Filippo impara la disciplina[Young]

racconto spanking

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    Meraviglioso continua come potrai intuire leggendo il mio racconto a capitoli scritto su questo forum, anche io sono un fautore dei giochi di ruolo.Di cui sono protagonista dal vero pur avendo 52 anni ma nel mio gioco di ruolo ho 18 anni e vengo punito da un 43 enne che fa la parte di un direttore di un centro di rieducazione minorile,il classico 'riformatorio'.Quindi ho riletto il tuo racconto dall'inizio e scusa se ho dato un parere positivo a colui che fece una capitolo conclusivo diverso da quello che tu volevi lasciare .Scusa il modo di scrivere ma sto apprezzando il nuovo corso tra Filippo e Gabriele a Londra ,continua
     
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  2. pallando01
     
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    Eccoci qui con un nuovo episodio. Non abbiate paura in caso di critiche o perplessità, ogni commento costruttivo è sempre ben accetto e apprezzato!


    Capitolo 13 - Tea time (e poi...)

    Dopo l’incredibile accaduto con il direttore del reparto antichità, Filippo cercò di trascorrere la giornata senza far danni. Lui e Evan si ignorarono il più possibile; non era esattamente una pace, ma senz’altro una tregua per evitare i “danni collaterali” che avevano duramente colpito i loro fondoschiena.

    Nel pomeriggio gli arrivò anche un whatsapp di Gabriele: Tutto a posto bello?

    Filippo ci pensò e decise di guadagnare tempo: forse doveva raccontargli quanto accaduto, ma doveva riflettere sul modo più astuto di raccontarla a suo vantaggio, e senz’altro via messaggio non si poteva spiegare molto bene.

    Così, preso il telefono, rispose: Tutto tranquillo, ci vediamo a casa!

    A breve arrivò il momento di uscire: salutò freddamente Evan, ancora chino sui libri, e tornò il più in fretta possibile all’appartamento.

    Il piano era addolcire quanto più possibile Gabriele sistemando casa, cucinando una buona cenetta e lasciando le comunicazioni delicate per ultime, quando sarebbero state accolte con la maggior indulgenza possibile.

    Si andò a cambiare e trovò sul letto i vestiti che gli aveva già preparato Gabriele: una t-shirt verde e dei pantaloncini decisamente corti azzurri. Sospirò, si vestì e iniziò l’opera di pulizia domestica che si era prefisso.

    Un’oretta dopo aveva concluso e stava per dedicarsi alla cucina della cena, quando suonò il campanello della porta. Gabriele doveva aver fatto prima del previsto, credette. Poco male, almeno la casa era lustra e non gli mancavano le idee su come intrattenerlo piacevolmente. Corse alla porta per aprire, e restò senza parole vedendo chi c’era sulla soglia.

    Si trovo di fronte un Evan con il viso rigato di lacrime, tenuto per un orecchio da un distinto signore sulla quarantina, alto, magro e ben vestito in stile classico.

    “Immagino tu sia Filippo” disse squadrandolo.

    “Ehm, sì” rispose Filippo interdetto.

    “Sono Lord McDonnel, mi pare che con Evan vi conosciate già. Possiamo entrare?” chiese l’uomo, che aveva saputo esprimersi come se la domanda fosse al tempo stesso un comando.

    “Prego…” disse Filippo, che non sapeva davvero che pesci pigliare.

    Entrando, l’aristocratico proseguì con il suo accento scozzese: “Mi scuso molto se siamo in anticipo, ma avevo davvero urgenza di risolvere la questione…”

    Mentre parlava, Filippo aveva fatto strada all’uomo e a Evan verso il salotto: “In anticipo?” chiese senza aver capito.

    “Non serve che io ti stia a spiegare” chiuse il discorso perentoriamente l’uomo, dando con aria imperiosa il cappotto a Filippo.

    Il ragazzo stava appendendo sull’attaccapanni l’elegante cappotto, quando sentì delle chiavi infilarsi nella serratura all’ingresso.

    In pochi istanti Gabriele era entrato.

    “Lord McDonnel, è davvero un piacere. Mi spiace non essere arrivato prima” disse stringendo la mano all’uomo, evidentemente non stupito dalla sua presenza.

    Poi continuò: “Tu devi essere Evan. Spero che Filippo non ti abbia fatto troppo male” si rivolse gentilmente al ragazzo, che si era un po’ calmato ma aveva ancora gli occhi lucidi.

