Fratelli di sperma[Young][Scolastico]

Quando arrivammo a destinazione i professori ci indicarono il luogo di ritrovo, e ci lasciarono liberi di girare per la zona. Nessuno di noi era mai stato a Roma, e rimanemmo tutti stupiti dalla sua bellezza. Liberi dagli insegnanti e dalle ragazze che ci obbligavano a fermarci sempre negli stessi posti, iniziammo a vagabondare per quelle strade sconosciute. Decidemmo di mangiare al McDonald’s, e durante il pranzo iniziammo a pensare a cosa fare per il resto della giornata. Mauro propose di ricarica in un bar, ma non vi avremmo potuto passare tutto il pomeriggio, così la sua idea fu accantonata. Paolo pensò di andare a visitare qualche museo, ma non tutti erano d’accordo e non avremmo saputo da dove cominciare, così anche questa proposta fu scartata. Alla fine fu Andrea a prendere la parola con un’idea vincente. «Perché, visto che non sappiamo cosa fare, non ci divertiamo un po' fra di noi?" Ci scambiammo un paio di guardi e, sebbene nessuno si dichiarò apertamente favorevole, non ci furono obiezioni.
La prima tappa fu proprio il bagno del McDonald. Quando entrammo le tre cabine presenti erano tutte occupate, così decidemmo di andare agli orinatoi. Dovemmo dividerci in coppie: Paolo e Andrea si scelsero subito a vicenda; Io pensavo di andare con Simone, dopotutto avevamo dormito nello stesso letto per diversi giorni, ma lui scelse Federico senza pensarci troppo; Io rimasi con Mauro nella terza coppia. Gli orinatoi erano quattro, e vennero occupati dalle prime due coppie, che tirato fuori il cazzo iniziarono a pisciare mentre se lo menavano. Io e Mauro facemmo la guardia finché non si liberò una delle cabine e vi entrammo.
Il pavimento e la tazza erano pieni di schizzi. Mauro appoggiò la schiena contro il muro e io mi abbassai. Sentii il suo cazzo irrigidirsi da sopra i pantaloni, e poi lentamente gli abbassai la zip. Cercai di rendere la cosa eccitane, ma inizia a ridere di me stesso. Mauro mi tappò la bocca con una mano, mentre con l’altra si portò l’indice alle labbra per indicarmi di fare silenzio. Io gli leccai il palmo finché non rimosse la mano. Estrassi il suo cazzo dalle mutande e con una grande leccata gli percorsi l’asta, fino a prendere in bocca la cappella. Iniziai a muovere la testa avanti e indietro, mentre Mauro mi accarezzava i capelli premendomi verso di sé.
Tutto finì quando Simone bussò alla porta: «Uscite subito, chi entra si insospettisce!»

Tornammo alla ricerca di un nuova meta e dopo una ventina di minuti ci imbattemmo in un centro commerciale, che da fuori sembrava presentare almeno 5 o 6 piani. Per non dare nell’occhio questa volta decidemmo di dividerci. «Ci rivediamo qui tra mezz’ora!» Disse Andrea, e mantenendo le stesse coppie di prima prendemmo strade diverse. Io e Mauro ci recammo al terzo piano per cercare nuovamente un bagno, e questa volta ne trovammo uno ideale per ciò che avevamo in mente. Era praticamente isolato, e sembrava essere decisamente più pulito. Inoltre questa volta decidemmo di andare nella cabina per disabili per avere più spazio.
Questa volta andai io contro il muro e mi abbassai i pantaloni. Mauro si avvicinò a me e cominciò a baciarmi e sollevarmi la maglietta. Le nostre lingue stavano girando in un turbinio che me lo fece diventare eretto in pochi secondi. Mauro sentì la pressione del mio cazzo duro premere contro di sé e iniziò a massaggiarlo. Le nostre bocche si separarono e mi guardò sorridendo. Si passò la lingua fra le labbra, prima di darmi un ultimo bacio a stampo e inginocchiarsi.
Chiusi gli occhi e percepii il suo respiro caldo sulla cappella. Aspettai di sentire la sua lingua poggiarvisi, ma rimasi ad aspettare invano. Mauro si sollevò e mi sussurrò all’orecchio «Girati.»
Preso dall’eccitazione del momento, io obbedii senza pensarci due volte. Mauro si inginocchiò nuovamente e mi passò in mezzo al culo con un’unica leccata. Con due dita bavate iniziò a girare intorno al mio buco, e capii dove voleva arrivare. Gli afferrai la mano rimanendo rivolto contro il muro e seccamente dissi «No.» Non mi sentivo pronto.
Lui si alzò e mi rispose mormorando nel mio orecchio. «Va bene, ti prometto che non entrerò.» E io mi volli fidare e annuii. Sentii il rumore della sua zip che veniva calata, e il suo cazzo in mezzo alle mie chiappe. «Te lo prometto.» Disse nuovamente. Con le mani spostò le mie natiche ai lati, vi appoggiò in mezzo il cazzo, e poi le spinse verso il centro, avvolgendo il culo cazzo come un hotdog. Si mosse un paio di volte e mi venne subito alla base della schiena. Io mi inchinai leggermente e lui lecco via tutto il suo sperma.
Quando mi fui ripulito uscimmo facendo attenzione che non ci fosse nessuno. Dovevamo recarci all’appuntamento.