevirile_gabriele_0

    Nota: spero continui a piacervi la storia, sono sempre in attesa dei vostri commenti. Nel quarto capitolo ci dedicheremo un po' al passato di Marco, e sarà più...torrido. Lancio anche questa volta un invito a interagire: secondo voi quale musica poteva ascoltare Marco per rilassarsi mentre sculacciava Filippo? Proponetemi qualche canzone, qui o via chat, e per quella più convincente e adatta al personaggio ci sarà come premio una nuova punizione a scelta per Filippo. A presto!

    Edited by pallando01 - 25/1/2018, 21:13
     
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  12. lawliet yagami
     
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    Magnifico come sempre=)))
    la storia e sempre meglio complimenti=)
    per la musica mhhh....
    penso che spente le stelle di emma shapplin e george dalaras sia molto convincenteXD
     
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  13. starhunter
     
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    Nooo! Le mutande di Hello Kitty non si augurano!! D: Però Filippo con il ciuccio me lo immagino :3
    Per la musica.... non so, a me Marco sembra uno da roba tipo Queen! Ce lo vedo ad ascoltare Bohemian Rapsody oppure Another one bites the dust xD
    Seguitooooooooo!
     
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  14. LiL ~
     
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    Requiem of a Dream. Rende epica qualsiasi cosa fai mentre l'ascolti D: Mi immagino Marco che a rallentatore fustiga Filippo
    Uh beh, questa cosa che ormai è diventato una marionetta in mano a quell'altro è molto eccitante, e poi la rendi benissimo nel testo =)
     
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  15. pallando01
     
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    dunque, riguardo alla questione canzone...ho ascoltato alcune di quelle che avete proposto (conosceva già solo bohemian rapsody). Spente le stelle è una bellissima canzone, ma forse più riflessiva/meditativa. dico la verità, Marco è sicuramente un tipo MOLTO queen, e bohemian rapsody ci sarebbe stata...però dovendomeli immaginare con una canzone sotto, quella che secondo me era più calzante era la terza, requiem of a dream...perciò grazie a tutti, in questo caso per me vince LiL che quindi sceglie la prossima punizione (fisica, di abbigliamento o altro) per Filippo :) magari scrivi un messaggio privato così resta una sorpresa!
     
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149 replies since 1/6/2012, 23:36   196878 views
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