    “Oh, non si preoccupi,” intervenne più gentilmente il lord “senz’altro è per l’accoglienza che gli ho riservato io a casa”.

    “Ma quindi…” iniziò Filippo, subito interrotto.

    “So tutto Filippo, il professor Peters mi ha mandato una mail per informarmi. E meno male che su whatsapp mi hai scritto che andava tutto bene. Non solo sei un attaccabrighe, ma anche un bugiardo!”

    “Ma no, te l’avrei detto…”

    “Le cose me le devi dire subito, non quando fa comodo a te!” tagliò corto Gabriele, togliendosi a sua volta la giacca. “Per cortesia, adesso vai di là a prepara due tazzè di thé per me e lord McDonnel”.

    “Evan, va’ ad aiutarlo” ordinò secco McDonnel.


    I ragazzi si affrettarono in cucina. Impietosito nonostante il timore, Filippo passò a Evan un fazzoletto di carta mentre metteva l’acqua nel bollitore.

    “Tu sai cosa sta per capitare?” chiese a bassa voce a Evan.

    “So solo che ci vogliono punire insieme, ma non so i dettagli…” fu la risposta.

    Filippo non sapeva davvero cosa aspettarsi, quindi rimasero lì in silenzio mentre l’acqua si scaldava.

    Una volta bollente, prepararono teiera, tazze e tutto il necessario su un vassoio, tornando in salotto.

    Lì, l’aria era decisamente più distesa e Gabriele e Lord McDonnel conversavano pacatamente.

    All’arrivo dei due ragazzi, il lord disse: “Se lei è d’accordo, direi che mentre prendiamo il thé i due litiganti possono mettersi nell’angolo con il viso al muro. A concentrarsi per la punizione”.

    “Mi sembra un’ottima idea” concordò Gabriele.

    Mentre Filippo e Evan eseguivano l’ordine, la conversazione continuava come loro non esistessero.

    “Dunque, Lord McDonnel, come si è organizzato con Evan?” stava chiedendo Gabriele.

    “Nel nostro caso, vista la differenza di età, abbiamo concordato di gestire la relazione come se fossimo padre e figlio, al di là ovviamente di qualche contatto ravvicinato. Oltre al discorso dell’età lo trovo psicologicamente più adeguato per Evan, che ha bisogno di una guida decisamente autorevole” spiegò l’uomo. “Del resto non è il primo ragazzo che tiro su. Con lui ormai sono tre anni, e sono soddisfatto del nostro rapporto”.

    “E dal punto di vista della disciplina?” chiese Gabriele.

    “Oh, trovo anche io che il metodo della Disciplinarian sia eccellente. Personalmente però, visti anche certi lati della personalità di Evan, lo alterno ad altre strategia. Conosce quello che chiamiamo Petticoat Punishment?” domandò McDonnel.

    “Petticoat? Vuol dire, sottoveste, giusto?”

    “Esattamente. Vede, al tempo dell’imperatrice Vittoria, quando in questa dissoluta nazione le cose filavano come dovevano, era prassi comune vestire i bambini in abiti uguali per maschi e femmine. Crescendo, gli adolescenti riottosi all’autorità venivano spesso puniti costringendoli a portare gli abiti tipici dell’infanzia, e per i maschi questo significava in qualche modo anche un vestiario più simile a quello femminile. Non proprio uguale a quello che oggi si intende come ‘Sissy Boy’, ma qualcosa di simile”.

    “Una sorta di femminizzazione?”

    “Si e no: vengono usati indumenti magari femminili, ma il ragazzo resta sempre riconoscibile come tale. Niente parrucche, men che mai seni finti o trucco: la punizione consiste proprio nell’essere evidentemente un giovane uomo visibilmente trattato come ragazzina”.

    “Affascinante!” rispose Gabriele mentre un brivido scendeva per la schiena di Filippo. “ E con Evan funziona?”

    “Oh, direi di sì” replicò compiaciuto il lord. “Si vergogna ma al tempo stesso si eccita molto, ed è una combinazione che lo rende molto malleabile”.

    Mentre avveniva questo scambio, i due avevano terminato il thé.

    “Lord McDonnel, conduca lei la punizione. Io imparo molto volentieri” fece Gabriele.

    “Con piacere. Ragazzi, giratevi!” disse McDonnel.

    Filippo e Evan si volsero.




    “Su consiglio del professor Peters, abbiamo deciso che l’esempio reciproco per voi potrebbe essere un vantaggio. Ci piacerebbe, in questo mondo di ragazzi così trascurati, poter pensare di vedere in voi dei giovani gentiluomini. Non avete saputo condividere proficuamente il lavoro, ma faremo in modo che una punizione vada meglio. Ora potete spogliarvi e restare in mutande”.

    I due obbedirono, e Gabriele notò che in effetti Evan portava delle mutandine bianche a balze con pizzo, che rendevano davvero giustizia a un appetitoso fondo schiena.

    “Filippo, hai anche detto una bugia, a quanto ho sentito” fece severo McDonnel. “Porta qui un catino con dell’acqua insaponata e un asciugamano piccolo”.

    Filippo obbedì senza capire, e al suo rientro il lord prese il catino e vi immerse l’asciugamano. “Hai sporcato di bugie questa bocca, ma ora la ripuliremo”.

    Prese per il naso Filippo, che aprì la bocca per ritrovarsela invasa da questo asciugamano con cui l’uomo gli strofinava senza alcuna delicatezza l’interno della bocca. Quasi gli mancava il respiro e il sentore di sapone gli dava la nausea.

    All’improvviso l’asciugamano venne estratto, ma McDonnel avvicinò alla sua bocca il catino dov’era rimasto un po’ di liquido e lo costrinse ad aprire la bocca.

    “Ora farai dei gargarismi per sciacquar bene via le menzogne” impose.

    Filippo obbedì, sentendosi veramente in imbarazzo. Un altro sconosciuto in quella giornata lo stava punendo senza che lui potesse ribellarsi. McDonnel lo costrinse a tenere per un po’ l’acqua saponata in bocca, concedendogli alla fine di sputarla nel catino: “alla prossima bugia, te la bevi”, concluse.

    “E ora, visto che ciascuno di voi si è comportato male con l’altro, mancando di rispetto anzitutto a Gabriele e me, io punirò Filippo e Gabriele si occuperà di Evan. Filippo, mettiti con il sedere sulle mie ginocchia, poi piegati in avanti e poggia le mani sul pavimento” ordinò.

    Così facendo, si trovava le cosce e le natiche di Filippo del tutto in vista e a portata.

    “Devo dire, un bel ragazzo” commentò, tastandogli le natiche sopra le mutande. “Le dispiace se…?”

    “No, no, “ fece Gabriele.

    L’uomo abbassò gli slip bianchi, e con due dita percorse prima il solco tra i glutei. “Perfetto” disse, mentre passava poi al perineo e allo scroto “Non lo rade?”

    “Non ancora” rispose Gabriele.

    Intanto Filippo sentiva quelle dita esplorare la sua intimità, e con dispetto osservava Gabriele che carezzava le cosce candide di Evan sotto le mutandine in pizzo.

    Poi sentì lo slip tornare sul suo sedere e McDonnel dire: “Vogliamo cominciare?”

    All’assenso di Gabriele, in simultanea su Filippo e Evan arrivò una prima scarica di manate, prevalentemente sulle cosce esposte ma anche sulle natiche.

    Dopo una decina di minuti, McDonnel suggerì: “Via le mutande” e i culetti dei due ragazzi apparvero nel loro splendore.

    Filippo e Evan non lo sapevano, ma i loro persecutori si erano muniti di spazzola, e ben presto i ragazzi si trovarono prima a gemere e poi decisamente a strillare mentre colpo dopo colpo i loro sederi assumevano forse non cinquanta ma numerose sfumature di rosso.

    Passò un’altra decina di minuti durante i quali nessuna pietà mitigò le sofferenze dei due ragazzi, ormai in lacrime.

    Poi, al segnale di lord McDonnel, anche Gabriele si fermò.

    “Ora siete stati entrambi puniti. Il nostro desiderio è che siate amici, molto amici. Dunque basta litigare, iniziate piuttosto a godere della vostra condizione condivisa. Ora alzatevi, e confortatevi. Evan, abbraccia Filippo”.

    E Filippo si trovò viso viso con con Evan, tutti e due con gli occhi ancora lacrimosi. Le spalle di Evan gli cingevano le spalle.

    “Filippo, anche tu” disse Gabriele.

    “Ora datevi un bacio”.

    Mentre Filippo esitava, Evan si avvicinò e con bramosia lo baciò sulla bocca. Un bacio lungo, un bacio che includeva una buona porzione di lingua, e che si accompagnò una discesa della mani di Evan dalle spalle di Filippo al suo dolorante fondoschiena, che Evan cinse delicatamente.

    Nel mentre, anche Filippo teneva Evan per la vita ed era consapevole dello stofinio piacevole delle loro verghe, dure.

    Fu solo l’ordine di lord McDonnel a farli staccare.

    “A vedere come siete eccitati mi pare le premesse per una piacevole amicizia non manchino” commentò il lord.

    “Dobbiamo senz’altro organizzare qualcosa” disse Gabriele, che al vedere la scena si sentiva a sua volta accaldato e consapevole di una certa durezza tra le gambe.

    “Oh lo faremo” disse lo scozzese. “Rivestiti, Evan”.

    Mentre Evan ubbidiva, si rivolse a Gabriele: “Un pomeriggio molto piacevole, sono stato lieto di aver conosciuto una persona così in gamba. Giovane ma in grado di recepire il meglio della tradizione. Senz’altro dobbiamo risentirci” concluse.

    Evan era pronto e gli ultimi convenevoli suggellarono quella nuova conoscenza.

    Chiusa la porta dietro Evan e lord McDonnel, Gabriele andò verso Filippo.

    “Sarei tentato di passare subito alla fase dei dieci anni e di regredirti da questa stessa sera, ma penso tu sia stato abbastanza punito. Ora è il momento del piacere, per entrambi”.

    E si spogliò, rivelando l’erezione che ormai da un bel po’ desiderava impiegare. Baciò Filippo e lo condusse verso la camera da letto. Lo fece stendere a pancia in su mentre gli apriva le gambe tenendogliele alzate.

    Senza troppo preliminari appoggiò la punta del pene sul buco di Filippo, iniziando a penetrarlo con colpi secchi, mentre gli tastava i capezzoli.

    Filippo gemeva e si masturbava lentamente, assaporando la sensazione di essere riempito dal vigore di Gabriele.

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    Passione e piacere arrivarono al culmine presto per entrambi, e un abbraccio lì congiunse dopo quella sequenza di punizioni e ricompense.

    ********************************

    Excursus storico. Immagine dalla pagina tumblr "genuinespankings".

    tumblr_osll8gZ9HN1vx0196o1_500

    Edited by pallando01 - 9/2/2018, 18:21
     
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    Meraviglioso come sempre non ho parole una sculacciata doppia, sarebbe sempre il mio sogno anche se ho 52 anni ma come detto quando vengo punito mi sento un 20 ,ma ho paura che non accadrà e tu me la fai vivere come fossi dentro ai protagonisti meraviglioso grazie continua.
     
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    Che bello, Pallando, non sai quanto mi abbia fatto piacere che tu stia dando un seguito a questa storia! Onestamente nemmeno io avevo gradito il finale "etico" e non vedo l'ora di sapere quali altre punizioni toccheranno al povero Filippo...
     
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  5. pallando01
     
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    Grazie a entrambi! Sono felicissimo anche io del rientro in pista di Filippo!
     
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  6. Annabel129
     
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    Io sono particolarmente legata a Filippo, è stato il mio primo yaoi.... e sono felice di rivederlo nei guai (Facendo il classico i riferimenti che fai riguardo la storia sono SUBLIMI!) Perché non gli fai fare una bella ricerca sulle usanze greche come la fellazio, rafano in culo, fustigazione, falli giganti di legno e terracotta e satiri che si inculano??? Oppure perché non un bel simposio con Evan e Filippo come ancelle e Gabriele, il professore e questo nuovo Mcdonnel che se li godono/puniscono/toccano/umiliano mentre parlano dei loro affari? Tipo il tea time del capitolo precedente ma con le ancelle vestite a tema
     
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    Bellissimo racconto
     
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  9. Annabel129
     
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    Quasi un mese che non porti nulla...DOVE SEI FINITO????
     
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    peccato che non c'è il seguito :(
     
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  11. AcCollando
     
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    Questo è un racconto a singhiozzo... aspetto con ansia una continuazione!
     
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    É il racconto più bello che abbia mai letto... Continualo ti prego!
     
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    stefanoroma

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    gran bel racconto bravo
     
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  14. Piccola alce
     
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    CITAZIONE (sosi @ 21/5/2014, 20:44) 
    mi spiace che l'autore non abbia dato un finale un filo piu' etico.... non si puo' far finire un racconto del genere anche se di fantasia con un ragazzino sotto ricatto... il mio finale e' questo ...all'autore il giudizio

    Filippo guardava lo skyline di Londra dalla finestra del suo attico. Erano passati dodici lunghi anni dalla sua fuga dall'Italia. I mesi terribili passati prima del suo diciottesimo compleanno con lo zio Marco e Gabriele l'avevano ridotto a fuggire una notte con il passaporto, qualche vestito e pochi soldi ricavati dalla vendita della catenina d'oro di suo padre. Sua madre non aveva voluto credere a tutto quello che in una sua disperata telefonata gli aveva raccontato . Non aveva perdonato neanche lei.
    -Filippo tesoro e' ora di andare-. Chase era il suo compagno da undici anni. Aveva qualche anno piu' di lui, 6 per l'esattezza, e lo aveva trovato fuori dal ristorante dove filippo lavava piatti per vivere piangente. Lo aveva raccolto come un gattino randagio , si era preso cura di lui,aveva assecondato e indirizzato le sue passioni trasformandole in un lavoro ottimamente retribuito e poi lo aveva amato. Chase gli aveva insegnato che amare non era prevaricazione; che giocare era bello ma doveva essere SANO SICURO E CONSENZIENTE, che chi ricattava un ragazzino per dominarlo era soprattutto cattivo e soprattutto che quello non era amore.

    -Forza tesoro due ore di aereo, assistiamo al funerale e torniamo a casa, ci saro' io con te- Chase l'aveva quasi obbligato a partecipare al funerale della madre; lui non voleva tornare li'. Non voleva vedere lo zio. Avevano telefonato tante volte quando erano riusciti a rintracciarlo ma lui si era riufiutato anche solo di ascoltare le loro voci. Chase l'aveva protetto da loro anche quando si erano presentati, suo zio e gabriele, sul set fotografico dove Filippo lavorava come ottimo fotografo di moda. Li aveva mandati via ,non prima di averli insultati un po' per tutte le lacrime che aveva dovuto asciugare a un ragazzino destabilizzato dai loro giochetti. Ora doveva di nuovo trovarseli davanti. Ce l'avrebbe fatta???

    Arrivati in Italia. All'ingresso in chiesa tutti guardarono il figlio esule bellissimo della defunta con al suo fianco un amico bello almeno quanto lui. Nel banco davanti, suo zio lo guardo' con un'aria tra sorpresa e tanto rimpianto e dietro di lui il suo ex amico Gabriele. Chase lo indirizzo' nel banco opposto e per tutta la funzione non rivolse loro neanche uno sguardo.

    Finito il funerale se li trovo' davanti entrambi .
    -Filippo....- tento' di dire lo zio ma lui lo guardo' con uno sguardo gelido -Non voglio sentire nulla da te... non voglio vederti.... ti sei divertito....lo spero per te e anche per te Gabriele.... ma io non sono piu' il Filippo a cui mettevi pannolini e umiliavi in almeno altre centinaia di modi.... ora so' cosa e' l'amore.... e non e' il tuo.... ora so cosa significa essere un brav'uomo.... ma non me lo hai insegnato tu.... -
    Lo zio lo interruppe -Volevo solo dirti che il filmato l'ho cancellato tanto tempo fa.... pochi giorni dopo la tua fuga.... non hai mai voluto parlarmi ma io ho sofferto tanto per quello che ti ho fatto.... ne ho capito la gravita' alla tua sparizione.... e anche tua madre alla fine ha capito che con te ha sbagliato... ma anche lei e' morta senza potertelo dire.....-

    -Bene.... addio....-

    Filippo si giro' guardo' Chase e ando' via. Quello che lo zio e il suo ex amico avrebbero avuto da lui sarebbe stata solo la visione delle sue spalle mentre tornava a casa... alla sua vita.....al suo compagno.... piena di rispetto per gli altri ....ricordando quanto poco ne aveva ricevuto lui....

    Ho preferito questo finale.
     
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    stefanoroma

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    gran bel racconto bravo
     
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